- Mathias Blad - voce, tastiera
- Stefan Weinerhall - chitarra
- Jimmy Hedlund - chitarra
- Magnus Linhardt - basso
- Karsten Larsson - batteria
1. Northwind (04:15)
2. Waltz With the Dead (03:49)
3. Spirit of the Hawk (03:39)
4. Legend and the Lore (03:25)
5. Catch the Shadows (04:29)
6. Tower of the Queen (04:22)
7. Long Gone By (03:50)
8. Perjury and Sanctity (04:20)
9. Fairyland Fanfare (03:23)
10. Himmel Så Trind (03:11)
11. Blinded (04:20)
12. Delusion (05:05)
13. Home of the Knave (04:11)
14. Black Tarn (Strumentale) (01:57)
Northwind
Quinto album per gli svedesi Falconer (nati dalle ceneri del gruppo Viking Mithotyn) questo Northwind, che fa riscoprire al five-piece di Mjölby il sound caratteristico dei primi due full-lenghts, datati 2001-2002. La nuova opera infatti fonde ancora Power Metal ad influenze Folk che rendono il lavoro vario e ben concepito nelle sue tinte fredde ed epiche, in contrapposizione con il timbro banale e piatto del precedente Grime Vs Grandeur.
Probabilmente è proprio il riapparizione del cantante/tastierista Mathias Blad ad aver determinato il ritorno dei Falconer alle soluzioni adottate sul convincente debutto discografico o sul successivo ed interessante Chapters From A Vale Forlorn: il suo tono clean si lega perfettamente al contesto dell’album, cullando l’ascoltatore in ognuno dei capitoli di Northwind. Gli intervalli che rimandano alla musica popolare scandinava sono numerosi e i Falconer riescono a legare queste parti al più tipico Power Metal melodico e coinvolgente con estrema abilità.
La title-track di apertura sarà sicuramente apprezzata da tutti gli amanti del Folk, poiché presenta un tessuto elaborato di chitarra con numerosi inserti di tastiere e di temi di stampo nordico: i Falconer creano piccole ballate all’interno delle architetture Power Metal di ogni pezzo e il risultato è di certo di buon livello. La tecnica in possesso della band svedese è impeccabile, come dimostrano gli interventi precisi delle sezioni ritmiche, ed eccellente è anche la produzione delle sonorità.
Alcuni episodi di Northwind sono più spalmati e distesi, come Waltz With The Dead, mentre altri assumono un alone più tirato e trascinante (Spirit Of The Hawk su tutti): sono questi ultimi i veri punti di forza dei Falconer, che danno prova di uno stile personale e di capacità invidiabili da svariate nuove formazioni della scena Power.
Ciò che stupisce del quinto full-lenght è proprio l’efficace accostamento di diversi registri, che si riconducono ad un unico ed intrigante timbro, quale quello dei Falconer: mid-tempo come Legend And The Lore, dove ampissimo è l’impiego di strumenti tipici della tradizione folcloristica, corrono parallelamente ad epiche cavalcate come Tower Of The Queen, garantendo così l’assoluta versatilità del gruppo all’interno del prodotto.
L’unica pecca rintracciabile nell’album è l’uso ripetitivo e troppo scontato degli stilemi del Power che a volte oscurano le stupende sezioni Folk plasmate da Blad e compagni: pertanto alcuni fraseggi risulteranno così irruenti da soffocare i melodici temi tessuti dalle chitarre o dai cori.
Il contesto epico e fantastico di Northwind riuscirà ad affascinare l’ascoltatore, grazie alla costruzione di un’atmosfera gelida, in piena sintonia con la copertina che ritrae il falconiere, le armi insanguinate in primo piano, un villaggio innevato e una nave vichinga al largo del fiordo. In definitiva, l’opera appare ricercata ed elegante nella sua forma, per nulla deludente e molto legata alle tradizioni delle terre d’origine del quintetto: ulteriore esempio è fornito da Himmel Så Trind, canzone interpretata nella lingua madre, che saprà ancora una volta destare l’attenzione di chi si lascia trasportare dalle sonorità Folk.