- Chris Bay - voce, chitarra
- Lars Rettkowitz - chitarra
- Nils Neumann - tastiera
- Armin Donderer - basso
- Dan Zimmermann - batteria
1. Demons Dance
2. Innocent World
3. United Alliance
4. Mr. Evil
5. Queen Of My World
6. Light Up The Sky
7. Words Of Endeavour
8. Blackened Sun
9. Dimensions
10. My Dying Paradise
11. Magic Moments
12. Far Away
Dimensions
I power metallers di scuola tedesca Freedom Call giungono nel 2007 al loro quinto album in studio, forti della posizione ormai autorevole che hanno saputo guadagnare tra i “grandi” del genere, a cui del resto sono legati per motivi non solo stilistici, dato che loro il co-fondatore è Dan Zimmermann, batterista dei fondamentali Gamma Ray.
La loro attitudine non è cambiata, e del resto sarebbe difficile immaginare veterani del power metal discostarsi da quello stile che è stato già tutto definito a cavallo tra anni ’80 e ’90. Chi perciò si fregia del nome di “true metaller” non dovrà aver paura di novità sostanziali in questo Dimensions, che fin dall’opener Innocent World mette in chiaro che i Freedom Call si dedicano con passione a suonare un power veloce, fatto di tempi pari, power chords sfavillanti e iperveloci, cori entusiasti e, insomma, tutto quello che band come Helloween e i già citati Gamma Ray hanno concepito in terra tedesca qualche annetto fa.
Se possibile l’apertura a inserti happy metal è ancora più forte nei brani di Dimensions, che non si fanno scrupolo di sprigionare, come nella già citata Innocent World, una carica di positività ancora più massiccia, rafforzata da orchestrazioni leggere inserite con leggiadria su rallentamenti ritmici, il tutto volto a emanare ancora luci ancora più sfavillanti, seguendo percorsi in comune con bands del calibro di Hammerfall e, prima ancora, Stratovarius.
Forse qui si esagera un po’, ma a tanti piace così. A chi ama le ruffianate non spiaceranno il coro di bambini in, ancora una volta, Innocent World, o i filtri alla voce in Mr Evil, o le parti elettroniche di Blackened Sun: in fondo tutto è fatto con tale ordine e struttura che è difficile non farsi contagiare dalla gioia di suonare dei Freedom Call, che magari non sono dei mostri di originalità, e nemmeno possono eguagliare le ultime mirabili idee di Hammerfall, Blind Guardian e Manticora; certamente però la mancanza di un vero e proprio marchio di fabbrica non li penalizza così tanto, e nemmeno penalizza i piacevoli momenti di ascolto del loro nuovo album, che tra cavalcate helloweeniane e parti più riflessive da ballate power finlandesi, non si focalizza nemmeno su canzoni fatte con lo stampino, riuscendo sempre a centrare il motivo giusto di tastiera, senza mun solo passo falso. Insomma non sempre chi non dimostra una forte personalità musicale deve rimanere fregato: lo hanno dimostrato i Trick Or Treat con il loro Evil Needs Candy Too, figuriamoci i Freedom Call.