- Tony Moore - voce
- Mark Reale - chitarra
- Mike Flyntz - chitarra
- Don Van Stavern - basso
- Bobby Jarzombek - batteria
Guests:
- Joe Lynn Turner - voce (in Killer)
1. On Your Knees
2. Metal Soldiers
3. Runaway
4. Killer
5. Dance Of Death
6. Storming The Gates Of Hell
7. Maryanne
8. Little Miss Death
9. Black Leather & Glittering Steel
10. Racing With The Devil On A Spanish Highway
Privilege Of Power
I newyorkesi Riot rilasciano nel 1990 il loro settimo studio album, dopo una carriera costellata da grandi successi capaci di strappare consensi, come Rock City, Narita, Fire Down Under ed il grandioso Thundersteel del 1988, release che rappresenta la prima volta dell’ottimo cantante Tony Moore nelle fila dell’act americano. The Privilege Of Power, oltre a mantenere l’elevata qualità dei suoi predecessori, riesce anche a presentarsi fin da subito come un lavoro estremamente innovativo ed in certi aspetti sperimentale per quelli che erano stati i canoni propri della musica di Mark Reale e soci, in quanto vengono inserite lunghe intro, una sezione di fiati presente in un paio di brani e melodie molto orientate agli stilemi Hard Rock, anche se la band americana si è sempre contraddistinta per la sua versatilità nell’affrontare con ugual naturalezza e risultati Heavy, Power e Hard appunto.
E’ proprio una lunga intro dove si sente cambiare varie stazioni alla radio, e per qualche secondo si sente in sottofondo persino la sigla di A-Team, ad anticipare la prima traccia On Your Knees, che si avvale di una sezione ritmica alquanto potente, e che guarda caso in alcuni spezzoni dà proprio la sensazione di una sigla televisiva, e arriva subito il primo piccolo capolavoro dell’album, cioè Metal Soldiers, pezzo Heavy potente e melodico con un refrain accattivante ed aggressivo che trova il suo unico limite in quella lunga intro di quasi due minuti, si continua sugli stessi livelli poi con Runaway, power ballad che rappresenta uno dei punti più alti di questo full-lenght e dell’intera discografia degli americani, con una prestazione suprema delle chitarre che pennellano una malinconica e stupenda melodia accompagnata dalla grande performance vocale di Tony Moore. In Killer è presente un ospite di tutto rispetto, Joe Lynn Turner infatti si affianca al singer di casa nell’interpretazione di quest’altro buon pezzo Heavy, sempre una lunga intro, stavolta diversa e piacevole nella sua musicalità tipicamente giapponese, apre Dance Of Death, tirato ed aggressivo brano che staziona tra Heavy e Power, come anche la successiva Storming The Gates Of Hell, aperta questa da un breve squillo di trombe. Altro immenso capolavoro è Maryanne, semiballad che sa essere struggente, aggressiva ed adrenalinica al tempo stesso, con strofe melodiche e refrain da brividi, mentre con l’accoppiata Little Miss Death e Black Leather & Glittering Steel i nostri riprendono ad andarci più pesantemente, ma mantenendo sempre cura e gusto per le linee melodiche, ed infine si conclude con la lunga ed interamente strumentale Racing With The Devil On A Spanish Highway, cover di Al DiMeola e buona a mostrare l’elevata tecnica esecutiva di questi musicisti.
Privilege Of Power è un album bellissimo, che incontra il suo principale e forse unico limite in quelle lunghe intro presenti su molti dei brani presenti, intro che spesso risultano noiose e quasi irritanti per l’ascoltatore che con ansia aspetta l’arrivo delle ottime canzoni, alcune delle quali, Maryanne, Runaway e Metal Soldiers su tutte rappresentano uno dei punti più alti della trentennale carriera di questa metal band.