Un disponibilissimo Oskar risponde alle domande di RockLine.it in merito all'ultima pubblicazione live Le Strade Di Torino, ennesimo lavoro che corona gli Statuto come icona dello Ska made in Italy...
J.P. - Ciao Oskar, benvenuto su RockLine.it! Grazie della disponibilità, per il sottoscritto è veramente un onore poter scambiare qualche parola con una vera icona dello Ska italiano. Tutto bene?
Oskar - Direi molto bene, è un momento molto positivo!
J.P. - Partiamo parlando del vostro ultimo lavoro: Le Strade Di Torino. Come siete arrivati alla decisione di pubblicare un disco dal vivo?
Oskar - Dopo 23 anni di attività un disco dal vivo poteva starci...tanto più se è la registrazione del nostro ultimo concerto della storia a Torino. Si sa che la situazione dal vivo è quella che noi preferiamo.
J.P. - Avete scelto di immortalare su disco un unico concerto invece che registrarne diversi e poi selezionare determinate tracce da includere nell’album. Perché?
Oskar - E’ il concerto al Teatro Juvarra di Torino del 16 ottobre 2004, per intero.
J.P. - Chi ha deciso i pezzi da inserire nella scaletta del concerto di Torino? Tornando indietro cambieresti qualcosa nella setlist?
Oskar - Abbiamo inserito tutte le nostre canzoni, secondo noi, più importanti aggiungendo brani mai pubblicati su disco ma solo nei nostri primi demo come Borghesi, Rabbia Mod e Viva Italia.
J.P. - E’ proprio vero che quella del 16 ottobre 2004 è stata l’ultima data dal vivo degli Statuto a Torino? Puoi fare chiarezza sui motivi di questa decisione?
Oskar - Dopo anni di ostilità e boicottaggi da parte del “cartello della musica a Torino” ci siamo veramente stufati. Un gruppo come il nostro che è riuscito ad arrivare su qualsiasi tipo di palco in Italia senza far parte del suddetto “cartello” è molto fastidioso nella nostra città.
J.P. - Non hai alcun ripensamento a riguardo?
Oskar - No. Assolutamente.
J.P. - Ho trovate la breve parte acustica del concerto davvero fantastica. Come vi è venuta in mente un’idea simile?
Oskar - Sono brani che raramente eseguiamo dal vivo e che hanno un’importanza affettiva enorme. Coriandoli a Natale è composta dal nostro amico e maestro scomparso nel 1997 Gigi Restagno, Piazza Statuto è il manifesto della nostra vita e Pugni Chiusi è brano di tante lotte e battaglie sociali dove siamo stati in prima fila.
J.P. - Credo che Torino E’ La Mia Città sia allo stesso tempo una dichiarazione d’amore e d’odio nei confronti della propria città. Avete deciso di suonarla esclusivamente per commemorare Piero Maccarino oppure il testo del brano ha un significato particolare anche per voi?
Oskar - Non abbiamo neanche lontanamente un benchè minimo sentimento di odio nei confronti di Torino. Noi amiamo la nostra città, la gente delle borgate, quelli che vengono dal basso, come noi. Il testo di Piero è straordinario, scritto 25 anni addietro, scarno ed essenziale, descrive la nostra città in modo efficace e paurosamente attuale! Certo, è anche un modo per ricordarlo al meglio, ma la sua canzone è un vero inno metropolitano.
J.P. - Approfitto della domanda per aprire una breve parentesi. Che mi dici dei Rough e dell’Oi! in generale? Lo ascolti spesso? Se ne hai, quali sono le tue band preferite?
Oskar - Ascolto poco l’Oi, solo un po’ di quello italiano. I Nabat sono stati i più grandi e inarrivabili in assoluto, ma i Rough ebbero testi “geniali” e molto avanti nel tempo.
J.P. - Torniamo a parlare di Le Strade Di Torino. Chi ha avuto l’idea di proporre pezzi vecchissimi come Viva Italia e Rabbia Mod? Credo sia stata una scelta davvero azzeccata…
Oskar - Grazie. Eravamo tutti concordi noi del gruppo.
J.P. - Che mi dici invece dei due video contenuti all’interno del vostro doppio live?
Oskar - Uno è un mini reportage sul concerto. L’altro è il videoclip di Facci un Goal brano dedicato al grande Pulici che presenta come protagonista proprio il nostro campione più amato.
