- Frank Machau – Voce, Musica
- Uwe Nolte – Liriche, Fotografie
01. Instrumental
02. Erzengel Michael
03. Auf Unbekanntem Pfade...
04. Später Tag
05. Nächtliche Jünger
06. Winternachte
07. Das Mächen Aus Der Fremde
08. Im Schatten Der Queste
09. Stille
10. Söhne Des Ares
11. Abendstern
12. Maria
13. Auferstehung
14. Inneres Heer
Nächtliche Jünger
Romantico, maestoso e raffinato: “Nächtliche Jünger” è, ad oggi, l’apice della discografia degli Orplid, un duo teutonico dedito ad un Neofolk tanto delicato quanto intenso, che ha saputo raggiungere risultati di tutto rispetto grazie ad un approccio elegantissimo e profondo alla Musica, un’arte di cui, nei dischi degli Orplid, viene esaltata sia la raffinatezza delle strutture formali che la sensibilità dell’impatto emozionale.
Il progetto, nato nella seconda metà degli anni ’90, aveva debuttato nel 2000 con il disco omonimo, un ricco affresco cui contribuivano anche sezioni dai toni più marziali e rudi; quell’esaltante punto di partenza permise a Frank Machau e Uwe Nolte di focalizzare gli obiettivi della propria musica, e di limare i momenti non totalmente convincenti: la ricerca stilistica dei due fu finalizzata alla creazione di questo “Nächtliche Jünger”, vero e proprio capolavoro del Dark Folk moderno.
Le ben quattordici canzoni che compongono il disco, sempre concise e mai prolisse, si sviluppano attorno ai testi di Uwe Nolte, scritti e cantati interamente in tedesco da una voce piena, suadente e profonda: ne risulta un’atmosfera poetica, intellettuale, toccante, che ha pochi pari nel genere – altri gruppi loro conterranei hanno adottato il cantato in tedesco per le loro composizioni, ma quasi nessuno è riuscito a raggiungere simili, sublimi vette nella simbiosi fra note e versi.
Passando al lato musicale, si nota facilmente come lo strumento principe sia, negli Orplid, la chitarra acustica, responsabile della creazione delle melodie di base e fondamentale nell’assistere il vocalist: tastiere, percussioni e violini compaiono invece nelle sezioni in cui si richiede un approccio meno intimo e più solenne, in cui si preferisce sperimentare soluzioni anomale rispetto a quelle che normalmente caratterizzano una ballata Folk.
Nonostante sia evidente il comune denominatore che lega fra loro i brani, essi non sono troppo omogenei tra loro, in quanto abbiamo parecchi episodi che si presentano come ‘voci fuori dal coro’: un esempio può essere la bellissima “Später Tag”, caratterizzata dall’inserimento di una chitarra elettrica in perenne distorsione, pronta a contrastare con i tenui ricami della propria controparte acustica. Altre volte, invece, affiorano le influenze della musica classica, particolarmente avvertibili nella meravigliosa “Maria”, in cui i contrappunti degli archi sono complementari alle discrete armonie della chitarra acustica e alla sacrale recitazione della voce maschile – un finale dolcissimo, di pianoforte e voce femminile, completa l’opera e lascia all’ascoltatore il solo compito di applaudire.
Bisogna sottolineare, dunque, la presenza di note positive anche quando la caratteristica voce maschile viene accantonata: lo stile del duo non si scompone e, anzi, si adatta facilmente a una situazione più eterea e soave come quella presentata da “Das Mädchen aus der Fremde”, rendimento musicale dell’omonima poesia del celebre Friedrich Schiller – tra perfezione Neoclassica e fascino Dark Folk, le carezzevoli melodie accompagnano la dolce voce di Nadine Spindler con suprema grazia, creando quello che è a tutti gli effetti un imperdibile gioiello.
Ma molte altre sensazioni e idee sono nascoste fra i solchi di questo disco, e potranno essere scovate solo dedicando la giusta attenzione ai vari capitoli di quest’opera, ognuno caratterizzato da una forte personalità: fra gli altri, spicca la potenza espressiva di “Erzengel Michael”, brano più lungo dell’opera assieme alla misteriosa e ossessivamente ritmata “Nächtliche Jünger”; opposto feeling caratterizza invece la rinfrancante frescura della primaverile “Auf unbekanntem Pfade” o le dinamiche della movimentata e corale “Söhne Des Ares”.
Nel nuovo millennio gli Orplid, insieme a Forseti e Sonne Hagal, hanno rappresentato quanto di meglio la scena Neo Folk tedesca avesse da offrire, associando ad uno stile carismatico ed immediatamente riconoscibile la capacità di scrivere musica sinceramente emozionante, mai scontata e sempre capace di suscitare pensieri e riflessioni – e ciò, in tempi di successi musicali usa-e-getta, è cosa tanto confortante quanto gradita.