Pain Of Salvation
(Daniel Gildenlöw, Johan Hallgren)
di: 
Andrea Evolti
27/01/2007



 

Quando un gruppo come i Pain Of Salvation realizza un nuovo lavoro, non si tratta di una comune release discografica: si inizia sempre un nuovo capitolo di un complesso ed affascinante viaggio nei meandri dell'animo umano ma, parallelamente, anche attraverso i tormentati mari della società, mari in stretto collegamento con i fiumi spirituali dei singoli individui. Daniel Gildenlöw e Johan Hallgren raccontano a RockLine.it il concepimento del nuovo Scarsick, una nuova storia allucinante più del pensabile, in quanto mostruosamente simile alla realtà attuale...



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A.E. - Daniel, Johan, prima di tutto volevamo chiedervi la natura di questo parziale ritorno alle origini con un album molto heavy, vicino ai livelli degli esordi di Entropia e One Hour By The Concrete Lake, contaminato con la ricerca melodica di lavori quali Remedy Lane: qualcosa di accuratamente pianificato, un progetto che avevate da tempo in mente di realizzare, oppure la naturale conseguenza delle jam session e di un processo creativo libero da vincoli?

Daniel - Dunque, so che molti ci dipingono come una band che ama la complessità, le sfumature, le tematiche e le costruzioni musicali difficili e non posso negare che in noi ci sia una fortissima dose di pignoleria ed attenzione per i particolari, ma quello che ci ha portati alla creazione ed al concept, sia musicale che lirico di Scarsick, è stato il più semplice e naturale dei processi compositivi, nato dall'ispirazione di comporre riff e melodie. Di certo, dopo il periodo che ha portato alla creazione di Be e dello spettacolo dal vivo, una sorta di particolare progetto musicale che incrociava musica rock, metal, progressive e musical, abbiamo istintivamente sentito il bisogno di tornare a scrivere materiale più pesante, sotto certi aspetti più d'impatto ed anche drastico nei suoi cambi di umore musicale. Inoltre, non va dimenticato che anche il concept trattato in Be era molto filosofico ed introspettivo e che, di conseguenza, l'input principale compositivo si è spinto verso argomenti e scenari più 'concreti' o comunque che si svolgono in un contesto esterno al singolo protagonista e con più figure che interagiscono fra di loro. In sostanza, non abbiamo pianificato suoni e tipologia di testi ma ci siamo arrivati portati dalle nostre emozioni e sensazioni, anche se, di certo, le esperienze maturate, sia positive che negative, come lo split con mio fratello; preciso, non che ci siamo presi a botte o che ci sia stato un litigio, ma la separazione da un componente della band, dopo che questi è stato tra i fondatori di un gruppo così compatto, ha di certo creato un vuoto in noi che ha richiesto tempo per essere colmato. E' stato come un terremoto, anche se annunciato e 'civile'. Comunque, come ti dicevo, in questi anni, tutte queste esperienze, hanno di certo 'scritto' nel nostro inconscio la trama di questo Scarsick.

A.E. - (nel frattempo Johan è tornato da una breve 'escursione' al bar ed arriva con un azzeccatissimo 'Here I am....rock you like a Hurricane!!!' generando l'ilarità di tutti N.d.R.) I testi sono sempre estremamente importanti nei vostri lavori: purtroppo la copia promozionale di cui disponiamo, come avviene da alcuni anni a questa parte, ne è sprovvista essendo estremamente minimale nel formato ed accompagnata solo da alcune note informative della casa discografica. Non posso farti domande mirate, pertanto, ma vorrei sapere che storia ci raccontano questa volta, perchè immagino si tratti di un altro concept, come si evince anche dalla divisione in due facciate, come se si trattasse di un vecchio vinile.

Daniel - Guarda questa è una pessima abitudine che le case discografiche hanno preso di risparmiare su tutto e mandarvi materiale non completo. Fino al 1997 circa si spediva il normale formato di vendita oppure si allegava il libretto, adesso, si economizza su tutto e si spedisce un formato estremamente esiguo...come dire.......

