:
- Florian Zimmer
- Christoph Brandner
:
1. Dead Days
2. This Ain’t No Place
3. Off The Valley
4. During This Course
5. Everyone Was There
6. Videos & vehicles
7. Troubled Sleep
8. All We See
9. One
10. Noone
Saroos
Saroos sarebbe il nome di un luogo immaginario, che prende spunto dalle menti di due ragazzi tedeschi – Florian Zimmer e Christoph Brandner – conosciutisi a Monaco per la collaborazione con i Lali Puna di Valerie Trebeljahr. A cominciare dunque dalle prime e immediate esperienze elettroniche, il duo mitteleuropeo approfondisce un sound molto vario che spazia dal beat minimalista, a strutture ambient più articolate, con sprazzi di rap (di cui è un bellissimo esempio During This Corse), distorsioni rock e suoni noise. Si ha proprio a che fare con una flora di suoni e loop che si mischiano egregiamente in un tessuto sonoro compatto e ben strutturato, senza accennare mai a segni di discontinuità. Al contrario perfino le parti più acide o dissonanti assumono un significato importante, se non decisivo, per la modulazione del mood del disco, come si può subito comprendere in Dead Days. Per esemplificare si può rimandare all’ultimo Nuccini (Matters of Love And Death, 2006), ai lavori del nostrano Teho Teardo (la cui ultima fatica è classificata sotto il marchio dei Modern Institute), fino a toccare il mood più etereo dei padri dell’ambient – fra cui l’immancabile Brian Eno in Off The Valley -.
La consequenzialità delle tracce è talmente fluida e rilassante che non ci si accorge di un passaggio netto da brano a brano; emerge nettamente un filo concettuale guida che lega assieme i brani in dieci schizzi di tonalità però profondamente varie. Una leggera contaminazione trance si sente poi in Videos & Vehicles, fattore che fa chiaramente comprendere l’effetto ricercato dai due berlinesi. La componente particolarmente pregevole è infatti la sfumatura di rilassamento che perennemente caratterizza il disco, toccando dei picchi nell’acustica Troubled Sleep.
In tale contesto i Saroos con il loro omonimo debut-album si preannunciano come band dalle grandi qualità e d’inventiva. Il sincretismo musicale è certamente una carta importante, che qui viene ben giocata e che lascia infine ben sperare in un sequel che sia all’altezza di questa prima prova.