J.P. - Vi siete divertiti in compagnia di Paolo Pulici? Come lo avete convinto a partecipare al videoclip di Facci Un Goal e cosa ne pensa Paolo della vostra musica?
Oskar - E’ stata una esperienza fantastica, una delle più belle della nostra vita in assoluto! Gli abbiamo dato il testo, visto che parlava di lui e gli abbiamo buttato l’idea remota di fare il protagonista del video. Ci telefono lui stesso per darsi disponibile!! Non credo che Pupi ascolti gli Statuto, ma ci vuole bene perché siamo genuini come lui.
J.P. - Parliamo un po’ del vostro passato ora. Come sono nati gli Statuto? E’ vero che inizialmente avevate l’abitudine di suonare con un tricolore alle vostre spalle?
Oskar - Siamo nati e ci siamo per dare un’espressione musicale ai Mods di Piazza Statuto. Sì, agli inizi suonavamo col Tricolore alle spalle, poi abbiamo smesso perché ci eravamo stufati di sentirci chiedere se eravamo “fascisti”.. i gruppi mod inglesi come Who, Jam etc. hanno sempre suonato con la loro bandiera esposta, nessuno ha mai pensato che fossero di destra per questo...
J.P. - Anche Viva Italia sembra una canzone molto nazionalista, lo è veramente? Come mai col passare del tempo la band ha adottato un orientamento politico completamente diverso?
Oskar - Negli anni’80, specie nell’ambito musicale, l’esterofilia era dilagante e gli intellettuali affermavano che amare l’Italia era cosa fascista, a noi questo non andava e non va bene, tra le simbologie Mod c’è il Tricolore e nessuno ha il diritto di diffamarci! Non abbiamo cambiato nessun orientamento politico! Ero comunista e nazionalista allora come lo sono adesso. Ma nazionalismo, o meglio “patriottismo” vuol dire amore per la propria terra e per la propria gente, senza prevaricazioni, razzismo ed egoismi. La storia ci ha dato ragione, a bruciare i Tricolori sono i leghisti, che esprimono sentimenti discriminanti e razzisti, l’Italia è un Paese fantastico e noi siamo orgogliosi di essere italiani, non solo quando gioca la Nazionale! Il Tricolore e fu usato dai Partigiani che sfilavano il 25 aprile 1945 dopo la Liberazione! Basta con questi luoghi comuni: il Tricolore è la bandiera di TUTTI gli Italiani!
J.P. - Avete avuto la grande fortuna di collaborare con James Taylor. Cosa ricordi di quel lontano 1990 e del grande James? Vi tenete ancora in contatto?
Oskar - Lo conobbi quando suonava nella mod-band dei Prisoners. Quando nel 1989 gli organizzammo un concerto con i JTQ gli chiedemmo di farci un assolo in “Senza di lei” e lui accettò volentieri.
J.P. - Arrivò poi il 1991 con il passaggio alla EMI, un grande salto, non c’è dubbio. Fu una decisione immediata quella di passare ad una major? In che modo cambiarono le cose?
Oskar - Per noi Mods la cosa importante è potersi esprimere ideologicamente ed esteticamente in modo libero e mai condizionato in qualsiasi situazione. La major non fu un trauma, fu il nostro manager di allora che ci truffò “legalmente”…
J.P. - Ci racconti qualcosa in merito alla partecipazione degli Statuto al Festival Di Sanremo? Mi piacerebbe sapere, da un ragazzo di strada quale tu sei, com’è l’ambiente all’interno del Festival.
Oskar - Fu un divertimento totale. Spettatori all’interno della manifestazione stessa. Organizzammo una serata Mod nella sala ricevimenti dell’hotel dove dormivamo. Vennero Mods da tutta Italia, da Piazza Statuto addirittura un pulmann da 64 Mods!! Sanremo ’92 come Brighton’64!
J.P. - Con che spirito avevate affrontato quest’avventura?
Oskar - Quello di sfruttare quella vetrina per far sapere chi erano gli statuto e far sapere che i Mods esistono e agiscono.
J.P. - Come è stato suonare sullo stesso palco dei grandi artisti di quel periodo? Hai qualche aneddoto curioso da narrarci?
Oskar - Molto interessante e sicuramente istruttivo.
