“Nature Unveiled”, del 1984, rappresenta il punto d’inizio (a livello di long-playing) della storia di Current 93, un disco nato dal brodo primordiale di una fertile Inghilterra in cui da anni si gettavano i semi che avrebbero dato luce e ispirazione a molte delle sperimentazioni elettroniche e industriali a venire.
Solo un paio di anni prima si era sciolto uno dei più seminali progetti del periodo, quei Throbbing Gristle iniziatori dell’avventura Industrial, la cui esperienza era stata trasmessa, attraverso la diaspora dei suoi componenti, anche agli Psychic TV di Peter Cristopherson e Genesis P-Orridge: assieme a loro bazzicava e collaborava anche un giovanotto nato in Malesia, mr. David Michael Bunting, in arte David Tibet. Pronto a scatenare la sua fantasia in un progetto tutto suo, Tibet di lì a poco andrà a formare il gruppo musicale a cui il suo nome sarà indissolubilmente legato per i vent’anni successivi, la ‘novantatreesima corrente’.
In sua compagnia, oltre a una scheira nutritissima di loschi individui dell’ambiente sperimentale/industriale londinese di quel periodo, stava stabilmente Steven Stapleton dei Nurse With Wound, personaggio destinato a essere fondamentale per la musica di C93 nelle sue primissime incarnazioni, e in futuro partecipe di praticamente tutte le pubblicazioni della band.

Arriviamo quindi nel 1984, anno in cui la L.A.Y.L.A.H. Antirecords pubblica il primo, avanguardistico, disco di Current 93, un LP di due canzoni (una per lato) per poco meno di quaranta minuti di musica, accompagnato (o preceduto poco prima) dalla pubblicazione di qualche singolo di prova ("LAShTAL", "No Hiding From The Blackbird" ed anche lo split con Nurse With Wound "Mi-Mort" ).
Nei suoi primi anni di vita, il progetto britannico si muoveva su territori estremamente sperimentali, con Tibet a guidare la sua brigata fra deviazioni Industrial, terrorizzanti sequenze Ambient, apocalittici canti effettati, voci malatissime, ed una cascata di samples ed abrasioni ad opera di Stapleton.
Su “Nature Unveiled” le suggestioni gotiche, i canti gregoriani, le voci filtrate di David creano un’atmosfera misteriosa, spaventosa, innaturalmente pesante, amplificata dai rumori campionati di percussioni, dai riverberi, dagli echi modificati della voce recitante: è una mostra orribile di visioni asfissianti, in cui paura ed inquietudine si rafforzano vicendevolmente, in cui i drones continui si mescolano a quelli che paiono mantra buddisti, mentre tutto viene sottimente inquinato dal rumorismo e dai glitch creati dal guru industriale Steven Stapleton.

“Ach Golgotha (Maldoror is Dead)”, la prima traccia, è un intensissimo dipinto di quasi venti minuti, in cui le atmosfere maestose di una immensa ed oscura cattedrale medioevale preludono all’apertura delle porte infernali, con un Tibet spiritato che intona le sue litanie e i suoi canti, sempre più malati e spettrali all’aumentare del minutaggio; delle decine di tasti del pianoforte la band ne utilizza solamente una minima parte, ovvero quelli dalle tonalità più basse e, come se non bastasse, lamenti e growls arrivano talvolta a comparire, ulteriormente imbruttendo la tetra atmosfera, nella quale sono ossessivi i richiami al personaggio letterario protagonista degli ottocenteschi “Chants de Maldoror” dello scrittore francese Isidore Lucien Ducasse. Il brano diverrà uno punto fermo della prima produzione Currentiana, e sarà spesso rielaborato, modificato, rieseguito o citato in esibizioni dal vivo o in studio.
La seconda facciata del disco è invece occupata da “The Mystical Body Of Christ In Chorazaim”, caratterizzata nei primi minuti dalla voce femminea di Annie Anxiety, che borbotta, lamenta e mormora qualche cosa in una babele linguistica non meglio definita, invocando quelli che assomigliano ad anatemi, imprecazioni o preghiere di una pazza: il tutto con un canto gregoriano in sottofondo ad aumentare l’aura sacrale, su cui le melodie maledette di Current 93 vanno a stagliarsi con una nitidezza terrificante; il resto del brano è un susseguirsi di atmosfere rarefatte, nella pratica anticipatrici di un certo tipo di Dark Ambient che avrebbe raggiunto la maturità nel decennio successivo (e fatto la fortuna di progetti ultra-blasonati come Raison d'Etre, che sulla sovrapposizione di clangori industriali, cori gregoriani e Ambient-Drone ci costruirà tutta la sua rispettata carriera): atmosfere in cui le abrasive ed estenuanti registrazioni rumoristiche creano un’ambientazione dalle oppressive e pesanti tonalità post-industriali.

“Nature Unveiled” è un album dalle caratteristiche estreme e disturbanti, un passo imprescindibile e fondamentale per capire le origini della band, ed è consigliato a chi apprezza le deviazioni più atmosferiche e dolorose del primo Industrial o a chi cerca un feeling esoterico ed arcano unito ai graffianti loops industriali; il “terrorismo sonoro" di Tibet è non è intellettualmente sconvolgente come poteva esserlo quello dei Throbbing Gristle otto anni prima, ma a livello emotivo e musicale è comunque impressionante e riesce appieno a trasportare l’Apocalisse nelle cuffie dell'ascoltatore. Un documento storico sensazionale (il migliore tra quelli della primissima 'fase' evolutiva di Current 93), un disco dall'atmosfera terrificante.