- Oliver Hartmann - voce, chitarra
- Mario Reck - chitarra
- Armin Donderer - basso
- Juergen Wuest - tastiera
- Dario Ciccioni - batteria
1. Coming Home To You
2. The Sun's Still Rising
3. My Everything Is You
4. Somewhere Someday
5. Just For You
6. I Don't Want To Know
7. Higher Than Me
8. Why Do I
9. Millionaire
10. Crying
11. Lay All Your Love On Me
Home
Secondo album per gli Hartmann, band che prende il nome dal suo leader Oliver Hartmann, i quali rilasciano sempre per la Frontiers, dopo avere esordito nel 2004 con Out In The Cold, Home. In realtà la carriera di Oliver (classe 1970), nonostante la sua ancora giovane età è già parecchio lunga e ricca di esperienze, passando dall'hard rock degli Heat e degli At Vance al prog rock dei Centers, tutte band con le quali il cantante e chitarrista tedesco ha ottenuto un discreto successo, specie in terra propria.
Arma a suo favore è certamente la voce calda e passionale, oltre una certa bravura nel maneggiare la sua sei corde, proponendo un hard rock mai troppo spigoloso, ma anzi leggero e morbido, con prevalenti e nette sfumature AOR ed anche qualche piccola contaminazione blues e gospel, quest'ultimo elemento ben evidente in certi coretti presenti in alcune song contenute nel presente CD, esemplare in tal senso risulta Crying.
Di contro invece un song-writing poco fresco e soprattutto poco vario ed un costante uso di sonorità lente e malinconiche rischia di far divenire l'intero lavoro un po' statico e in alcuni frangenti quasi a senso unico, fortunatamente solo a tratti mieloso e noioso, tanto che molte, fin troppe, sono le ballad rintracciabili scorrendo la tracklist, come My Everything Is You, brano dall'accentuata attitudine pop ed anch'esso con annessi coretti gospel comunque piacevole, I Don't Want To Know, lenta e dalle tristi atmosfere ma che finisce poi per risultare mielosa, la già citata Crying o la closer Lay All Your Love On Me, acustica e malinconica anch'essa.
Episodio migliore dell'album è sicuramente Why Do I, un brano davvero piacevole e frizzante in possesso di un bel refrain e di una superba prestazione dell'italiano Dario Ciccioni dietro le pelli, ma anche la seguente Millionaire o l'opener Coming Home To You possono considerarsi ottimi brani AOR influenzati dalla scuola statunitense dei vari Survivor e Foreigner, mentre ben poco hanno da dire altri pezzi come The Sun's Still Rising, Somewhere Someday, Just For You, quest'ultima molto bella nelle strofe ma penalizzata poi da un ritornello scontato e dallo scarso appeal, un vero peccato perché poteva essere un pezzo straordinario, o la più lunga e tirata Higher Than Me, tutte canzoni di medio livello che non hanno certo tutte le credenziali necessarie per potersi accaparrare le attenzioni e le simpatie degli amanti più esigenti del melodic hard.
L'ottima e cristallina produzione non può che agevolare il sound voluto dalla band tedesca, che in definitiva ci consegna un album un po' incostante, alternando episodi davvero piacevoli ad altri più insipidi, mentre tutti i membri del gruppo sfoderano una prestazione eccellente, cosa che se da un lato lascia presupporre lavori di maggior portata in futuro, dall'altro invece legittima a pretendere dagli Hartmann lavori più gustosi e completi.