Virus, quarto full-length dei francesi Heavenly, rappresenta senza dubbio la prova di maturità della band transalpina. Dopo una serie di album buoni, ma forse troppo debitori alle proprie influenze, i cinque osano finalmente di più e ci offrono un platter che mischia un’aggressività di fondo a una continua ricerca melodica o, per dirla con parole semplici, del “bel pezzo”, quello che rimane impresso e fa venire voglia di essere riascoltato.
In realtà Virus non registra nemmeno grosse spallate al genere di riferimento, ma i nostri plasmano uno stile datato con grande naturalezza, offrendo un calderone in cui si amalgamo perfettamente un power metal “solare” degno dei migliori Gamma Ray, alcuni richiami all’hard rock e dulcis in fundo, dei cori alla Queen che rendono il tutto ancora più accattivante.

Se il precedente Dust To Dust si rivelò in effetti un platter oscuro e piuttosto complesso, Virus fa leva su tappeti di riff graffianti ma mnemonici e dei refrain vincenti, uniti a parti di testiera inserite in modo ragionato e all’ottima performance vocale di Ben Sotto, decisamente cresciuto nella sua estensione.
Davvero ottime Spill Blood On Fire, power song trascinante e arricchita da intarsi barocchi da ascoltare con la modalità headbanging inserita, la “tosta” The Power And The Fury (per chi pensava che solo Herman Li dei Dragonforce potesse suonare a quella velocità), la suggestiva Wasted Time, dall’incipit acustico e ancora la splendida Liberty, il cui taglio epico vi conquisterà da subito.
Un ottimo disco che mostra come il power metal in voga dieci anni or sono possa ancora suonare attuale ed entusiasmante senza doversi rifare il trucco a tutti i costi.