Turilli, Luca
di: 
Riccardo Carcano Casali
18/08/2006



 

RockLine.it incontra Luca Turilli, che ci racconta gli ultimi sviluppi della sua carriera solista, ovvero The Infinite Wonders Of Creation e Lost Horizon , ci informa sul  destino dei Rhapsody, senza tralasciare qualche confessione più personale sulla propria vita e modo di intendere la musica...

R.C.C. - Ciao Luca, benvenuto su RockLine.it. Cominciamo subito parlando dei tuoi lavori usciti quest’anno, ovvero The Infinite Wonders Of Creation dei Luca Turilli, e Lost Horizon della tua nuova band, i Dreamquest: come mai due release così vicine tra di loro?

Luca - Semplicemente per problemi contrattuali tra le due attuali case discografiche e quella precedente. Questi problemi durano da tantissimo tempo, da tre anni coi Rhapsody e da quattro per il mio progetto solista. Io avevo già composto tantissimo materiale: fa conto che già questi due album sarebbero dovuti uscire (un po’ diversi, non ultra-riarrangiati come sono adesso) a cavallo tra Rain Of A Thousand Flames e Power Of The Dragonflame, per cui a causa di questi problemi contrattuali non riuscivo mai a rilasciare niente, avevo il desktop che quasi esplodeva tanto era pieno di canzoni (ridacchia, NdR). Così abbiamo optato per questa doppia release, anche perché appena si sono risolti i problemi contrattuali la precedenza è stata data ai Rhapsody e a Symphony Of Enchanted Lands II un anno e mezzo fa’, e adesso ho trovato un momento tra le varie release dei Rhapsody per infilare questi due dischi. Abbiamo scelto di mettere due settimane di distanza tra una release e l’altra perché penso che siano materiale completamente diverso da quello che ho fatto finora, prendono anche un’altra fetta di mercato direi.

R.C.C. - Volevo anche chiederti quali sono secondo te le differenze tra i due lavori: nascono da esigenze diverse? O c’è qualche elemento che li lega?

Luca - Inizialmente The Infinite Wonders Of Creation sarebbe stato dovuto cantare interamente da Olaf Hayer, mentre per i Dreamquest avevo già deciso in precedenza di voler fare una band con una “frontwoman”…

R.C.C. - In stile Nightwish, che so che ti piacciono molto…

Luca - Infatti avevo composto il demo proprio sulla scia del grande impatto emotivo che ho avuto dall’ascolto di Oceanborn dei Nightwish. Cmq tornando alle differenze, queste sarebbero dovute essere ancora più marcate, perché l’album sarebbe dovuto essere cantato interamente da Olaf Hayer, poi è successo il fattaccio durante la produzione, in cui lui non aveva voce e non riusciva a cantare le parti più alte, come Mother Nature ad esempio. Perciò c’è stato un momento davvero drammatico durante la produzione, tanto che si pensava di posporre l’uscita, e dopo tutti quegli anni di problemi legali avevo ancora lo spettro di non poter rilasciare alcunché. Alla fine Olaf si è preso una pausa mentre io e Sascha (Paeth ovviamente, NdR) eravamo andati avanti col resto della produzione, ma niente da fare: o il fumo o un virus, non so esattamente cosa… i cantanti hanno l’abitudine di fumare (ride, NdR) ed è un grosso problema… solo loro tra l’altro! (ride ancora, NdR) Nessuno fuma, solo i cantanti! Ad ogni modo, dicevo che pur se questo ha avvicinato le mie due proposte, credo ci sia comunque una differenza di base, nel senso che su un album suono addirittura come tastierista, e non mi sono dedicata alla chitarra se non per le composizioni. Ho lasciato il virtuosismo chitarristico a Dominique Leurquin, che è il vero chitarrista dei Dreamquest, siccome mi sono sempre piaciuti i suoi assoli, che ovviamente non può utilizzare coi Rhapsody: sono diversi proprio stilisticamente dai miei. Il mio assolo è derivato un po’ da Kai Hansen degli Helloween, ed esprime questo amore per il folk universale (questa parte detta con tono particolarmente divertito, NdR), la musica russa in particolare. Dominique si cimenta in assoli che vengono dagli Anima, quelle note tirate che io non sono mai riuscito fare… tecnicamente non mi reputo buono in quello stile. Perciò per me è stato incredibile avere lui come chitarrista e potermi dedicare solamente alle tastiere che sono uno stimolo nuovo, bisogna rinnovarsi dopo qualche anno. Poi la musica dei Dreamquest è più elettronica, ci trovi dentro qualcosa che somiglia alle colonne sonore di film come Matrix, Resident Evil, Underworld, tutti questi action movies di Hollywood, in cui la componente sinfonica si sposa perfettamente con la componente elettronica, e poi abbiamo i Nightwish, i Within Temptation ecc... diciamo che The Infinite Wonders Of Creation doveva essere a metà tra Dreamquest e i Rhapsody. Poi è comodo perché ogni volta che scrivo una canzone so subito dove infilarla: se suona per i Rhapsody, se è qualcosa di più moderno per i Dreamquest, o più sinfonico e corale per Luca Turilli.

