- Josè Miguel Ross - voce
- Carlos Rufo - chitarra
- Sebastian Arroyo - basso
- Gerardo Munoz - tastiera
- Fernando P. Cobo - batteria
1. Come On
2. Forever
3. Missing You
4. Broken Heart
5. Lonliness
6. Feel The Wind
7. Don't Close Your Eyes
8. Tell Me What You Want
9. We Belong
Hiroshima
La mia curiosità e la mia irrefrenabile passione per l'hard n'heavy, inteso in tutte le sue forme dal più melodico AOR al più duro ed intransigente heavy, mi hanno sempre spinto alla continua ricerca di nuovi suoni e nuove realtà che riescano ad offrire quel tocco di novità rispetto ai soliti, più o meno storici, nomi; così dopo aver quasi totalmente setacciato e saccheggiato le terre più produttive e fruttuose per tali sonorità, quali il Regno Unito, la Scandinavia, la Germania e gli States, e dopo aver approfondito le piccole ma gustose realtà della nostra Italia, la mia attenzione già da un po' di tempo si è spostata verso mondi quasi totalmente nuovi come Bulgaria, Argentina, Portogallo e soprattutto Spagna, terra che in realtà in ambito rock/metal ha da sempre detto la propria, basti pensare ai seminali Heroes Del Silenzio, Baron Rojo e Angeles Del Infierno o anche ai più attuali Tierra Santa e Mago De Oz.
E proprio dalla Spagna provenivano gli Hiroshima, band formatasi a Madrid nel 1987, che nel 1989 consegnò agli amanti dell'AOR più cult quest'album auto-intitolato che fu il primo e l'ultimo della loro brevissima carriera. Ovviamente è quasi proibitivo trovare informazioni biografiche sugli elementi di questa band, di certo il cantante Josè Miguel Ross era in possesso di un'estensione vocale notevole che talvolta lo portava a chiedere troppo alle sue qualità, lasciando trasparire di tanto in tanto qualche leggerissima sbavatura, ed anche il chitarrista Carlos Rufo ed il tastierista Gerardo Munoz mostravano un talento non indifferente, mentre il loro sound era quello cromato e melodico, caratteristico dell'AOR West Coast e del melodic hard nord-europeo di quegli anni, con una vena compositiva ispirata ed un song-writing piacevolissimo, da poter quasi rivaleggiare con i vari Survivor, Treat e Europe.
L'opener Come On si caratterizza per i suoi chorus pieni ed esplosivi, per l'ottima interpretazione del singer, una sezione ritmica detonante ed un favoloso assolo chitarristico, ma le vere ed assolute protagoniste rimangono sempre le linee melodiche, favolose a tal proposito quelle della seguente Forever, in cui un bellissimo riff tastieristico impreziosisce ed accompagna l'edulcorato refrain, mentre il buon lavoro di Cobo dietro le pelli contribuisce a dare sempre il giusto mordente evitando di far cadere il disco su toni mielosi o melensi, adesso l'album tocca il suo apice, dapprima con la ballad Missing You, romantica e corale, da far invidia a John Waite e i suoi Bad English, e poi con Broken Heart, la mia preferita, in possesso di un refrain da brividi, adrenalinica ed esaltante, tanto da sembrar provenire da una release dei migliori Survivor.
Il livello si mantiene comunque alto con la malinconica e più lenta, ma sempre grintosa ed accattivante, Lonliness, in cui ancora una volta i madrileni conquistano con quel chorus pieno e corale, e poi la breve Feel The Wind, azzeccatissimi qui i riff di tastiera e chitarra, cosa peraltro questa rintracciabile un po' sull'intero platter, particolarmente bello poi quell'intermezzo strumentale di chitarra e tastiera, su cui poi interviene anche la batteria ad accompagnare i momenti finali, invece con Don't Close Your Eyes il tiro sembra spostarsi maggiormente verso il melodic hard, partorendo comunque un altro grandioso brano vivace ed energico, e non poteva mancare neanche il buon solo di Rufo, Tell Me What You Want rappresenta certamente l'anello debole della catena, soprattutto a causa di quel suo ritornello un po' pop-dance alla ABBA, infine la sontuosa closer We Belong, anch'essa carica di adrenalina ed energia.
Purtroppo Hiroshima uscì sul finire degli '80, proprio quando la passione per questo genere musicale iniziò a scemare fortemente, ed inoltre il fatto che la release ottenne scarsa visibilità, anche e soprattutto perché era stata concepita in terra tradizionalmente poco riconosciuta nel settore, furono tutte cause che non ne favorirono il successo, e la band dopo vari cambi si sciolse definitivamente nel 1991.
Ciò nonostante, considerando anche la scarsa e difficile reperibilità del prodotto, quest'album, pur presentando tutti i caratteri distintivi tipici del periodo, è da considerarsi un piccolo gioiello per gli amanti dell'hard melodico, e penso proprio che se una label si prendesse la briga di curarne una ristampa, magari con una produzione migliore, si potrebbe togliere buone soddisfazioni, oltre ovviamente a regalare questa sconosciuta gemma agli amanti del genere.