- Steeve Zuul - Voce
- Karim - Chitarra
- Shag - Basso
- Aurel - Batteria
1. Here Is Pure Hatred
2. Fight For The Cause
3. Nobody Knows
4. French Kisses
5. Hate Me Bastard!!!
6. 14 Years Old
7. Honey
8. This Way
9. Help Me!!!
10. I Never Forget
11. Fuck The All!!!
Live Free Or Die
Forse i francesi Zuul FX non saranno l’anello mancante tra gli Slipknot e i Fear Factory come sottolineano le enfatiche note di accompagnamento, ma va detto che questo Live Free Or Die, secondo full-length del four-piece di Pontoise, è un disco molto buono che fa proprie le migliori caratteristiche del metal moderno.
Chitarre “grasse” e sempre in prima linea, ritmi sostenuti, sporadiche concessioni alla melodia e non ultimi dei refrain accattivanti, rendono Live Free Or Die un lavoro interessante che potrebbe stuzzicare sia gli ascoltatori di thrash e death metal tradizionali, sia coloro che preferiscono sonorità al passo con i tempi. Non a caso la band, piuttosto famosa in patria, ha già all’attivo un’intensa attività live a fianco di alcuni esponenti dell’uno e dell’altro settore, tra cui Amon Amarth, Motorhead, Sick Of It All, Anthrax. Le canzoni qui contenute sono granitiche e oscure, scandite dalle vocals di Steeve Zuul che passa con disinvoltura dal growl a tonalità urlate, offrendo anche dei cammei con il pulito che si adagiano su aperture melodiche “stralunate” vicine ai System Of A Down.
Le influenze avvertibili all’ascolto di Live Free Or Die sono abbastanza variegate e oltre ai già citati Slipknot e Fear Factory comprendono i Machine Head più duri, i Sepultura del periodo “post-Roots” e ritmi industriali alla White Zombie. La band appare a suo agio quando mostra i muscoli, ad esempio in episodi quali l’opener Here Is Pure Hatred o Hate Me Bastard!!!, dei veri macigni dal riffing compresso e una sezione ritmica tellurica, ma i risultati sono comunque positivi anche nel caso di Fight For The Cause, Nobody Knows e Honey, delle track che vedono i nostri smussare lievemente gli angoli al proprio sound e adottare soluzioni più melodiche.
In entrambi i casi non manca la ricerca del groove e del refrain trascinante. Martellanti con stile, dategli pure una chance.