R.C.C. - E per quanto riguarda i testi? A cosa ti sei ispirato?

Luca - Questa volta sono molto contento dei testi: la cosa che mi ha finalmente aperto gli orizzonti è stata la possibilità di svincolarmi dallo scrivere solo per la saga dei Rhapsody. Per cui, a parte qualche canzone in italiano che mi diverto molto a scrivere visto che mi trovo molto a mio agio con la nostra lingua, poi per il resto dover scrivere testi descrittivi in inglese, dover ridurre tutto ad una “spiegazione” di un evento all’interno della saga cominciava a non rispecchiare tutto quello che sentivo di dover dire: adesso voglio dedicarmi proprio a qualcosa di ultra-emozionale, con un forte impatto emotivo, derivato da esperienze personali e non, fatti di cronaca, e Dreamquest mi dà la possibilità di esprimermi affrontando anche tematiche sociali. Inoltre ogni canzone mi da la possibilità di esprimermi in modo diverso l’una dall’altra: insomma, ascoltando Sospiro Divino o Dolphin’s Heart si vede la differenza con Virus ed Energy, che sono altrettanto diverse da Dreamquest e Gothic Vision. Per cui abbiamo diversi stili per parlare di temi completamente diversi l’uno dall’altro, canzone dopo canzone. Non dover rispettare un disegno complessivo a livello di concept come in Luca Turilli, o addirittura di legame tra ogni album e il successivo mi permette di avere una possibilità in più, compiendo un passo in avanti a livello lirico. Comunque dei testi dei miei nuovi album preferisco parlarne del forum del mio website, in cui di tanto in tanto do qualche notizia sui temi trattati, perché non parliamo dei Rhapsody, in cui l’emozione sta nel seguire la narrazione leggendo il booklet.

R.C.C. - Ci puoi svelare chi è la splendida voce dei Dreamquest? In molti, me compreso, pensano già di avere indovinato di chi si tratta..

Luca - Abbiamo voluto creare col management un po’ di mistero perché, siccome rilascerò il secondo Dreamquest tra pochissimo, penso in primavera, abbiamo pensato di puntare molto sull’esibizione dal vivo, in cui dovremmo eseguire anche brani dei Luca Turilli… caspita, odio dire “Luca Turilli”, è come se parlassi di un altro… Ad ogni modo, con questa tecnica delle due release una vicina all’altra, volevo non presentare una band definitiva adesso, per cambiare i nomi magari dopo tre mesi. Per cui, siccome in questi tre o quattro anni avevo problemi contrattuali, ho utilizzato Sascha Paeth al basso e Robert Hunecke alla batteria, che sono quelli della mia band solista, per cui l’unica, diciamo, ufficialità che vogliamo dare è quella di Dominique Leurquin alla chitarra, mentre adesso che sto ultimando (anzi in realtà ho già finito, mi sto dedicando agli arrangiamenti) il secondo album Dreamquest, voglio presentare la band definitiva, che sarà quella che poi la gente vedrà on stage, per cui la sorpresa della cantante sarà rivelata tra cinque o sei mesi.

R.C.C. - Per cui in pratica ci saranno altri cambi a livello di line up?

Luca - Guarda, quello che ti posso dire è che ovviamente Sascha e Robert non compariranno al basso e alla batteria, ma ci saranno altri due membri che faranno parte della band a pieno titolo… io lo conosco già… ma non te li posso dire… (ride, NdR)

R.C.C. - Va bene, va bene, ho capito come gira, vada per la sorpresa, non ti rompo più. Cambiando discorso, mi dici che punti molto sull’esibizione dal vivo…

Luca - Esatto. Se Luca Turilli è problematico da portare on stage per gli stessi problemi che abbiamo coi Rhapsody: tantissime orchestrazioni, cori ecc., ho composto i pezzi dei Dreamquest, ogni nota, pensandoli per suonarli dal vivo. Suonerò le tastiere ma potrei anche imbracciare la chitarra, dipende dal pezzo. Dreamquest nasce per essere una vera band, io pensa non avrei messo nemmeno il mio nome davanti, ma è stata una scelta del management, siccome esisteva già una band chiamata Dreamquest, una band a livello di demo…

R.C.C. - Soprattutto ultimamente sei stato un compositore molto fecondo, a cosa è dovuto questo tuo stato di grazia?

