Voto: 
8.2 / 10
Autore: 
Iacopo Fonte
Genere: 
Etichetta: 
In The Night Time
Anno: 
2006
Line-Up: 

:
- Lorenzo Manetti – voce, piano
- Tiziano Bellini – chitarre, sintetizzatore
- Astrid Morrigan – basso sintetizzatore
- Tommaso Chiani – batteria


Tracklist: 

:
1. Preludio
2. La Vestizione
3. Madre Nella Veglia
4. Golgota
5. Le Vene Di Lucretia
6. Teste di Morte
7. Santa Violenta
8. Bruciando Venezia
9. Harem
10. La Morte Degli Amanti
11. La Morte degli Antenati
12. Harem (New Version)

Le Vene Di Lucretia

Le Vene Di Lucretia

Sono la novità italiana più grande dell’anno e probabilmente lo saranno per più di trecentosessantacinque giorni. Le Vene Di Lucretia riscoprono sonorità ormai sepolte, inventandosi finalmente un post-punk italiano che sia ai livelli dei migliori Diaframma o delle liriche più intriganti e fantasmagoriche dei Joy Division. Da autentica rivelazione dunque, la band di Firenze – capitale della darkwave italiana – sta già dando prova su molti palcoscenici delle sue qualità e delle capacità live; pareri positivi stanno piovendo da ogni dove, per encomiare le ballate sepolcrali dei neoesordienti LVDL che debuttano con l’omonimo album sotto la più volte citata – e non si può fare a meno di lodarne il lavoro – In The Night Time. La voce di Lorenzo Manetti, che ci presenta un revival estetico di Peter Murphy, è quanto mai intrigante ed espressionista. I brani assumono tonalità di perversione e annichilimento, grazie a intrecci strumentali degni della Londra post-punk più decadente. Espressione di questa ondata artistica di primo ordine è la seconda vertiginosa e brillante La Vestizione.

Attraverso il trono regna la mia giovane sposa, la sento addosso cammina su di me, un semplice gesto per lei; Madre mi osservi nella stanza che brucia i tuoi occhi, mi guarda mentre si scioglie, bruciami e bruciami ancora. Negli Occhi di un angelo trovo la morte, hai gli occhi di un angelo, dimmi chi sei?...

E’ questo solo un assaggio dell’oscura poetica dei LVDL; le liriche, spiazzanti e rocambolesche, si conciliano perfettamente con le ritmiche sepolcrali e le strutture melodiche di basso, atte a creare atmosfere suburbane. In esse l’impatto immaginifico dei testi viene ancora più ampliato e assume maggiore fascino.
Si passa poi da situazioni sonore più oppresse, ad altre più distese come è il caso della malinconica e strumentale La Morte degli Antenati e dell’intro della title-track, brano che viene ad assumere poi toni lirici molto accentuati, quasi splatter, e decadenti (“Spezzerò gli specchi per tagliarti le Vene e per donarti la vita”). Da qui si può godere dell’evoluzione sonora ordinata e narcotica della politica Teste di Morte (con un netto riferimento alle marce naziste). Altro sprazzo estremamente godibile è sicuramente la paranoica e tagliente Santa Violenta. Il combo fiorentino dà vita a riff acidi e altalenanti, ricordandosi delle lezioni punk-dark di fine anni ’70, inizio eighties, in cui la band della talentuosa Siouxsie stava dando vita a un nuovo modo di intendere la musica.
Così facendo, le dodici tracks spaziano ampiamente tra sensazioni e immagini (si può godere perfino di soluzioni goth rock alla Sisters Of Mercy nella dinamica Harem – migliorata nella versione di bonus –), esaltate da liriche e arrangiamenti opprimenti. E’ un debutto oscuro, inquietante per certi versi; Le Vene di Lucretia sono una band assolutamente da seguire: bravissimi.


NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente