- Cliff Rigano - Voce
- Jason Bozzi - Chitarra
- Phil Arcuri - Batteria
- Brendan Duff - Basso
1. L5 (prologue)
2. My dying heart
3. 4039
4. Caught in the storm
5. From victim to killer
6. The innocence of genius
7. Boneyard
8. Kingdom of the blind
9. Dead mans eyes
10. Confidence vs consequence
11. Breaking the broken
12. Lying throughyour teeth
13. In memoria di
Of Vengeance and Violence
A differenza degli anni scorsi, in cui il Nu Metal impazzava ovunque, ultimamente si sono visti gruppi che più che metal band sembravano boy band camuffate, con la sola differenza che erano vestiti con un po' di nero in più. E' successo quindi che molti gruppi che inizialmente erano stati osannati come grandi rivelazioni dal futuro più che aureo, siano poi finite nel dimenticatoio nonstante continuassero a produrre e a girare mezzo mondo per propagandare la propria musica. Il caso dei Dry Kill Logic è molto simile con la differenza che sembravano tutto tranne che una boy band; grande entrata in scena con un buon numero di copie vendute e poi, il nulla. Strano da dirsi, soprattutto se l'etichetta per cui sonavano era una come la Roadrunner; eppure è successo.
Questo Of Vengeance and Violence è il loro terzo album e, già da un primissimo ascolto, si rimane piuttosto sbalorditi. Ormai avevamo preso l'abitudine di lasciarci inorridire dai prodotti Nu Metal in commercio ma questo non fa che smentire tutti i precedenti pregiudizi. Con il brano My Dying Heart ogni dubbio viene spazzato via, grazie anche (e soprattutto) a una dose massiccia di suoni duri e diretti, mischiati ad un ritornello melodico ma sporco al punto giusto. Il loro sound sembra essere rimasto quello degli antipodi, ovvero un suono secco e spiazzante dove la gran cassa della batteria, grazie anche a un sapiente uso del doppio pedale, fa un gran lavoro di "sostegno" dei brani, conferendo quelle "frequenze" a metà tra l'ovattato e il tagliente. Bisogna dire che l'intero album risulta essere una piacevole sorpresa, anche perchè ci si accorge che quegli angoli in precedenza un po' troppo appuntiti, in questo lavoro sono stati smussati, dando al gruppo maggiore professionalità e preparazione tecnica. Stiamo parlando per prima cosa del mixaggio che, pur non essendo ancora perfetto, enfatizza in modo privilegiato le basse frequenze e la voce roca e distorta del cantante. Altri punti a loro favore sono dati da una buona capacità nella costruzione dei brani, che non trasmettono mai l'idea di essere già stati ascoltati (cosa assai rara ultimamente). Ovviamente ci sono anche delle pecche, irrilevanti ma pur sempre presenti. Un esempio è dato dal brano Kingdom of the Blind che non è per nulla omogeneo al contesto di un album caratterizzato da rabbia e potenza. La canzone in questione, bisogna proprio dirlo, sembra essere una canzonetta melodica di poco conto, dove persino la voce del cantante non sembra più la stessa, da quanto è pulita. Nonostante tutto, però, il ritornello non è malaccio e può senz'altro risaltare su tutti gli altri brani del genere presenti sul mercato in questo periodo. Per fortuna Kingdom of the Blind è l'unica traccia moscia all'interno dell'album e basta skippare in avanti per ritornare alle atmosfere rabbiose e devastanti alle quali ci eravamo tanto affezionati.
In definitiva, quindi, Of Vengenace And Violence è un prodotto di alta fattura che con l'andamento di questi tempi, tiene alta la bandiera del Nu Metal vecchio stampo. Solo per questo motivo, i Dry Kill Logic meriterebbero più attenzione e un posto di tutto rilievo sia da parte dell'etichette che da parte del settore giornalistico musicale.