- Sohr-Khasm - voce
- Silmaeth - chitarra
- A.K. - chitarra
- D. Terror - batteria
- Hellsukkubus - basso
1. Great Orders of Sterile Lunacy (05:14)
2. Sublimation XXIXA (03:26)
3. Mystical Hierarchy of Perdition (04:35)
4. Thy Death Divine (05:18)
5. Sodogma (04:44)
6. Torture Kult (03:23)
7. Void of Grace (06:36)
8. VKT Konklave (03:18)
9. Ecstatic in Revulsion (06:56)
Sublimation XXIXA
Ti travolge fin dal primissimo pezzo il nuovo lavoro dei francesi Vorkreist, Sublimation XXIXA, che con l’opener Great Order Of Sterile Lunacy mettono subito in chiaro intenti bellicosi ed una crescita tecnica ed artistica sicuramente notevole. Rimanendo fedeli alla loro commistione di Death Metal americano e venature di oscura e possente malvagità Black, come si nota dal riffing della title-track, il five-piece parigino incrementa la tecnica e la dinamica, inserendo influenze che possono venire anche da un certo death scandinavo di scuola Stoccolma, ma senza perdere l’articolazione tipica di Morbid Angel, Deicide ed Immolation. Oltre a questo, una maggior cura nelle atmosfere più marcatamente Black che si rifanno chiaramente ai Dimmu Borgir di Enthroned Darkness Triunphant, ed il lavoro di batteria, feroce, vario e fluido, di D.Terrör, che ha sostituito Aseal come ‘mitragliere di torretta’, fanno fare quel salto di qualità alla formazione transalpina.
In pezzi dai riff articolati e dinamici come Thy Death Divine o Sodogma, i Vorkreist mostrano di aver evoluto un sound che ha nella rivisitazione Black di una natura fortemente ancorata alla tradizione Death americana, il suo punto di forza, assieme alle improvvise accelerazioni di ritmo preannunciate da tempi medi imperiosi e carichi di tensione. Questi sono perfettamente rappresentati dalle due chitarre che si esimono quasi totalmente dalla realizzazione di assoli (unico punto che lascia qualche perplessità), sostituiti da lead-riff che possono ricordare non solo la band di Azaghtoth in Altars Of Madness (gli armonici-flash in TortureKult ne sono un’ulteriore prova), ma anche gli Emperor di Anthems To The Welkin At Dusk: sono ulteriori impreziosimenti di un ottimo disco di una band convinta, capace e con una sua personalità. Da seguire, questi astri nascenti della violenza artistica.