Nati all'inizio del 2004, gli El-ghor si sono fatti notare ultimamente come importante realtà del panorama indipendente italiano e il full lenght d'esordio Dada Danzè, apprezzato quasi ovunque, ne è l'inconfutabile prova. La band stupisce fin da subito con un'interessante miscela di un indie, reminiscenze post e noise rock che arricchiscono stilisticamente un disco trascinante ed orecchiabile.

Ad aprire le danze ci pensano le smussature ipnotiche della opener Cane e della successiva Danzè la quale ruota più o meno sulle stesse coordinate stabilite dalla precedente canzone. Le linee di batteria sono molto dinamiche e accompagnano perfettamente una musica fluida e ben curata negli arrangiamenti, mai banali o prevedibili bensì sempre studiati con molta sagacia compositiva: chitarre taglienti, effetti noise oltre i particolari strumenti impiegati come il Glockenspiel o la Kalimba. Le melodie non sono di quelle da far saltare dalla sedia o da far accapponare la pelle, a volte non sempre si segue il filo musicale con costante attenzione, ma in linea di massima il disco si muove con coraggio e con un'esperienza compositiva impensabile per un gruppo all'album d'esordio.
Gli affascinanti meandri scovati da In Segreto Alla Patria spingono l'ascoltatore tra quiete e trascinanti scariche elettriche che fanno di questa canzone una delle migliori del lotto per carica ed intensità, Sans Logique spazia in terreni più aperti e concreti mentre con Sipario si fanno avanti melodie soffuse che confluiscono nella conclusiva Un'Altra Vita che dà fine al disco con la sua atmosfera sognante e abbandonata.

Frammenti di post rock (come ad esempio Nella Resa Il Vanto) si alternano a strutture indie intervallate da sprazzi di noise creando una struttura stilistica originale e molto compatta, caratteristica dimostrata da quasi tutte le canzoni presenti in Dada Danzè, buon esempio di quella musica indipendente italiana che troppo sporadicamente riesce ad uscire dai soliti vincoli compositivi a cui troppi gruppi sono da tempo ancorati, e gli El-ghor si meritano gli applausi di una critica che fino ad ora gli ha premiati per la loro particolarità, piazzandosi indubbiamente tra i più interessanti esperimenti musicali che la scena nostrana potesse offrirci in questi ultimi anni.