- Richard Sjunnesson - voce
- Roland Johasson - voce
- Roger Sjunnesson - chitarra
- Robin Sjunnesson - chitarra
- Karin Axlesson - basso
- John "Runken" Bengtsson - batteria
1. Aftermath
2. Blue Eyed Fiend
3. Psychic Suicide
4. Double Agent 616
5. Enclave
6. Denied
7. Callous
8. Only Inhuman
9. All About Us
10. Unknown Entity
11. Flashback
Only Inhuman
Giunti alla prima pubblicazione per Nuclear Blast, nonché seconda della loro breve storia, gli svedesi Sonic Syndicate riescono ad emergere dal panorama underground scandinavo, per proiettarsi nel mercato internazionale con il loro sound misto di Death Metal, Heavy Metal e Metalcore che appassionerà tutti gli amanti di In Flames, Scar Symmetry, Soilwork e As I Lay Dying. Un mix esplosivo quello proposto dai tre fratelli Sjunnesson, affiancati al basso dalla bella Karin Axelsson, alla batteria da John Bengtsson e alla voce (i cantanti sono due infatti) da Roland Johansson. Only Inhuman si preannuncia come un’opera davvero ben curata sia sotto il profilo della produzione sia del song-writing che, sebbene ripercorra a volte troppo fedelmente i meandri degli ultimi In Flames di Fridén, sa conferire una carica unica a ciascun pezzo: tuttavia, questa somiglianza con gli In Flames alla lunga può costituire un punto di debolezza per la formazione di Falkenberg.
Dirompente è già l’inizio con Aftermath, a tratti intrisa da sinfonie elettroniche e per la maggior parte condotta dalle impetuose chitarre elettroniche e dalle voci corali e growl, tipiche dello stile Soilwork. Blue Eyed Fiend è un misto di Heavy Metal e le sonorità moderne degli In Flames dell’epoca post-Reroute To Remain. Anche Psychic Suicide è parecchio diretta nel suo approccio, alternando riff tipici del Metalcore ad altre distensioni o refrain della scuola Death dei suddetti gruppi.
Lo stile dei Sonic Syndicate è certamente pregevole e ben suonato, ma manca anche quel pizzico di originalità che permetta ad una traccia di distinguersi dalle altre: i temi tracciati dalle tastiere si assomigliano profondamente e il mood che viene espresso da ogni canzone viene ripercorso costantemente. Si differenzia la ballad Enclave, che addolcisce i suoni anche grazie all’apporto del clean vocal melodico e sognante, mentre con Denied si ha un ritorno alle sonorità precedenti, poco originali e monotone nell’intero disco ma davvero ben eseguite.
Tra spunti tipicamente Heavy e altri più votati al Metalcore si equilibrano tutte le restanti tracce, che conservano l’aspetto dei nostrani Disarmonia Mundi o della serie di bands svedesi che hanno conferito un rilevante apporto alla scena scandinava: certamente sono presenti anche capitoli sottotono come All About Us, che non aiutano la resa di un cd gradevole da ascoltare ma troppo privo di innovazioni interne (basti ascoltare una Flashback che sembra tratta dal celebre Clayman degli In Flames).
In definitiva, Only Inhuman rappresenta un episodio discografico sorprendente per la cura e professionalità che è stata dedicata a registrazione e produzione, ma la staticità stilistica che permea il platter è abbastanza sconcertante. Sembra che i Sonic Syndicate riescano a sopravvivere solo attraverso recuperi regressivi di altre opere, Reroute To Remain (In Flames), Natural Born Chaos (Soilwork) e Mind Tricks (Disarmonia Mundi) su tutte. Ciò non raffigura un elemento rassicurante ed incoraggiante, ma si deve comunque sottolineare la buona abilità tecnica di una band in progressione, che farà parlare molto di sé nel futuro prossimo.