- Jacob Bannon - Voce
- Kurt Ballou - Chitarra
- Nate Newton - Basso
- Adam Mc Grath - Batteria
1. Heartache
2. Hellbound
3. Sacrifice
4. Vengenace
5. Weight Of The World
6. No Heroes
7. Plagues
8. Grim Heart / Black Rose
9. Orphaned
10. Lonewolves
11. Versus
12. Trophy Scars
13. Bare My Theeth
14. To The Lions
No Heroes
Tecnologico, futurista, cacofonico, duro, sperimentale, possente: potremmo andare avanti per ore nel descrivere il sound dei Converge che da qualche anno a questa parte si sono gettati nella mischia della musica estrema uscendone tra i principali vincitori. L'ultima fatica No Heroes è la prova lampante dell'abilità compositiva di questo gruppo che, tra un riffing distruttivo e spinte sperimentali di rilievo, ha partorito l'ennesimo concentrato di odio e brutale futurismo, sottoforma di un metal estremo che affonda le sue radici nel noise più cacofonico, nelle sonorità heavy più alternative e in quell'indecifrabile cosmo espressivo che è il math-hardcore statunitense.
Il trittico iniziale Heartache, Hellbound e Sacrifice procede esattamente su queste sonorità, producendo un caos strumentale e atmosferico devastante, mediante un songwriting estremamente massiccio, grave, ma d'altra parte compatto e vorticoso; senza tralasciare momenti decisamente più oscuri ed enigmatici (Vengeance), soffocanti e taglienti (Lonewolves e Versus), No Heroes si concede però anche a momenti più riflessivi e spiccatamente melodici che, tirate le somme, risultano essere i veri capolavori dell'album, ovvero Weight Of The World (prima ed unica "pausa" del disco con i suoi toni dismessi e ipnotici) e Grim Heart/Black Rose, episodio melodico e trascinante, ma non per questo privo del solito riffing imponente e deciso. Terminato il colosso centrale si va avanti con Orphaned che, con le sue sonorità tra post rock e punk, è indubbiamente uno degli episodi più interessanti e bizzarri del lotto, come anche la distruttiva To The Lions e la più incisiva Bare My Theeth (altro momento tra i più significativi dell'album).
A supportare infine la bellezza di No Heroes, contribuisce anche una cura arrangiamentale meticolosa e una produzione in grado di sottolineare e di rafforzare la portata devastante del sound Converge; per questo, chi non gradisce le sfuriate estreme e il distruttivo impatto sonoro del disco, può farsi tranquillamente da parte: a vincere sarà solo il masochismo di chi, in quest'assurda e labirintesca epopea musicale, riuscirà a rimanere integro.