Riot
(Mark Reale)
di: 
Tristan De Filippo
19/11/2006



 

Dopo l'uscita dell'ultimo convincente Army of One, gli storici Riot sono ritornati ancora una volta ai vertici della scena Heavy Metal mondiale. A parlarci dell'ultima realizzazione e di altri aspetti legati al gruppo è il celebre leader Mark Reale, attivo nella band sin dal 1977...


T.F. - Ciao e buonasera! Tutto bene?

Mark - Sì tutto bene grazie, e buona serata anche a te!

T.F. - Anzitutto complimenti per il bellissimo Army Of One! Poi volevo farti notare una cosa: da italiano ho notato che in trenta anni di carriera i Riot hanno avuto in formazione molti italo-americani. Reale, Speranza, Ventura, DiMeo, Rondinelli, Macaluso, Bitelli… E’ solo una semplice coincidenza o esiste qualche ragione?

Mark - Beh, qui a New York ci sono davvero tanti italiani, è probabilmente per questo che nella nostra storia si sono avvicendati tutti questi italo americani, ma è solo un caso!

T.F. - Una caratteristica che sempre ho apprezzato nei Riot è l’abilità nel far convivere con eleganza e sapienza vari stili, come Heavy, Power e Hard Rock. E’ un qualcosa che nasce spontaneamente oppure è voluta eo studiata?

Mark - Naturalmente è tutto spontaneo. Queste sono le nostre influenze, la musica che più ci piace! E non c’è niente di studiato in quello che fanno i Riot, ci piace lavorare a mente libera e mettere in musica quello che ci detta la passione, e sono felice che i fans si accorgano di questo perché vuol dire che ci riusciamo bene. Ma ripeto, mi sembra ovvio che nulla è studiato ma è tutto naturale!

T.F. - Quali sono le differenze principali tra quest’ultima release e il precedente Through The Storm?

Mark - Il nostro ultimo album è più orientato verso un suono potente, massiccio! Through The Storm invece si snodava maggiormente con soluzioni rock.

T.F. - Maryanne è stata la canzone che nei primi anni ’90 mi ha fatto conoscere i Riot e Privilege Of Power è un album che ancora oggi ascolto con immenso piacere. C’è qualche canzone o album a cui sei particolarmente legato?

Mark - Sicuramente l’album che hai nominato è stato un bel successo e ne vado fiero, ma è logico che non posso avere un album preferito perché davvero sono molto legato ad ogni mio lavoro. Ad ognuno di essi devo un momento, una situazione...

T.F. - Nel corso degli anni si sono succeduti anche molti cantanti, tra i principali DiMeo, Speranza e Moore, di certo tutti ottimi singer, ma questi continui cambiamenti quanto hanno influito sul vostro song-writing e sul vostro lavoro in genere?

Mark - Essendo tutti grandi musicisti, è normale che hanno dato una loro impronta, ma sinceramente il nostro marchio di fabbrica è stato sempre ben evidente in tutti i nostri dischi a testimonianza di quanto il nostro song-writing sia rimasto invariato negli anni, naturalmente con le dovute evoluzioni di stile!

T.F. - Gli inizi, il grande e meritato successo raggiunto negli anni ’80, poi un periodo più difficile coincidente con la seconda metà degli anni ’90, oggi la ripresa prima con Through The Storm ed adesso con Army Of One. Come e con quale stato d’animo avete vissuto queste diverse esperienze e situazioni? Ci sono persone che vi sentite di ringraziare per esservi state vicine anche nei periodi più duri?

Mark - Come una grande famiglia anche il nostro mondo ha subito cambiamenti e momenti difficili. Ma l’importante oggi è essere ancora qui, con la coesione e con la passione. Con la consapevolezza che i Riot sono una band e che il loro percorso per il momento non è ancora terminato. Adesso c’è questo nuovo album e tutto è ok; il mio ringraziamento va a tutti quelli che ci hanno aiutato e supportato.

T.F. - Tutto sembra funzionare bene in Army Of One, la produzione è ottima, e la vostra prova tecnica ineccepibile. C’è però qualcosa che vorreste migliorare?

Mark - Mmm...non credo! Questo è un album potente, e la sua potenza è ben enfatizzata da una produzione ideale. Sono contento della mia prova, e questo è un album incentrato molto sulle chitarre… sono soddisfatto della nostra prova.

T.F. - E’ vero che quest’ultimo lavoro è stato dedicato a Guy Speranza, primo storico cantante dei Riot?

Mark - Eh…. (qualche secondo di silenzio N.d.R.)….Sì.

T.F. - Quanto ha inciso il business, le case discografiche e i trend musicali nelle vostre scelte e nella vostra carriera?

Mark - Direi niente! I trend passano ma i Riot sono ancora qui e suonano la musica che più gi piace. Certo il business è importante per la longevità di una band ed è un fattore che non può essere sottovalutato, ma quando si affrontano le cose con decisione e serietà, quando si ha uno zoccolo duro…

J.F.
- Cosa ne pensate dell’attuale scena musicale? E quali sono le maggiori differenze che trovate tra l’attuale scena e quella dei vostri esordi?

Mark - Beh…la scena negli anni ottanta era molto Heavy, compatta! Oggi ci sono molti sottogeneri ma le cose sono anche più semplici, per certi versi, rispetto ad una volta quando per emergere bisognava davvero dimostrare qualcosa…

T.F. - Quali sono gli artisti che ti hanno influenzato o che in adolescenza hai amato?

Mark - Ce ne sono tante… ero piccolo ed ascoltavo i Beatles, ma nel tempo ho potuto apprezzare altre band importanti sotto molti profili come i Judas Priest

T.F. - Ok, l’intervista termina qui, RockLine.it ti saluta e ti ringrazia tanto per il tempo concessoci. Chiudi come meglio credi questa per me piacevole chiacchierata.

Mark - Ahahah, grazie a te! Un saluto a voi e grazie per il supporto! Bye bye!

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