- Carlo "CarlettoFX" Sagradini - voce
- Alessandro "J.J. Muscolo" Ronconi - chitarra
- Denis "Mitchell" Valentini - basso e percussioni
- Max Vicinelli - tastiere
- Matteo "Teo" Monti - batteria
- Michele "Sdrushi" Romagnoli - fonico
1. Ginecology (00:35)
2. Senza La TV (03:07)
3. Pecoroni (04:12)
4. Lapolverino (01:03)
5. Balla Coi Lapi (03:12)
6. Goldrake Al Ristorante (03:29)
7. La Mia Golf (03:33)
8. Autogrill (03:36)
9. Dur De France (03:17)
10. Sindrome Di Topo Gigio (03:49)
11. N-Euro (03:20)
12. Latin Lover 2 (03:00)
13. Giambel V (03:59)
14. Vedo Non Vedo (03:09)
15. Interrogation De France (03:03)
16. Prot! (02:32)
17. Giornata Mesta (04:29)
18. Ti Tiro Dei Nomi (02:58)
19. Autogrill Reprise (03:02)
20. Rock Stars (02:57)
21. Mai Ali Ai Maiali (03:14)
Ginecology
Terzo full lenght ufficiale per gli amanti della risata e del triangolo nei bermuda, i Gem Boy. Passati due anni dal divertentissimo Sbollata, i sei maniaci emiliani tornano alla ribalta con un lavoro dal titolo alquanto esplicito: Ginecology. In questi mesi, Carletto e company hanno proposto dal vivo i classici di sempre, sperimentando nuovi suoni e variando spesso la formazione on stage. Il tutto mentre sulle televisioni nazionali veniva passato il loro singolo 2 Di Picche e nelle radio Carlo E Licia, due fra i brani meno spinti del combo demenziale italiano. Prese in giro, critiche, beffe di ogni tipo: tutto questo è Ginecology, full lenght che sorprenderà (in negativo purtroppo) chi non si aspettava nulla di nuovo in casa Gem Boy. Sulla copertina si trova appunto la celeberrima astronave Ginecology ed il suo fantasmagorico equipaggio. Come da tradizione il booklet include tutti i testi ed alcune note, conferendo così all’opera un tocco di professionalità in più.
Dopo una breve ed abbastanza banale introduzione (Ginecology), si inizia a fare sul serio con Senza La TV. Il brano presenta un sound veramente aggressivo se paragonato a quello tradizionale: le chitarre distorte ed una batteria insistente accompagnano Carletto e la sua inconfondibile voce. La produzione, decisamente sporca rispetto a quanto ascoltato su Sbollata, non fa che accentuare questa sensazione di pesantezza sonora, da sempre una delle più grandi mancanze del complesso emiliano. Senza La TV è un’arguta e condivisibile critica alla televisione ed ai personaggi che la popolano, perlopiù individui con un quoziente intellettivo pari allo zero. Segue Pecoroni (aperta addirittura dal suono di una cornamusa!), triste ma veritiera panoramica dell’italiano medio:
“Lavoro per mantenere l'auto grossa
che alza il mio ego
Vado a ballare perchè ci vanno tutti
se dicono che esiste ci credo
Compro solamente la musica
che passano alla radio
se utti hanno quel giubbotto
devo averlo anch'io nel mio armadio!”
Niente di più vero, ancora una volta, e nonostante un testo senza volgarità di alcun tipo. Lapolverino e Balla Coi Lapi, come facile intuire dai rispettivi titoli, scherzano sulle note vicende dell’aspirapolvere nazionale Lapo Elkann, rampollo di casa Fiat. Se Lapolverino non è altro che un breve preludio, Balla Coi Lapi si rivela un grandioso mix di melodie coinvolgenti e divertenti giochi di parole.
Le note dolenti iniziano con Goldrake Al Ristorante, racconto che vede il celebre robot giapponese alle prese con un menù piuttosto ristretto. Sebbene dal punto di vista prettamente musicale la traccia sia accettabile, i testi iniziano a diventare piatti e noiosi, proprio come accade nella successiva La Mia Golf, trascurabile se non fosse per il sorprendente stacco Jazz nel finale. Stesso discorso vale per Autogrill, piacevole soltanto nella frazione conclusiva, Dur De France, nonostante l’interessante materia trattata nelle liriche, N-Euro e Latin Lover 2, quest’ultima musicalmente troppo ripetitiva. Sindrome Di Topo Gigio, una malattia di cui tutti inconsciamente soffriamo, raddrizza leggermente la situazione, mentre Giambel V, il primo invincibile robot italiano, appare subito come un capitolo assolutamente azzeccato, grazie soprattutto al suo ritmo incalzante ed al refrain travolgente. Vedo Non Vedo, seppur spassosa, non raggiunge i livelli delle due track precedenti, mentre con Prot!, che segue il simpatico interludio Interrogation De France, si tocca uno dei punti più bassi dell’intero disco. Da qui in poi l’album non merita nemmeno di essere analizzato: in Giornata Mesta, Ti Tiro Dei Nomi, Rock Stars e Mai Ali Ai Maiali non c’è traccia né di testi geniali né di parti strumentali perlomeno dignitose.
Una simile delusione dai Gem Boy non se l’aspettava quasi nessuno, ma prima o poi doveva accadere. D’altronde, quando si passano anni ed anni a proporre un determinato stile e poi si cambia improvvisamente, tentando una sorta di maturazione artistica, non sempre i risultati raggiunti rispecchiano quelli che erano i propositi iniziali. In conclusione, quindi, era meglio che i Gem Boy continuassero a fare ciò di cui erano capaci, ovvero pura e semplice musica demenziale.