- Björn "Speed" Strid - voce
- Ettore Rigotti - chitarra, batteria, voce, tastiera
- Mirco Andreis - basso
- Claudio Ravinale - testi, voce
1. Common State Of Inner Violence (05:19)
2. Morgue Of Centuries (04:18)
3. Red Clouds (05:21)
4. Quicksand Simmetry (04:38)
5. Swallow The Flame (03:48)
6. Ocean Grave (04:06)
7. A Mirror Behind (05:35)
8. Come Forth My Dreadfull One (04:14)
9. Shattered Lives And Broken Dreams (04:16)
10. Colors Of A New Era (05:00)
Fragments of D-Generation
Veramente convincente questo lavoro dei nostrani Disarmonia Mundi, gruppo che propone un Death/Thrash sullo stile di storiche bands del panorama svedese, come Soilwork e In Flames. E alla voce è stato chiamato proprio Bjorn "Speed" Strid dei Soilwork, che garantisce una prestazione migliore di Natural Born Chaos, in cui la potenza dei riffs si accosta alla melodia delle tastiere predominanti e agli stacchi con voce clean in coro. I nostri Disarmonia Mundi poi danno una gran prova di poter suonare ad altissimi livelli, dimostrando una sicurezza e una determinazione rarissima nel nostro Paese; riescono addirittura a discostarsi dal primo autoprodotto e ottimo Nebularium, molto più progressivo e ricercato nella composizione rispetto a Fragments of D-Generation, che, pur peccando in originalità, costituisce una vera scarica di energia musicale.
L'introduzione cupa e misteriosa di Common State of Inner Violence apre l'opera con note di tastiera e chitarra, interrotta poi con brutalità dai riffs contorti delle distorte e dai ritmi veloci e trascinanti di batteria. Già da questa si comprende quale sarà l'evoluzione dell'album, in cui growl, scream e clean si presentano a più voci e dove spesso vengono utilizzati effetti elettronici per abbellire gli intermezzi.
Tali intermezzi si stagliano perfettamente dal contesto del lavoro, diventando veramente apprezzabili: oltre alla grande tecnica posseduta dai membri, il punto di forza dei Disarmonia Mundi è costituito propio dalle melodie di stacco, come quello stupendo coro in Morgue of Centuries.
Brano più "moderno" come sonorità, legate all'ultimo periodo dei Soilwork, è Red Clouds, più lento rispetto ai precedenti, ma dotato di screams impressionanti e acutissimi, oltre ad un ritornello clean assai efficace. Tanti gli assoli di chitarra in tutto il disco, che assicurano un ottimo death melodico "made in Italy".
Quicksand Simmetry invece si avvicina parecchio allo stile musicale di Soundtrack to Your Escape (In Flames): pura casualità, dato che i due album sono stati pubblicati più o meno nello stesso periodo.
Swallow the Flames non sembra granchè convincente, al contrario di Ocean Grave, dominata dalle tastiere e da voci filtrate di sottofondo alla voce acuta e stridula di Speed.
Ritmo interessante ma pezzo abbastanza superificale è A Mirror Behind, dove si distinguono i precisi e imponenti riffs di basso per tutti i cinque minuti e mezzo di durata.
Dopo due altri brani non di grande rilievo, Colors of a New Era conclude in bellezza Fragments of D-Generation: originale, aggressiva, appassionante...insomma il modo migliore per concludere un buon album, cominciato con estrema sicurezza. Le divagazioni sono abbastanza frequenti, ma bisogna premiare la costanza nel sapersi rinnovare, mantenendo una musica ben suonata e sicuramente coinvolgente, grande esempio di metal nostrano.