Luca - Ancora trovo qualche commento strano sui miei album solisti. Guarda, l’unico commento negativo che ho trovato è stato quello di gente che si aspettava qualcosa a livello chitarristico, ma per me è anche una soddisfazione. Guarda ti dico la verità, a me non interessa per niente, anzi penso che queste press releases che le case discografiche rilasciano ai giornali per la promozione siano veramente una grossa…beh.. insomma: Luca Turilli, chitarrista virtuoso… mamma mia, infatti in ogni intervista sono costretto a dire il contrario, e mi sento di pestarmi i piedi da solo (ride, NdR). Io non ho MAI voluto propormi come chitarrista, infatti se noti, a parte il primo disco Legendary Tales in cui ci davo abbastanza dentro a livello chitarristico, ero giovane diciamo. Però già in Symphony of Enchanted Lands uno non c’è già più un assolo, uno solo forse. C’è ancora qualcuno che pensa che io sono il chitarrista dei Rhapsody e coi miei solisti dovrei ripropormi a livello tecnico-chitarristico con certe tematiche che la gente trova nei Rhapsody. Ma coi Rhapsody io mi comporto in un certo modo, poi finalmente ho libertà nei solisti e, non componendo con Alex Staropoli, ho libertà totale, e questa è la cosa che mi piace. Io mi sono sempre considerato solo ed unicamente un compositore, tanto che, lo dico ormai tranquillamente, io non suono mai la chitarra: la prendo in mano tre settimane prima di andare in tour… vabbè non tutti lo sanno forse..

R.C.C. - Caspita questa non me l’aspettavo nemmeno io. Sapevo che tu avevi cominciato suonando il pianoforte…

Luca - Sì…e no. E’ stata una cosa particolare: ho comprato una chitarra e il giorno dopo l’ho riportata perché ho detto: “No, troppo difficile”. Poi ho comprato una tastiera, e il giorno dopo… l’ho riportata (ride, NdR). Dovevo veramente impegnarmi per suonare uno strumento, e dopo ho optato per la chitarra. In seguito sono stato male e ho avuto un tumore, e quando stai per morire ti viene proprio voglia di cambiare vita. Per cui dopo sei o sette anni che suonavo la chitarra ho deciso: “Adesso suono il pianoforte”, e mi sono dedicato, per due anni, interamente al pianoforte, ma il mio insegnante… non era il mio tipo, e ho mollato, che poi è l’errore che fanno tanti musicisti. Poi ho ripreso la chitarra e in quel momento abbiamo registrato il primo demo coi Rhapsody in cui mi ero stabilizzato come chitarrista. Però adesso, avendo avuto questi tre/quattro anni di problemi legali e non potendo rilasciare niente né coi Rhapsody né come solista, ho avuto tempo per ritornare allo strumento che amo, che è il pianoforte, e di lì il passo alle tastiere è molto veloce. Neanche come tastierista sono niente di che, ma mi interessava saper suonare sia chitarra che tastiera al livello di avere la possibilità di comporre quello che ho in testa. Ovvio poi che non riuscirò mai a suonare Chopin… i preludi più difficili. Come non riuscirò mai ad eguagliare la tecnica di chitarristi come Malmsteen, che sono impossibili per quasi tutti i mortali. Però mi interessava conoscere lo strumento appunto per riuscire a comporre e adesso mi trovo in un momento che comporrei un album ogni tre mesi. Proprio la sensazione di svegliarsi la mattina, mettersi davanti al computer…grazie a Dio è il tuo lavoro, a volte ancora più pesante di lavori “veri”. Parlando ovviamente per me, perché per esempio Alex Staropoli è completamente diverso, io mi sveglio tante volte alle otto di mattina e vado avanti fino alle quattro di mattina, tanto che sono stato ricoverato per stress proprio per stare troppo davanti al computer, quattordici, quindici ore al giorno. Questo è successo prima di rilasciare Prophet Of The Last Eclipse, ad esempio… sono cose che non ho mai detto in nessuna intervista.

