- Mats Nilsson - Voce
- Bobby Ho - Chitarra
- Stefan Halldin - Batteria
- Robban Möller - Basso
1. A Little Bit Of Everything
2. Down
3. She
4. There Is No God
5. Things That You Do
6. I Don’t Believe
7. I Can Feel It
8. New Religion
9. Hold On
10. State Of Mind
11. Some Kind Of Hate
12. Dying For A New Day
Some Kind Of Hate
Gli svedesi MarysCreek, formatisi nel 2004, arrivano alla produzione del loro primo full-lenght Some Kind Of Hate, disco dall’artwork molto oscuro che in realtà si discosta in larga misura dalle atmosfere che lo caratterizzano.
La musica del quartetto è infatti creata dallo scontro tra i riff squadrati e distorti macinati dalla chitarra di Bobby Ho e la voce melodica e dolce ma sempre accattivante di Mats Nilsson, che si spreca fin troppo frequentemente i cori e ritornelli molto orecchiabili; il tutto supportato da una sezione ritmica piuttosto statica che, come di consueto accade nei complessi hard rock, fa il suo sporco lavoro senza essere troppo valorizzata.
Vi è inoltre da notare come l’inventiva dei MarysCreek sia penalizzata a favore di una riproposizione degli stilemi classici del genere. Nonostante questo, il gruppo riesce a non risultare particolarmente scontato, grazie ad un accorto alternarsi di strofe cantate, nelle quali la parte strumentale è ridotta ad un debole accompagnamento, e riff prorompenti, potenti, freschi e coinvolgenti, e complici inoltre i travolgenti assoli di chitarra dai richiami vanhaleniani; un enorme contributo è dato inoltre dall’ottima produzione di Fredrik Nordstrom, importante personaggio della scena rock/metal svedese, che valorizza in particolare il suono della sei corde rendendolo pieno e corposo.
Si notano dunque alcuni brani molto ben fatti come A Little Bit Of Everything, dall’incipit molto accattivante per quanto non di certo innovativo, Down, caratterizzata da linee vocali tendenti al pop, la energica There Is No God, la più varia Things That You Do, la cadenzata I Can Feel It e Hold On, dal refrain molto catchy e piacevole per quanto eccessivamente prolisso.
In generale comunque i pezzi risultano di buon livello, ma tutte le canzoni sono costruite con la medesima struttura, tempi quasi identici, riff molto simili tra loro: non vi è nessuno stacco nel ritmo, nessun brano che spicchi sugli altri, e le singole canzoni finiscono per essere una monotona variazione sullo stesso tema.
Some Kind Of Hate è dunque un disco composto da brani piacevoli, ben fatti e ben studiati, sicuramente apprezzabili da chi non disdegna le melodie dolci e catchy. Nel complesso il disco manca però di dinamismo e varietà, difetto che pesa moltissimo sul giudizio finale rendendolo alla lunga un lavoro anonimo.