Johan - (intervenendo con la sua mimica esilarante N.d.R.) Flat! Piatto! Tutto ridotto ai minimi termini, sottilissimo! A malapena il cd ed una bustina cartonata! Immagino debba essere veramente difficile fare il vostro lavoro e preparare delle domande interessanti senza poter visionare l'opera completa di testi e del booklet stesso, oltre che, eventualmente, informazioni su guest, collaborazioni presenti nell'album o particolari spunti di dedica ed ispirazione. Diamine, è come se ti dessero da recensire un film senza il sonoro ed i dialoghi!!!

Daniel - Johan ha ragione, specialmente per questo Scarsick che uscirà correlato da booklet con bellissime fotografie che completano appieno la storia narrata dal concept. Hai fatto riferimento alla suddivisione in due lati e questo è molto importante perché nel lato A abbiamo una sorta di presentazione generale della storia e dei personaggi, che si trovano come messi su di una specie di palco di uno studio televisivo, come se una telecamere facesse una carrellata su di loro: questi sono i protagonisti all'inizio e le loro personalità e vicende emergeranno nel corso dell'album, specialmente nel lato B. Ogni canzone di Scarsick è una specie di frammento, di programma di un grande palinsesto televisivo dove ognuno di questi personaggi è il protagonista. Abbiamo il programma e la storia di cronaca, quella più politica oppure quella musicale, una sorta di MTV, rappresentato molto bene da due delle track obbiettivamente più anomale dell'album, America e Disco Queen, con quel forte sapore di disco-music anni '70. Questo album è, in pratica, The Perfect Element Part II, il seguito della prima parte che avevamo inciso nel 1999-2000, poiché riprende molte delle tematiche trattate in quell'album e le amplia, oltre a concluderle. Finalmente le persone potranno sentire la seconda parte di The Perfect Element e non non ci troveremo più imbarazzati difronte alla domanda 'Ma che fine ha fatto la seconda parte di The Perfect Element? Quando farete il seguito di questo dannato album?'! (risate generali) In effetti ce la siamo un po' voluta andando a realizzare due album tra la prima e la seconda parte, ma questi sono i tempi imprevedibili di un processo creativo spontaneo. Tornando al mood generale dell'album ed alle sue connessioni con la prima parte di Perfect Element questa va ricercata soprattutto in brani quali Ashes e nella tematica dell'abuso e dell'autoabuso della persona. The Perfect Element Part I analizzava questo particolare argomento da un punto di vista interiore ed anche da un'angolazione, come potremmo dire, introspettiva. Con Scarsick abbiamo spostato 'l'inquadratura' sulle cause, le conseguenze ed i contesti esterni alla persona. Sostanzialmente si parte dal di fuori con il lato S per entrare, attraverso il crescendo di ogni brano, nell'interiorità dei singoli personaggi, che raggiungiamo nel lato B. Trattandosi di un concept realizzato come un grande palinsesto televisivo, il tema dell'abuso sta soprattutto nella visione che la società ha di certe problematiche attraverso il mezzo televisivo, la distorsione di essa, l'omologazione a certi modelli (America e Disco Queen possono essere citati ancora come esempio). Da tutto ciò capirai come sia stato ovvio avere un disco molto più aggressivo che i precedenti, siccome ci rifacciamo al mondo frenetico e con una certa dose di violenza come quello della televisione, ma anche perché parliamo del mondo attuale con problemi concreti e definiti. Questo crescendo di tensione e violenza avrà un suo climax alla fine, con la consapevolezza, da parte dei personaggi principali, della distorsione delle proprie tragedie da parte di questo gigantesco palinsesto televisivo: esso no ha la funzione di far conoscere per sensibilizzare ma solo di spettacolarizzare il tutto.

A.E. - Daniel la presentazione di questo vostro lavoro è incredibilmente affascinante come anche l'idea di fondo. Siccome parliamo di uno script così complesso e di una musica altrettanto elaborata viene da chiedersi cosa sia nato prima: la storia dopo lo sviluppo dei brani, i brani in funzione dei testi oppure un delicatissimo equilibrio si è venuto a creare per il quale c'è stata una genesi contemporanea?

