Voto: 
5.8 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
MTM Music/Frontiers
Anno: 
2000
Line-Up: 

- Frederic Slama - tastiere, chitarra
- Doug St John - voce
- John Fluker - voce
- Kristoffer Lagerström - voce
- Richard Page - backing vocals
- Steve George - backing vocals
- David Chamberlin - voce, chitarra
- Steve Lukather - chitarra
- Michael Landau - chitarra
- Peter Friestedt - chitarra
- Michael Thompson - chitarra
- Tommy Denander - tastiere, chitarra
- Peter Hume - tastiere, chitarra
- David Diggs - tastiere
- Tony Franklin - basso
- Hussain Jiffry - basso
- Lenny Castro - percussioni
- Vinnie Colaiuta - batteria
- Jeff Porcaro - batteria
- Carlos Vega - batteria
- Gregg Bissonette - batteria
- Tom Saviano - sax
- Dan Higgins - sax

Tracklist: 

1. Never Gonna Let Her Go
2. On Dangerous Ground
3. Caught Inside Your Heart
4. Worlds Away
5. In My Crystal Ball
6. The Way Of The Night
7. Leave Her To Heaven
8. Only In My Dreams
9. From L.A. To Tokyo
10. Lost In Your Eyes
11. Don't Let Her Go
12. Love Has Found Its Way
Bonus Tracks:
13. Can One Of Your Kiss Do All This?
14. Secrets In Her Heart
15. The Spark Of My Soul
16. Never Gonna Let Her Go (New Instrumental Version)

AOR

L.A. Concession

Non poteva scegliere nome più indicativo il giornalista e musicista francese Frederic Slama per il suo progetto musicale, da lui ideato dopo essersi innamorato di Los Angeles e della California, e di conseguenza di quelle musicalità West Coast, iper-melodiche e cromate, che avevano portato l'AOR statunitense a dominare la scena musicale degli anni '80. Il transalpino inoltre si circonda dei più grandi artisti che avevano fatto la storia di questo genere, cosa che come vedremo però non può essere sufficiente a far rinascere e rinvigorire nel 2000 un genere che ha trovato il suo periodo di maggior splendore circa venti anni prima, infatti L.A. Concession è una ristampa, edita sempre dalla tedesca MTM, del debut album degli AOR, difficile da reperire a causa della sua limitata tiratura già nel 2000, anno in cui appunto vide la luce.
Un cast d'eccezione si era messo al lavoro per quest'album, tra i tanti basti ricordare Steve Lukather e Jeff Porcaro dei Toto, Gregg Bissonette, Michael Landau, Tommy Denander, Tony Franklin dei Quiet Riot, fornendo prestazioni tecniche d'alto livello, cosa su cui penso nessuno potesse dubitare, ma purtroppo le varie song che si susseguono nel presente disco difettano di mordente e si limitano a proporre uno scialbo AOR molto soft ed orientato su sonorità pop-rock. Intendiamoci bene non abbiamo niente contro il pop, specie se ben fatto, ma la realtà delle cose è che l'album nel complesso risulta troppo moscio e monotono nella ricerca di soluzioni melodiche romantiche e malinconiche.

Tra i brani che più convincono possiamo certamente menzionare l'opener Never Gotta Let Her Go, che sembra ripercorre le gesta dei Toto più romantici e rilassati, riproposta anche in versione interamente strumentale nella bonus track finale, poi Worlds Away è anch'essa una buona canzone, sempre giocata su atmosfere soft e rilassate favorite anche dal delicato lavoro delle backing vocals, ma la migliore in assoluto mi è sembrata essere Leave Her To Heaven, proprio grazie alla maggior grinta espressa dal suo impianto melodico ed al bel refrain, tutto ciò senza perdere quell'appeal suadente e romantico che negli intendi di Slama doveva caratterizzare l'intero lavoro. Facile farsi cullare dal suono delle tastiere nella dolce quiete di On Dangerous Ground, ed anche The Way Of The Night è un bel brano impreziosito da chorus delicati e patinati, mentre il bel lavoro di Castro alle percussioni non aiuta a risollevare Caught Inside Your Heart da una certa mediocrità, come neanche l'ottima performance canora dei vari singer che si alternano al microfono. Infatti si è in presenza purtroppo di tutta una serie di brani dallo scarso appeal, dove neanche le linee melodiche, fattore primario in lavori del genere, riescono a conquistare, come nelle insipide From L.A. To Tokyo o In My Crystal Ball, anche Lost In Your Eyes e Love Has Found Its Way, quest'ultima particolarmente pop-oriented, come Don't Let Her Go, sono tutti pezzi davvero modesti, e la musica non cambia molto neanche con le quattro bonus track finali, ma si rischia addirittura di peggiorare con episodi come The Spark Of My Soul.

In definitiva L.A. Concession, nonostante la vasta e qualitativamente alta schiera di musicisti presenti, rischia di non accontentare il sempre più esigente pubblico del rock melodico, eccezion fatta per qualche limitato episodio di alta classe, infatti l'album che insiste fin troppo su melodie ed atmosfere romantiche, patinate e rilassate, finisce spesso nel diventare sdolcinato e noioso.

 

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