Poco prima dell'uscita del settimo album The Age Of Nero, Satyr dei Satyricon concede un'intervista a RockLine.it, concentrandosi sulla sua esperienza passata ma volgendo lo sguardo soprattutto sull'imminente pubblicazione, con cui continua l'evoluzione stilistica della storica band Black Metal norvegese...
E.B. - Ciao Satyr! Tutto bene?
Satyr - Tutto bene grazie, anche se mi sono dovuto alzare un po’ troppo presto! Ieri sera c’è stata la listening party con i fan del nuovo album.
E.B. - Ecco infatti, com’è andata? Com’è stata la reazione dei fan?
Satyr - Bene bene, era qualcosa che ci tenevo a fare di persona; sto viaggiando in tutta Europa per fare interviste per il nuovo album: ieri sono arrivato dalla Svezia, e stasera partirò per l’Inghilterra…allora ho detto ai ragazzi della casa discografica che non ho voglia di starmene chiuso in hotel la sera, e preferisco organizzare delle piccole listening party. Niente di grandioso che mi faccia sentire come in un circo, solo un ritrovo in un locale dove poter ascoltare l’album nuovo e poter scambiare quattro chiacchiere con i fan, mi piacciono queste cose. In queste serate l’atmosfera è molto rilassata, si beve e si chiacchiera mentre si ascolta il disco e quindi è difficile capire se un disco piaccia veramente o meno, ma mi è sembrato che abbia fatto una buona impressione ai fan!
L.I. - Allora, parliamo un po’ del nuovo album The Age Of Nero: innanzi tutto, perché questo titolo?
Satyr - Semplicemente, perché viviamo nell’era di Nerone: viviamo in un periodo oscuro, un periodo di guerre, disastri naturali, e un pianeta che sta morendo. Io, come artista, mi sono reso conto che mentre scrivevo ero molto influenzato da questo contesto in cui viviamo, dal fatto che il mondo sembra tendere verso la sua fine. Dunque, il titolo di un album deve essere qualcosa che riflette l’attitudine con cui questo nato; non si tratta di un concept album, sia chiaro, ma posso dire che The Age Of Nero è un’espressione che rimanda all’attitudine generale in cui mi trovavo mentre lo scrivevo.
L.I. - Ci puoi dire qualcosa a proposito dei testi?
Satyr - Beh, come ho detto i pezzi sono tutti indipendenti l’uno dall’altro, dunque ognuno tratta un tema diverso. Alcuni, come My Skin Is Cold e The Wolfpack, sono nati da sogni che ho avuto; ovviamente non racconto dettagliatamente il sogno che ho avuto, ma dopo aver avuto questi sogni mi sono svegliato pieno di idee e così sono nati questi pezzi. Gli altri derivano da esperienze che ho avuto, o da semplici fantasie…
E.B. - Parliamo un attimo dell’artwork, che cosa rappresenta?
Satyr - La copertina dovrebbe rappresentare l’oscurità…è un’immagine che abbiamo composto unendo il corpo di uno sparviero e la testa di un’aquila; ci sono voluti quasi sei mesi per realizzarlo, ma credo che sia venuto esattamente come lo volevo, tutti mi dicono che la copertina è davvero oscura.
E.B. - Ora parliamo un po’ di come nascono i pezzi dei Satyricon: da quello che hai detto sembra che siano molto importanti le tue esperienze personali…
Satyr - Sì certo, tutto quello che c’è all’interno della mia mente nasce alle mie esperienze e dalle mie sensazioni, e in questo caso credo che la natura sia molto importante. Infatti, gran parte di The Age Of Nero è stato scritto nella casetta di legno di un mio amico, nelle montagne norvegesi; quando lui non è lì con la sua famiglia, mi lascia la chiave e io ci passo molto tempo a lavorare e comporre. E’ molto importante per me, per trovare l’ispirazione, alzarmi la mattina e fare delle passeggiate da solo in mezzo alle montagne.
L.I. - Riguardo alla tua carriera musicale, quali sono stati i momenti migliori?
Satyr - Beh, ogni volta che un album viene composto e pubblicato è un grande riconoscimento per noi; tutti i ricordi migliori sono legati alla composizione degli album, dal primo Dark Medieval Times fino a The Age Of Nero, che sarà il nostro settimo disco. Creare musica, registrarla e presentarla al mondo: credo che questa sia la cosa più bella e importante per i Satyricon.
