Di solito nella musica si tende a focalizzare dei punti di riferimento, degli iniziatori, delle avanguardie o semplicemente delle realtà di spiccato livello. Tale procedimento però può a volte comportare delle limitazioni, se non anche dei grossolani errori. Questo potrebbe essere il caso della cantautrice Frida Hyvonen e del suo debut-album Until Death Comes. Nonostante infatti si pensi sempre in tale ambito musicale alla triade femminile Laura Nyro, Carole King e Joni Mitchell, questa ragazza dalla Svezia non intende certo limitarsi a lustrare le scarpe alle leader del songwriting.
Un sound più cristallino, gelido, ricco della propria terra e della sua ricchezza naturale e paesaggistica: Frida propone dieci brani per un debutto ad alto livello; il mood è decisamente vario e fortemente coinvolgente. Si spazia da situazioni di maggiore serenità o energia come in Come Another Night, ad altre dove una dolce malinconia pervade spirito e corpo dell’ascoltatore.

L’esempio meglio riuscito e che riesce a ottenere un impatto notevole sull’animo è la sesta Today, Tuesday, nella quale un giro di piano in sottofondo innalza una dolce fragranza, per fondersi subito con la bellissima voce della cantautrice. Così la ragazza scandinava conquista, oltre al suo paese, tutta Europa, grazie anche all’appoggio di una solida label, la Secretly Canadian (etichetta di Early Day Miners, Magnolia Eletric Co, Jason Molina, The Earlies, Windsor For The Derby). A sancire ulteriormente un successo pressoché immediato, sta anche il tour mondiale da riflettori con i Jens Lekman, Josè Gonzales e i The Concretes. Da notare infine N.Y., canzone celebrativa della città patria del cantautorato; inneggiando alla sua atmosfera romantica e all’attrazione calamitante della Grande Male sulle persone, si assicura anche un bigliettino da visita importante per l’approvazione del suo prodotto oltreoceano.