- Argento - voce e chitarre
- Azoth - basso e tastiere
- Fog - batteria
1. L'Inizio (00:51)
2. Il Tempio Ad Est (04:05)
3. Kosmokrator (03:45)
4. Deo Soli Invicto (05:33)
5. Vultus (03:54)
6. Monumentum (05:01)
7. Clermont (03:21)
8. Il Volo Del Bicorne (13:27)
Kosmokrator
L’Italia non sarà certo un paese ricco di gruppi storici per quanto concerne un genere come il Black Metal, tuttavia non si può negare che, all’interno della scena underground, siano presenti complessi giovani e promettenti. In questa categoria rientrano sicuramente gli Spite Extreme Wing, band genovese nata nel 1998 dall’incontro fra Argento, chitarra e voce, Azoth, basso e tastiere, e Fog, batteria. Nel maggio dell’anno seguente viene registrato il primo demo, una musicassetta stampata in cinquecento copie, che viene pubblicato dalla Ordo Obscuri Domini nel 2000. Due anni più tardi viene quindi inciso il primo album: Magnificat. Il 2003 vede invece l’addio di Fog, prontamente sostituito da Rigel, e l’uscita di Non Dvcor, Dvco, secondo full length del gruppo. Con il ritorno del vecchio batterista gli Spite Extreme Wing iniziano a lavorare su Kosmokrator, pubblicato nel luglio 2005 e contenente vecchi pezzi riadattati che in passato non erano stati inclusi su Magnificat.
Immancabile una breve canzone introduttiva, intitolata in questo caso L’Inizio. La track ricrea, grazie ad un maestoso canto corale, quel tipo di atmosfera, allo stesso tempo oscura ed affascinante, consona di un luogo sacro. Bisogna infatti ricordare che Kosmokrator venne registrato in una chiesa romano-gotica del XII secolo e non poteva quindi esserci un preludio più adeguato. Il Tempio Ad Est, che risulta perciò la prima vera song del lotto, viene aperta da un riff repentino e molto thrasheggiante a cui succedono poi una batteria ed un basso davvero insistenti. Il Black Metal degli Spite Extreme Wing è vario ed in un periodo dove la miscela musicale in questo campo è più o meno sempre la stessa la capacità di non annoiare mai va apprezzata enormemente. L’ascoltatore viene trascinato fra versi ben orchestrati e ritornelli coinvolgenti mentre ritmi cadenzati spezzano l’incedere rapido e violento. Argento conferisce inoltre ulteriore fascino ai vari pezzi cantando in italiano. Lo screaming del singer genovese è aggressivo e maligno, ma permette comunque di capire le liriche dei brani. Kosmokrator e Deo Soli Invicti sono caratterizzate entrambe da riff di ghiaccio ed andature moderate che si alternano ad accelerazioni impetuose.
La prima grande sorpresa dell’album è costituita da Vvltvs, traccia strumentale ricca di tensione emotiva e che appare come la naturale continuazione di L’Inizio. La chitarra acustica riesce ad incantare chiunque, mentre alcuni effetti di tastiera contornano il tutto con un alone di mistero. Con Monvmentvm si torna al classico Black Metal degli Spite Extreme Wing, di buona fattura e sempre gradevole da udire. Ottima la sezione ritmica, la quale dimostra la valida preparazione tecnica del combo italiano. Monvmentvm è una strumentale che ha l’enorme pregio di saper catturare l’ascoltatore pur non presentando parti cantate e ciò, al giorno d’oggi, purtroppo non è d’abitudine per canzoni come questa. Clermont rappresenta forse il passo meno convincente del platter. La traccia numero sette si rivela piuttosto piatta, soprattutto se confrontata ai pezzi precedenti. Non è tutto da buttare però, dal momento che le melodie appaiono leggermente più orecchiabili del solito, dando un’impressione di momentanea freschezza nel sound del gruppo. A chiudere Kosmokrator c’è una song totalmente diversa dalle precedenti: Il Volo Del Bicorne. La composizione, strizzando l’occhio a lavori quali Hlidskjalf, mostra gli Spite Extreme Wing sotto una nuova ed oscura veste Ambient. Nessun capolavoro certo, ma i fan dell’ultimo Burzum e di artisti simili non devono perdersi a tutti i costi Il Volo Del Bicorne. Così, fra suoni delicati ed armoniosi che suscitano sensazioni immaginarie e commozione, termina l’ultima fatica degli Spite Extreme Wing.
Kosmokrator è un lavoro sorprendente, inciso da uno dei migliori complessi Black attualmente in Italia. Se Battles In The North viene spesso paragonato ad un’intensa battaglia infernale, quest’opera va vista come un lungo e tenebroso sogno, fatto di momenti irrefrenabili, ma anche di istanti leggiadri e surreali. Un disco oltretutto iniziato e terminato con grande stile. Si tratta senza dubbio di una delle migliori uscite Black Metal nel 2005 in ambito nazionale e non.