R.C.C. - Mi stupisci, non ne sapevo niente… io ho sempre visto il songwriting come un processo spontaneo, non stressante…

Luca - La musica è un lavoro e come tale può essere pesante, però senti questa energia che ti spinge a comporre comporre comporre, e infatti il mio management, capitanato appunto da Joey Di Maio ha capito questo, dopo anni che lavoriamo insieme. Mi hanno dato la possibilità di rilasciare questi due solisti insieme anche per questa ragione, quando ha capito che questi problemi contrattuali mi stressavano in una maniera incredibile. Per un compositore avere canzoni nascoste negli hard disk del suo computer non è il massimo della vita, sapendo che più ne accumula più c’è la possibilità che non li rilascerà mai, perché non ci sono i tempi effettivi di rilascio. Pensa solo che tra una release Rhapsody e l’altra devi fare promozioni, devi fare di tutto, e ovviamente fino ad adesso, pur avendo terminato il lavoro su Symphony Of Enchanted Lands II, non avevo tempo di dedicarmi ai solisti, tra promozione del disco, tra CD Live, tra il singolo Magic Of The Wizard Dream… e via dicendo.

R.C.C. - Insomma, la musica, come ogni passione, è anche un po’ sofferenza…

Luca - Certi temi che ho affrontato nei Dreamquest lo dimostrano. Ho preso tematiche da fatti di cronaca, e per me è stata una liberazione. Certo, già nei Rhapsody con Dawn Of Victory avevo affrontato tematiche come lo stupro, ma la gente che non vuole andare in fondo alle liriche, pensa solo alla storiella fantasy, in particolar modo i detrattori, che non badano al messaggio. Leggono le parole “cavaliere” e “drago”, e pensano: “o ti piace o non ti piace”. E invece non è vero, io ho sempre cercato di affrontare questi temi, solo che con Dreamquest o concept più moderni come Luca Turilli riesco ad affrontare nudi e crudi questi fatti di cronaca. Ad un certo punto nella vita ti viene proprio voglia di denunciare fatti che ti stanno proprio sulle palle. Ma anche situazioni di vita minimaliste o di degrado sociale, cose che semplicemente mi toccano. Anche quando eravamo ragazzini, con quella enfasi barbarica che c’era quando abbiamo cominciato coi Rhapsody, penso fosse perché in fondo volevamo evadere dal mondo circostante. Poi, maturando, ti viene piuttosto voglia di affrontarla nuda e cruda questa realtà, di attaccarla per esorcizzarla.

R.C.C. - Parlando proprio dei Rhapsody, che progetti futuri ci sono? Cosa bolle in pentola, Gods Of Metal a parte?

Luca - Vogliamo tornare in Italia con un buono show. Per quanto riguarda il resto, ti posso dire che a settembre/ottobre 2007 uscirà - prima di continuare il tour di supporto ai Manowar, che ci porterà in nord e sud america e in Germania, dove avremo la possibilità di essere visti da moltissime persone, grazie ai Manowar - il nuovo Rhapsody, ho ricevuto il master pochi giorni fa’, è già pronto. Già in tour suoneremo qualche titolo nuovo, una o due canzoni. Per cui penso che già quando in tarda primavera faremo qualche show in Italia, ai festival estivi appunto, e infine ci sarà il tour come headliner.

R.C.C. - E’ spiaciuto molto non vedervi quest’estate a qualche festival estivo…

Luca - Sempre per quei motivi contrattuali, che alla fine ci hanno bloccato su tutti i fronti…

R.C.C. - Ok Luca, ho esaurito le domande, ti ringrazio tantissimo. Per chiudere se vuoi, puoi lasciare un messaggio agli utenti di RockLine.it…

Luca - Cosa posso dire ai lettori e ai fans…che attendano con ansia il nuovo album dei Rhapsody, perché sarà qualcosa di particolare, non sarà il solito album Rhapsody che tutti si possono aspettare. Qualcosa di particolare che preluderà a un nuovo corso dei Rhapsody da qua ai prossimi anni, perché vogliamo portare, album dopo album, qualcosa di veramente innovativo, rimodernando la nostra idea del film score metal, in modo da non dare facilità ad alcuni detrattori dei Rhapsody di dire (come al solito): “Ahhh, la solita musica”. Ciao ragazzi. Ciao RockLine.it.

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