Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Marco Lorenzi
Genere: 
Etichetta: 
Chemikal Underground
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Malcolm Middleton – voce, basso, chitarra, piano
- Aidan Moffat – voce, organi, batteria
- Jenny Reeve – violino

Tracklist: 

1. Stink (02:16)
2. (If There's) No Hope For Us (03:57)
3. Chat in Amsterdam, Winter 2003 (03:19)
4. Don't Ask Me To Dance (04:00)
5. Confessions of a Big Brother (03:36)
6. Come Round and Love Me (02:58)
7. Speed-Date (03:07)
8. Dream Sequence (04:15)
9. Fine Tuning (02:54)
10. There Is No Ending (05:33)

Arab Strap

The Last Romance

Come le storie d’amore più intense, a volte anche l’avventura di una band può terminare. Quella degli Arab Strap, duo che d’amore e illusioni ha scritto e cantato per una decina d’anni buona, si è conclusa nel 2006, dopo l’ultima fatica in studio ed un tour semi-segreto che attraversato il Giappone. Dalla piccola Falkirk (Scozia), Aidan Moffat e Malcolm Middleton avevano iniziato a dipingere i loro stravaganti quadretti. Nella fredda terra natale hanno trovato la quadratura del cerchio; questo The Last Romance che ha tutta l’aria di porsi al pubblico più affezionato come il disco dei saluti finali dopo una notte di festa. Un full-lenght che riesce a far convogliare verso la fine di un’avventura tutte quelle immagini che hanno contraddistinto un decennale ricco di aneddoti e di musica sincera quale è stato quello del nome Arab Strap.

E’ il disco che riporta a casa quelli che sono stati i vecchi Arab Strap. The Last Romance è qualcosa di indecifrabile, se si fa riferimento al clima scontroso, crudo e a volte terribilmente desolante che ha reso uniche le sonorità della band di Falkirk in passato. I suoni e le parole di Philophobia, per intenderci, ci prendevano a schiaffi, ci rifilavano cazzotti in pieno stomaco, lasciandoci esanimi a terra. Canzoni che arrivavano dritte al punto, ponendo nell’immaginario collettivo le immagini più buie ed inquietanti di una quotidianità fin troppo nitida e reale.
Non c’è questo, negli ultimi Arab Strap. Dieci anni dopo Aidan Moffat è maturato. Nell’anima, prima ancora che in tutto il resto. Ora ci parla con delicatezza, dipingendo immagini intrise di speranza, forse, pur con un velo di malcelata malinconia. Potremmo partire dal fondo, per descrivere le acrobazie artistico-musicali di The Last Romance. Dalla traccia finale, There Is No Ending, che rappresenta un po’ l’immagine con cui gli Arab Strap hanno deciso di congedarsi. Arpeggi di chitarra si intrecciano alla perfezione con un sezione ritmica piena, che sembra aprire uno spiraglio dopo tanto buio.

Le sensazioni che scaturiscono dall’ascolto di The Last Romance sono quelle di una giornata in cui, dopo tanto grigio e tanta pioggia, uno spiraglio di sole si apre all’orizzonte, riscaldando timidamente l’ambiente. Not everything must end, not every romance must descend, not every lover's pact decays, not every sad mistake replay, canta Moffat, raccontando la propria storia, voltando l’ultima pagina di un libro colmo di ricordi.
C’è un velo di tristezza, e si sente qua e là. Nell’acustica Confession Of a Big Brother, così come anche in Stink, oppure ancora in Dream Sequence, in cui canta Moffat, nell’inusuale ruolo di voce principale. Qualche stecca si sente, ma fa parte del gioco.

C’è pure quello che non t’aspetti, in Chat in Amsterdam, Winter 2003: Moffat è allo specchio. Vecchio contro nuovo, recitato contro cantato. E’ prologo ed epilogo nel contempo. Poco dopo l’incipit scorgiamo la stella che brilla di più, nel cielo degli Arab Strap. Don’t Ask Me To Dance è piena di tensione fino all’orlo, con un ipnotico arpeggio di chitarra a figurare ancora una volta come arma in più, fino all’esplosione distorta del finale. E’ forse questo il pezzo più affascinante degli Arab Strap in The Last Romance.
Abbiamo mescolato le carte, ma il senso non cambia, perché questo disco può essere letto anche al contrario. Una volta giunti in porto verrebbe voglia di ricominciare da capo. Per l’ultima volta, però, perché The Last Romance è davvero l’ultimo atto degli Arab Strap. La parola fine incombe, stagliandosi su di un cielo finalmente meno minaccioso e quasi sgombro di nuvole. In The Last Romance c’è il ricordo di ciò che gli Arab Strap sono stati. Ma c’è anche l’ultimo, decisivo, cambio di scena.

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