Sue Willetts - voce
Tim Manford - chitarra, chitarra acustica 6 e 12 corde, backing vocals
Mike Dagnall - basso, backing vocals
Roman Wieckowski - tastiera, backing vocals
Mick Hales - batteria, percussioni
Guests:
Tony Mills - backing vocals
1. The Last Goodbye
2. Firing Guns
3. Hold Out Your Hand
4. Breaking Me Down
5. Goodbye To Yesterday
6. Walking The Line
7. Love Tried To Find You
8. Save Me
9. Lucky One's
10. Under The Seven Skies
Under The Seven Skies
A quasi dieci anni di distanza dall'ultimo The Fire Within del 1998, tornano i Dante Fox, band inglese dedita ad un rock melodico ed altamente radiofonico, sempre capitanati dalla bionda singer Sue Willetts e dal chitarrista Tim Manford. Il loro nuovo Under The Seven Skies sembra partire con i migliori auspici già dalla bella copertina, ma anche scorrendo i dieci brani che compongono questa release l'ascoltatore sarà travolto da una buona e continua profusione di melodie orecchiabili e piacenti, che trovano la loro primaria origine nell'AOR senza tuttavia disdegnare qualche puntata in un rock parecchio soft e nel pop, dando così vita ad un lavoro leggero e facilmente assimilabile, che oscilla tra le varie Vixen e Heart degli '80 e l'AOR di stampo americano. Pur non presentando una proposta varia ed eterogenea, anzi fin troppo standardizzata, i Dante Fox riescono comunque a convincere utilizzando altre carte che possono giocare a loro favore, e in particolare un song-writing d'alta classe ed eleganza in grado di costruire sempre melodie cariche di energia e positività e ritornelli avvincenti, oltre alla superba prova tecnico-strumentale dell'intera band e all'ottima e nitida produzione.
Si parte in pieno stile AOR con The Last Goodbye, il cui ritornello arioso ed iper-melodico, peraltro bellissimo, lascia intendere la cura e l'attenzione che la band inglese pone per le melodie, ci si addentra invece in sonorità più orientate all'hard rock con l'energica Firing Guns, in cui ottima risulta l'interpretazione aggressiva e sempre su alte tonalità della cantante ed il guitar-work di Manford, molto soft e tendente al pop Hold On Your Hand, che non riesce a tenere il passo delle precedenti, tutto sommato non male ma che rischia di stancare dopo qualche ascolto, Breaking Me Down è un altro ottimo brano, che fa ancora affidamento su linee melodiche e refrain convincenti ed affascinanti. Goodbye To Yesterday è una romantica e radiofonica ballad che si farà apprezzare facilmente fin dal primo ascolto, sempre in bilico tra soft rock ed AOR, una song che potrebbe essere una potenziale hit da classifiche, e si va avanti ad altissimi livelli prima con Walking The Line, in cui strofe, bridge e refrain sono tutti caratterizzati da un alto tasso melodico ed adrenalinico, poi con Love Tried To Find You, altra song melodica, energica e romantica, in cui Sue Willetts vi riporterà alla mente la grande Bonnie Tyler, i riff taglienti e ruvidi di Save Me danno invece una direzione stilistica più hard-oriented al pezzo in questione. Lucky One's alterna parti quasi jazzistiche alla Toto o Chicago ad altre più tipicamente melodic rock, infine la suite finale Under The Seven Skies di ben nove minuti, quasi un sunto di ciò che la rock band inglese ci ha fatto vedere per tutta la durata del CD, più malinconica delle altre canzoni ma sempre in possesso di azzeccate melodie e ritornelli da brividi, cosa questa che ha caratterizzato l'intera release.
Gradita sorpresa questo Under The Seven Skies, difficile infatti immaginare un come-back così positivo da una band lontana dalle scene da quasi un decennio, e soprattutto difficile pensare ad una formazione così valida ed in gran forma, nella quale spiccano su tutti il chitarrista Manford e la bionda vocalist Sue Willetts. Sarà forse la presenza della voce femminile a fare avvicinare il gruppo ad altre ‘rock girls' dall'illustre passato, dalle Heart a Bonnie Tyler, ma di certo questo è un album sicuramente in grado di appassionare tutti gli amanti del rock melodico.