- Freddy Curci - voce, batteria, basso, chitarra, piano
- Joey Scoleri - chitarra
- Paul Marangoni - batteria
- Joey Greco - batteria
- Ken Malandrino - basso
- Jason Hook - chitarra, basso
- Ross Greene - piano, organo
1. All It Takes Is A Minute
2. How Much Longer Is Forever
3. One Man Alone
4. Dangerous
5. I'm Running Home
6. Everybody's Watching
7. No Surprise
8. The Sky Is Falling
9. The Devil's Dance
10. Who Do You Think You Are
11. Crash The Mirror
Zion
Zion è il nuovo progetto di Freddy Curci, cantante e song-writer di gruppi dal più che rispettabile ricordo come Sheriff ed Alias, che segna così, grazie a quest’album omonimo edito dalla nostrana Frontiers, ormai principale protagonista nell’ambito del Melodic Rock, il suo atteso come-back. In questa nuova avventura Curci è affiancato da musicisti che in qualche modo le loro brevi ma significative pagine nella storia del genere le hanno scritte, come Jason Hook già nei BulletBoys o Paul Marangoni dei Coney Hatch, oltre ad una vasta schiera di compositori di tutto rispetto, visto che lo stesso Curci ha personalmente scritto gran parte delle varie traccie usufruendo della collaborazione di Jeff Paris, Steve DeMarchi già suo partner negli Sheriff, Marc Ribler e Bob Marlette.
Si può notare allora che i presupposti per un grande album sembrano esserci tutti, ma alla fine ci si accorge invece che qualcosa sembra esser mancato. Innanzitutto la registrazione lascia parecchio perplessi e soprattutto delusi, ma anche la vena compositiva del buon Curci sembra aver perso lo smalto dei giorni migliori, come se il periodo di inattività abbia influito in maniera negativa anziché contribuire a ricaricare l’indiscusso talento compositivo dell’ex singer degli Alias. Non mancano comunque episodi ben riusciti, già dall’iniziale All It Takes Is A Minute che apre il lavoro percorrendo un buon AOR di classe, anche se non mancano i riferimenti, anzi alla fine risultano superiori, all’Hard melodico già accennato dagli Alias nella loro breve carriera, cosa che risulta evidente già dalla successiva How Much Longer Is Forever o nella più discreta Who Do You Think You Are. Anche Dangerous è una buona song di Hard melodico, grintosa e d’impatto, come bellissima è The Sky Is Falling, tra i brani migliori del lotto, penalizzata però, anche più delle altre, da una registrazione assolutamente deludente, ed ancora Crash The Mirror, intenso mid-tempo posto a chiusura. Discrete e carine le ballad I’m Running Home e The Devil’s Dance, mentre gran parte dei restanti brani risultano scialbi e poco riusciti, non convincono affatto infatti episodi come One Man Alone, Everybody's Watching o No Surprise.
Non siamo di fronte ad un album cattivo, in fondo sarà possibile trovare buone canzoni e specie i fan più fedeli potranno trovare Zion piacevole, ma certamente può parlarsi di mezza delusione, visto che quasi la metà dei brani presenti hanno ben poco da dire ed anche quelli più validi finiscono per essere svuotati dal loro effettivo valore a causa di una registrazione poco consona.