RockLine.it riesce a strappare qualche dichiarazione a David Thomas, cantante e mente degli storici Pere Ubu, sull'ultima pubblicazione Why I Hate Women. Il musicista si dimostra come al solito misterioso e poco incline a parlare del proprio lavoro, ma dalle sue parole emergono lo stesso alcune impressioni riguardo al nuovo album...
J.P. - Ciao David, benvenuto su RockLine.it! E’ un onore per noi poter scambiare qualche parola con una leggenda del Rock come te. Partiamo subito parlando del vostro ultimo lavoro, Why I Hate Women: come è nata la musica del vostro ultimo disco?
David - Ciao! Ogni album su cui lavoriamo comincia ha una storia alle spalle, un pò come un film. In questa storia ci sono sempre personaggi e scene che mi saltano in mente, con caratteristiche più o meno rilevanti. Io scelgo una delle scene che ho in testa e la uso come punto di partenza. Il mio lavoro consiste poi nel descrivere per intero quella circostanza. Talvolta i personaggi di questa storia appaiono nei vari testi, non sempre però. In seguito, per quanto riguarda le parti strumentali, valuto le diverse proposte della band, selezionando quella che ritengo essere la migliore. Why I Hate Women, come ho già spesso spiegato, è la mia idea di un romanzo che Jim Thompson non ha mai scritto. Per chi non lo sapesse, Jim Thompson, durante gli anni cinquanta, fu un importante scrittore specializzato nella stesura di racconti dark.
J.P. - Il titolo del vostro ultimo album è lo stesso di un romanzo incompiuto di Jim Thompson. Le somiglianze si limitano a questo oppure siete stati in qualche modo influenzati dalla sua figura?
David - No, non è un romanzo incompiuto di Jim Thompson. E' una novella che non ha mai scritto. Sono sempre stato influenzato dai suoni romanzi noir. E’ un particolare stile americano, come Raymond Chandler ha affermato nel suo famoso saggio. La prima canzone dei Pere Ubu, Heart Of Darkness, prende ispirazione da Chandler. Anche 18M, a suo modo, era molto noir. Potrei elencarti altri numerosi esempi, se solo ne avessi il tempo.
J.P. - A proposito del titolo dell’album, che tipo di relazione hai con il sesso debole?
David - Il mio rapporto con le donna è ottimo, non ne ho mai conosciuta una che non si sia innamorata di me.
J.P. - Con l’uscita di Why I Hate Women l’arrivo di Keith Molinè ha costituito la principale novità per quanto riguarda la line up. Cosa ti ha spinto ha cambiare chitarrista per l’ennesima volta? E’ stata una decisione comune?
David - Non ho cambiato chitarristi per l'ennesima volta. La gente va e viene. A volte si ammalano e devono smettere. Altre non riescono ad andare d'accordo con la band. Altre ancora iniziano a drogarsi. Alcuni poi vanno in pensione. Tom ci è andato. Nessuno è mai venuto da me dicendo: "Oh, ora che pincopallino se ne è andato dovremmo sciogliere la band"
J.P. - Che rapporto hai con gli ex membri dei Pere Ubu?
David - Buono.
J.P. - Quale ritieni essere l'elemento vincente di questa nuova line up?
David - La capacità di lavorare velocemente e di cambiare altrettanto rapidamente direzione stilistica, la versatilità.
J.P. - Della line up originale tu sei l’unico rimasto: perché hai deciso di pubblicare il disco con il monicker Pere Ubu invece che considerarlo un album solista? D’altronde, in passato avevi già inciso qualche canzone come David Thomas…
David - Perché non è un disco solista, è un disco dei Pere Ubu. Quando l’Italia cambia per l’ennesima volta il suo presidente del consiglio non smette mica di essere l’Italia e tu continui a chiamarti italiano…
J.P. - Che significato ha l’artwork del nuovo album?
David - Significa: qui ci sono le immagini che abbiamo deciso di associare all’album appena pubblicato e con le quali tentiamo di informare l’acquirente sul prodotto che ha di fronte.
J.P. - Molto spesso i Pere Ubu vengono menzionati come padri fondatori della New Wave, tu sei d’accordo?
David - Dipende da cosa intendi per New Wave. In ogni caso i Pere Ubu hanno cambiato per sempre il significato della musica Rock. Noi siamo un punto di non ritorno.
J.P. - Puoi dirci qualcosa riguardo al progetto Rocket From The Tombs?
David - Abbiamo appena suonato in un paio di occasioni in America durante le quali abbiamo suonato pezzi nuovi. Intanto continuiamo a lavorare sul nuovo materiale.
J.P. - Pere Ubu è il nome di una maschera creata da Alfred Jerry. Il teatro è per caso una tua grande passione?
David - E’ il nome di un personaggio ideato da Jerry e compare nei suoi spettacoli. Ho recitato al West End theatre, ma non ho una passione particolare per il teatro. Decisi di farlo soprattutto per provare una nuova esperienza, grazie alla quale ho capito che l’essenza del teatro consiste in:
1. Ognuno deve guarda avanti e parlare a voce molto alta.
2. Lo spettacolo inizia, succede qualcosa, e lo spettacolo finisce.
J.P. - Puoi descrivere con le tue parole Modern Dance, un capolavoro nella storia della musica Rock?
David - No.
J.P. - Quali erano nel 1978 le tue band preferite? Ascoltavi molto Punk in quel periodo?
David - Io non ho band preferite. In ogni caso non ho la più pallida idea di quello che mi sarebbe potuto piacere trent’anni fa. No comunque, non ascoltavo Punk. Il Punk fu inventato per vendere vestiti e come un veicolo per una nostalgica miopia. Io non sono nostalgico, al contrario, ci vedo molto bene, e non sono interessato a progetti di vendita su larga scala. Ogni altro modo di vedere il Punk è assolutamente ingenuo.
J.P. - Potresti spiegarci il significato della copertina di Modern Dance?
David - Significa: qui ci sono le immagini che abbiamo deciso di associare all’album appena pubblicato e con le quali tentiamo di informare l’acquirente sul prodotto che ha di fronte.
J.P. - Quali sono secondo te le maggiori differenze fra gli anni della New Wave ed oggi?
David - Non so cosa intendi per New Wave. Si può definire in mille modi diversi, come d’altronde è accaduto nel corso degli anni. Quando cominciammo nel 1975, ci rifacevamo semplicemente al cinema francese e lo collegavamo a ciò che stavamo facendo allora. Siamo solo una mainstream band. Non siamo anticonformisti. Non siamo sperimentali. Non siamo avant-garde. Siamo solo una mainstream band. Seguiamo gli schemi, siamo la norma.
J.P. - Parlando invece del tuo futuro, pensi di continuare la tua carriera solista o vuoi dedicare invece anima e corpo ai soli Pere Ubu?
David - Continuerò a fare esattamente ciò che vorrò, nel modo in cui vorrò.
J.P. - L’intervista è finita, ti ringraziamo per averci concesso parte del tuo tempo. A presto, ciao!
David - A presto, ciao.