J.P. - Domanda provocatoria: Luca Barbarossa meritava veramente di vincere con la sua Portami A Ballare? Voi il Festival, d’altronde, lo avevate già vinto in partenza…
Oskar - A proposito ecco l’aneddoto: quando dovevamo scattare le foto per Sorrisi & Canzoni, a parte il casino che piantammo per non indossare la felpa d’ordinanza.. quando chiesi alla mia discografica chi fosse una bella cantante bruna lì presente (era Francesca Allotta) lei mi rispose “Quella che vincerà in coppia la sezione nuove proposte” e senza ironia..
J.P. - Festivalbar, un altro capitolo della vostra lunga carriera. Quali sono le tue impressioni dopo tanti anni?
Oskar - Divertentissimo, poi ebbi modo di conoscere meglio Benedetta Mazzini, giorni molto piacevoli.
J.P. - Per quanto riguarda invece il Cantagiro cosa puoì dirci?
Oskar - Tante risate e poi abbiamo approfondito la conoscenza di Ruggeri, Brando e.. beh, non si può dire il resto.. roba da novella 3000.
J.P. - Quale fra queste tre esperienze vi ha segnato maggiormente e quale invece vi ha dato più soddisfazione?
Oskar - Abbiamo solo ricordi positivi.
J.P. - Tornando indietro rifaresti tutto?
Oskar - Certo.
J.P. - Oggi, invece, se ti chiedessero di suonare ad una di queste tre importanti kermesse musicali come risponderesti?
Oskar - Sarei ancora più sicuro di non sputtanarci partecipando.
J.P. - Canzonissime è stato, a mio parere, un esperimento veramente geniale. A chi e quando è venuta in mente la brillantissima idea di prendere titoli storici della musica italiana e scriverne nuove musiche e testi?
Oskar - Non ricordo a chi, so che piacque molto a Tony face che ci pubblicò il disco per la Sony, dovrebbe uscire la ristampa in autunno.
J.P. - Come è stato esibirvi a plaza de la Revoluciòn (Habana, Cuba) davanti a più di duecentomila persone?
Oskar - Una gran bella soddisfazione oltre che emozione. E poi la risposta del pubblico fu straordinaria!
J.P. - RiSKAtto. Come mai avete deciso di pubblicare un album di sole cover, se si esclude chiaramente la splendida Grande dedicata al magico Torino scomparso a Superga nel 1949? Quale è, secondo te, la cover più riuscita fra quelle da voi proposte?
Oskar - Perché quel repertorio è quello che ci ha formati nell’ascoltare musica e nel comporla. A noi piace molto La mia Radio cantata da Rettore.
J.P. - Ancora qualche domanda generale. Cosa vuol dire per te essere Mod?
Oskar - La mia vita. Essere qualcuno per quello che si è e non per quello che si ha, con Rabbia e stile, sempre.
J.P. - Come è cambiata dal 1983 la cultura Mod e la stessa Piazza Statuto?
Oskar - Adesso in Piazza abbiamo quattro generazioni, i quarantenni, i trentenni, i ventenni e anche gli under 20...allora eravamo tutti intorno ai 18/19 anni.
J.P. - Tutti conoscono il vostro attaccamento alla maglia granata. Da ultrà, come giudichi quello che sta succedendo al calcio italiano ultimamente? La cosa assurda, a mio parere, è che queste cose si leggono da anni sugli striscioni degli stati di tutta Italia, ma evidentemente nessuno ci ha mai prestato troppa attenzione…
Oskar - Dove ci sono troppi interessi economici c’è sempre del torbido. Perché diciamo da sempre NO al calcio moderno.
J.P. - Cosa ha significato per te scrivere un libro? Sentivi il bisogno di farlo da molto tempo oppure è stata una decisione improvvisa?
Oskar - Dalle domande che mi hai fatto ho evinto che tu non l’abbia letto, te lo farò avere di sicuro, così potrai chiarirti più cose. Era importante lasciare per scritto la storia e le storie dei Mods di piazza Statuto Mod, realtà unica e diversa da ogni altra.
J.P. - Tornando agli Statuto, avete qualcosa in cantiere per l’immediato futuro? Qualche nuovo progetto?
Oskar - Stiamo lavorando ai brani per il prossimo album che uscirà nel 2007.
J.P. - Grazie mille Oskar per il tempo che gentilmente ci hai concesso. Porta i miei saluti e quelli di tutta RockLine.it anche a Naska, Don Robe e Mister No! Concludi come meglio preferisci quest’intervista. A presto. Non cambiare mai!
Oskar - Grazie a te, ciao!