Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Jacopo Prada
Genere: 
Etichetta: 
Exess/Venus
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Luisa Cottifogli - voce
- Valentino Bianchi - sassofono
- Andrea Costa - violino
- Gionata Costa - violoncello
- Stefano Ricci - contrabbasso


Tracklist: 

1. Momento Morto (04:17)
2. Neon-Sun (03:46)
3. La Nonna Di Frederick Lo Portava Al Mare (03:48)
4. The Robots (04:05)
5. Nero Vivo (03:36)
6. La Danza Delle Sciabole (02:16)
7. Grigio (04:42)
8. Heroes (06:02)
9. Deux Heures De Soleil (04:04)
10. Kristo, Si! (03:33)
11. Rospo (03:33)
12. Highway Star (06:40)

Quintorigo

Quinto

Fuori dagli schemi ed assolutamente all’avanguardia: questi sono i Quintorigo, giunti ormai alla loro quinta pubblicazione discografica. Dopo aver debuttato nel 1999 con Rospo, la band italiana ha dato grande prova di sé in numerose occasioni. La dimensione più adatta al complesso di Valentino Bianchi e compagni è senza minima ombra di dubbio quella live. Memorabili restano le esibizioni al Festival Di Sanremo, dove nel 1999 e nel 2001 gli venne assegnato il premio per il miglior arrangiamento, ed all’Arezzo Wave dell’ormai lontano 1998. Dal vivo i Quintorigo hanno sempre dimostrato una classe innata e per questo sono stati chiamati a suonare persino al concerto del primo maggio in Piazza San Giovanni a Roma, oltre che al prestigioso festival Umbria Jazz. Importanti sono state anche le campagne umanitarie tenute in favore di Amref e Greepeace, associazioni a cui i Quntorigo sono ormai legati da diversi anni. Nel 2005 un colpo di scena: lo storico singer John De Leo abbandona il complesso romagnolo e viene sostituito dalla talentuosa Luisa Cottifogli. Esce quindi nel 2006 Quinto, per l’appunto il quinto full lenght targato Quintorigo.

L’album altro non è se non una raccolta di vecchi brani scritti dal gruppo italiano durante la propria carriera riletti in una nuova chiave. Si tratta perciò di una prova generale per la nuova cantante, Luisa, divenuta il vero punto di riferimento nel sound della band. La capacità di amalgamare elementi quasi contrastanti è sempre stata una caratteristica dei Quintorigo, ma in Qunto tutto ciò appare veramente sbalorditivo. La varietà stilistica fra i vari pezzi è quasi imbarazzante: si passa dal Jazz intriso di Prog dell’iniziale Momento Morto alle musicalità vicine al Reggae di La Nonna Di Frederick Lo Portava Al Mare. In quest’ultima fondamentale è l’apporto della sezione fiati, capace di ricreare un emozionante suono caldo e solare, in piena sintonia con lo spirito della canzone. Inedita è invece la cover di The Robots, memorabile brano scritto dai pionieri dell’Elettronica tedesca: i Kraftwerk. I Quintorigo interpretano a modo loro il successo del complesso teutonico senza però eguagliarlo, cosa praticamente ovvia quando si parla di Ralf Hütter e compagni.

I pezzi riproposti dimostrano un certo attaccamento da parte del gruppo ai lavori più datati. Non è un caso, d’altronde, se da Rospo (1999) sono estratte ben sei tracce su dodici: la titletrack, Deux Heures De Soleil, Momento Morto, Kristo, Si!, Nero Vivo e Heroes, singolare cover della celebre canzone di David Bowie. La prova di Luisa Cottifogli è esemplare, anche se servirà diverso tempo per abituarsi a tali musicalità. Il principale difetto di Quinto è proprio l’essere un disco spesso pesante, difficile da assimilare vista la sua incredibile versatilità. I capitoli migliori sono pertanto quelli più diretti, apprezzabili dopo un limitato numero di ascolti. Ciò non toglie, però, che la strampalata cover di Highway Star (Deep Purple) si possa considerare un autentico capolavoro. Il brano è assolutamente folle: al posto della chitarra del magico Ritchie Blackmore si trova una scatenata sezione di fiati, che dà indubbiamente il meglio di sé durante il lungo ed indemoniato assolo, chiudendo con estrema vivacità un album a tratti controverso.

Quinto non è semplicemente un album dei Quintorigo, ne rappresenta, al contrario, una tappa fondamentale nello sviluppo sonoro. La voglia di sperimentare, il bisogno di spingersi oltre i limiti raggiungono qui il loro apice creativo, andando ben oltre quelli che sono gli standard oggigiorno. Proprio per questo motivo l’ascolto di Quinto è consigliato unicamente ad un pubblico esperto, dotato di un background che va dal Jazz al Progressive Rock, dal Funky al Blues. Per tutti gli altri sarà veramente difficile riuscire ad apprezzare un disco del genere, un disco reso ancor unico più dal particolarissimo timbro vocale di Luisa Cottifogli.

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