Daniel - Si è trattato di un processo parallelo tra storia e musica. Il fatto è che avevamo via moltissime idee musicali e per i testi ed abbiamo cercato, visto che c'era tra di loro una stretta connessione, di tirare fuori il filo che le legava assieme, sia dal punto di vista strumentale che delle parti vocali e dei testi. Abbiamo cercato di mantenere un'ottica a 360° per non subordinare una cosa all'altra ed, allo stesso tempo, per mantenere quell'omogeneità tematica e stilistica che un concept richiede. Spesso mi è capitato, durante il songwriting per Scarsick, di trovarmi lì a lavorare su di una track ed accorgermi che sì, avevo l'idea di cosa parlare ma non trovavo le giuste parole per esprimerlo in maniera pertinente alla storia ed alla musica. Allora mi aggiravo quasi imprecando 'Ho bisogno di un testo, ho bisogno di un testo!!', perché vedi, quello che mi mancavano non erano i riff, gli arrangiamenti oppure le linee vocali o le stesse idee su di che cosa avesse dovuto trattare la canzone, ma le giuste parole per riuscire a completare questa sorta di quadro, i colori giusti per finire di dipingerlo. La parte visuale, inoltre (come noteranno le persone che avranno tra le mani il cd), sarà molto importante, avendo curato moltissimo la parte grafica e delle fotografie, realizzate meravigliosamente non solo sotto il profilo tecnico, ma anche per quel che riguarda quello concettuale, essendo state ispirate da disegni che ho fatto pensando alla storia, oppure dai quali la storia ha tratto ispirazione per svilupparsi.

A.E. - Daniel ho una domanda molto particolare da farti, almeno dal mio punto di vista. La paternità ha cambiato i tuoi interessi tematici o, quantomeno, il tuo modo di comporre e realizzare questo Scarsick?

Daniel - In verità l'idea per questo Scarsick esisteva già da prima che io diventassi padre e forse è per questo che molta gente ha cominciato a chiedermi, dopo che lo sono diventato, se questa mi avesse reso talmente felice, da farmi scrivere concept allegri e con un happy end obbligatorio! Tranquilli gente, non sarà così! Ah ah ah! Scherzi a parte, la paternità è un evento nuovo e straordinario e come tutte le cose straordinarie che ti riserva la vita, cambiano qualcosa in te. Pertanto è più che naturale che ci siano stati dei mutamenti nel mio modo di comporre musica, anche se non in maniera drastica, e nel vedere ed intendere le cose. In questo momento io mi sento estremamente entusiasta e confuso allo stesso tempo: no si deve pensare che, essendo diventato padre, adesso sono in unno stato di pacifica armonia con tutto il mondo, che amo tutti e tutto mi sembra andare per il verso giusto. Mantengo sempre la capacità di detestare gli orrori che avvengono nel mondo, la capacità di arrabbiarmi ed indignarmi. Più che altro la paternità mi ha fatto scoprire, o meglio, riscoprire, lo stupore di fronte alla bellezza che c'è nel mondo, quella che spesso ignoriamo ed, allo stesso tempo, di detestare l'umanità quando essa la distrugge questa bellezza, quando sarebbe in grado di apprezzarla, migliorarla e crearne a sua volta. La paternità ha come sviluppato quel particolare equilibrio interiore, quello paragonabile allo Ying ed allo Yang, che c'è in me: amare ma anche detestare chi o cosa distrugge le cose più belle. Questo ritengo sia uno degli aspetti più belli di un avvenimento quale la paternità, non il diventare un melenso compositore di canzoni che ti dicono che tutto va bene, insomma un brutto clone di John Denver!!!

A.E. - Daniel, quando si parla dei testi dei Pain Of Salvation, ho l'impressione che uno dei leit motiv che li unisce tutti sia l'umanità ed il suo lato oscuro, la capacità che essa ha di distruggere le cose belle che ci sono nella vita ed intorno a noi. Questo mi fa pensare soprattutto a One Hour By The Concrete Lake, come se fosse il punto fermo di un concept che sta al di sopra dei vostri concept, come se tutto ciò che scriviate ruotasse attorno a quest'idea. E' veramente così, avete questa sorta di 'missione lirica' di parlare di questa corsa per salvare l'umanità da se stessa?