E.B. - Come descriveresti l’attuale scena black metal norvegese, e quale pensi che sia il ruolo dei Satyricon in essa?
Satyr - Il ruolo dei Satyricon è quello di suonare la musica dei Satyricon, non ci vediamo come appartenenti a una determinata scena. Abbiamo cominciato a suonare perché volevamo fare della musica, e non perché volevamo sentirci parte di una scena, e ora è esattamente lo stesso: suoniamo per noi e per i nostri fan, nient’altro; quando si comincia a parlare di una scena, tutto diventa noioso. Le scena si creano nei locali musicali, ed è per questo che io non ci passo molto tempo…non ho voglia di parlare di album e contratti discografici, preferisco stare a casa, suonare e comporre la mia musica. Non mi piace parlare di musica, o andare a cercare i gruppi più nuovi o più di moda; la musica deve essere ascoltare e suonare, e nient’altro.
L.I. - La musica dei Satyricon è cambiata molto dagli inizi; credi che cambierete ancora il vostro sound in futuro?
Satyr - Beh, innanzitutto preferisco dire che il sound dei Satyricon si è sviluppato. Una delle cose di cui sono più fiero, è che non c’è nessuna altra band che suona come noi. Ognuno ha la propria band preferita, e ci sono molte buone band in circolazione…ma sono davvero poche quelle che hanno un suono unico e inconfondibile, credo che i Satyricon siano una di queste, perché se ascolti un nostro album puoi subito capire che si tratta dei Satyricon. Dunque, penso che per una band che abbia un sound proprio sia anche più facile lavorare per farlo progredire, facendo in modo di non cambiare completamente; penso che i Satyricon possano, e anzi debbano, sentirsi autorizzati a far progredire il proprio sound, proprio perché l’identità della band è così forte da fare in modo che, anche cambiando alcune cose, si rimanga sempre la stessa band.
L.I. - Il vostro primo video, Mother North, ha creato molto scalpore…come l’avete sviluppato?
Satyr - Era il nostro primo video quindi abbiamo agisto d’istinto…volevamo qualcosa che fosse molto nordico, oscuro ed epico, e abbiamo fatto il nostro meglio perché venisse così, ecco tutto.
E.B. - Ok, allora dopo l’uscita del nuovo album dobbiamo aspettarci un tour europeo, vero?
Satyr - Certo! Saremo in tour in novembre e dicembre, e a dicembre faremo due date in Italia, a Milano e a Roma.
E.B. - Bene! Che cosa ne pensi dunque dell’Italia e dei fan italiani?
Satyr - Ah, l’Italia è davvero il Paese che preferisco in assoluto…probabilmente, ho un rapporto con l’Italia migliore di voi italiani hahaha! Mi piace il vino, e il mio preferito è quello italiano, mi piacciono le macchine veloci, soprattutto Lamborgini e Ferrari, e infine mi piace mangiare bene, e il cibo italiano è il migliore del mondo! Per quanto riguarda i fan, sono grandi, e mi piace molto suonare in Italia, anche se forse la situazione non è buona come una volta: ci sono più persone ai concerti, ma mi sembrano un po’ meno coinvolte…ma del resto è normale che ci siano un po’ di alti e bassi!
L.I. - A proposito, ti piace suonare live? Preferisci i festival o i concerti nei locali?
Satyr - Sì certo, mi piace molto, e come la maggior parte degli artisti musicali posso dire che mi piacciano entrambe le cose: i festival per il numero degli spettatori e la grandezza dell’evento, e le date nei locali per quanto riguarda il rapporto più intimo e ravvicinato con il pubblico.
E.B. - Per concludere, come va con i vostri side project?
Satyr - Al momento sono in pausa, perché dobbiamo dedicare tutto il nostro tempo ai Satyricon. I Satyricon sono il progetto più bello e importante per me, perché io e Frost abbiamo davvero un grande feeling: ieri l’ho sentito ed era davvero entusiasta del nuovo album, e non vedeva l’ora di ricominciare a provare per prepararci per il tour. Queste sono le cose che mi rendono entusiasta del mio lavoro: avere qualcuno con cui condividere la mia musica e le mie emozioni.
E.B. - Ok, l’intervista è finita, grazie mille per il tempo che ci hai concesso e buona fortuna per il nuovo album! Se ti va, possiamo concludere con un video per salutare i nostri lettori…
Satyr - Ma certo, grazie a voi!