Daniel - Sicuramente One Hour By The Concrete Lake è un disco che, musicalmente e concettualmente, è da tutti noi molto sentito, visto che si è trattato di uno dei primi ma anche perchè contiene un equilibrio tra musica, storia, visione del mondo nella globalità e dell'individuo nella sua singolarità che lo rende unico. Personalmente ritengo che più che esserci un concept o una filosofia dietro tutta la nostra musica e One Hour By The Concrete Lake, si tratti di avere quest'album come punto di riferimento per descrivere con equilibrio il rapporto tra l'uomo ed il mondo che lo circonda. Scarsick parla di situazioni eterogenee e su larga scala, su di un piano che prende in esame il mondo nella sua globalità, ed il rischio principale era quello di dimenticarsi della singolarità dell'individuo, della sua unicità nel vivere certe situazioni, nell'affrontare i problemi e nel mettere in atto sogni e desideri che solo a lui appartengono: insomma, di generalizzare e massificare il tutto. Noi vogliamo, invece, riuscire a mantenere in equilibrio tutto questo e spesso mi capita di pensare ad Handful Of Nothing, come metro di paragone di quella che considero non tanto, come dicevo in precedenza, una filosofia, ma una sorta di visuale ad ampio che prenda in esame il mondo, l'umanità ed anche il singolo individuo. Di conseguenza non può esserci sempre una visione negativa dell'umanità, ma di certo la costante capacità, come il protagonista di One Hour By The Concrete Lake, di meravigliarsi, terrorizzarsi e percepire la grandezza di tutti gli eventi, sia in positivo che in negativo. Penso che non sia una cosa facile cercare d'immaginare di trovarsi davanti ad un lago di cemento, quasi un oceano grigio, qualcosa d'innaturale ed imponente e quello che questo ti smuove dentro, tra angoscia, paura e voglia di ribellarsi a tutto ciò. Queste sensazioni sono per me una delle filosofie, se così vogliamo chiamarle, dei Pain Of Salvation. Entropia aveva, per certi versi, un'inclinazione più personale, i testi, almeno, erano stati scritti da me, con un'attitudine molto personale, con un protagonista che mi assomigliava moltissimo, in quanto parlava di paure ed angosce legate strettamente alla mia persona. Da One Hour By The Concrete Lake in poi penso che siamo riusciti ad ampliare il nostro modo di tratteggiare i personaggi, immedesimandoci anche in personalità e situazioni lontane da noi stessi.

A.E. - Ultima domanda ragazzi perchè ci dicono che il nostro tempo è ormai scaduto. Avete già trovato un bassista per sostituire Kristoffer, quantomeno durante il tour, almeno questo é quello che ci è stato detto attraverso le note informative con il disco promozionale. Ce lo volete presentare?

Johan - (sorridendo N.d.R.) Rispondo io perché ho parlato veramente poco e poi Daniel dice che non faccio mai nulla!!! Dunque abbiamo selezionato alcuni bassisti ed eravamo arrivati a restringere la cerchia a tre candidati. Alla fine abbiamo scelto il nostro Mr. Henrikkson!!! (ride N.d.R.) E' un gran musicista ed un'ottima persona. Fino al 1998 suonava il basso e poi si era dedicato alla chitarra. Adesso grazie a noi è ritornato sui suoi passi! Ha portato grande energia nella band ed il suo apporto è stato fondamentale per ritrovare un equilibrio ed affrontare un tour di questo tipo. Sicuramente lascerà un segno nei Pain Of Salvation, sia che decida di rimanere in pianta stabile nella band, sia che decida di non proseguire la sua avventura con noi. Lavorare con lui, in ogni caso sarà un vero piacere!

A.E. - Grazie mille ragazzi ed in bocca al lupo per Scarsick ed il tour!

Daniel e Johan - Grazie a voi e ci vediamo in tour!!!

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