L'oscuro e carismatico Aaron Stainthorpe concede una speciale intervista a RockLine.it parlando della carriera dei My Dying Bride, il gruppo che ha cambiato la visione del Doom Metal in Inghilterra e nel mondo dal 1990...
E.B. - Ciao Aaron, è un grande onore per me poterti intervistare. Congratulazioni prima di tutto per A Line Of Deathless King, che ho trovato molto interessante e tanto oscuro quanto i precedenti. Secondo te qual è la differenza principale tra la nuova pubblicazione e il predecessore Songs Of Darkness, Words Of Light?
Aaron - Ciao! Beh, penso che una delle maggiori differenze sia il timbro vocale, dato che ho conferito più varietà ed un tono più melodico. In questo modo abbiamo voluto rendere il nuovo album più accessibile al grande pubblico e forse aprirci ad un’audience più “mainstream” per divertimento.
Naturalmente la musica si è evoluta rispetto a Songs Of Darkness, Words Of Light ed è stato creato un sound più maturo con un’esecuzione migliore e strutture più elaborate.
E.B. - Avete impiegato due anni per comporlo? Spiegaci come avete lavorato…
Aaron - In realtà avevo impiegato circa otto mesi ma a noi piace concederci del tempo per comporre e quindi il periodo si è esteso fino a due anni. Il song-writing si è avviato con i due chitarristi, che si sono incontrati per improvvisare insieme e concepire le prime idee; poi, dopo un paio di mesi, l’intera band si è riunita per provare e ha iniziato ad aggiungere nuove idee a quelle già stese. E’ il processo che abbiamo sempre usato e lo reputo molto valido.
E.B. - E cosa significa il titolo A Line Of Deathless Kings?
Aaron - E’ un riferimento all’orgoglio che proviamo relativamente a tutti i nostri precedenti lavori, comparandoli ad un certo status e ad una certa statura regale. Forse è un po’ pomposo, ma non c’è nulla di sbagliato nell’autogratificarsi qualche volta. Tutti i nostri dischi sono “eterni” (saranno qui per sempre) e “regali” (per il loro livello regale).
E.B. - Di cosa trattano i testi? E’ un concept?
Aaron - Non è un concept, sebbene abbia spesso giocato con l’idea del concept per diversi anni. I temi sono quelli classici dei My Dying Bride: la morte, il Romanticismo, la tragedia, il dolore, il sangue, l’amore, la solitudine, il sesso, la passione, la rabbia. Per riassumere, tutte le emozioni umane più profonde.
E.B. - Difatti se si analizzano i titoli delle nuove canzoni si possono trovare alcune somiglianze con altri titoli dei vecchi brani, come nel caso di The Raven Wings o The Raven And The Rose, One Of Beauty’s Daughter e The Prize Of Beauty o ancora The Blood, The Wine, The Roses e My Wine In Silence. Anche nella scelta dei titoli si collocano quindi i temi da te appena elencati?
Aaron - Quelli sono temi ricorrenti in tutta la carriera dei My Dying Bride perché ci sono alcune cose della vita che trovo davvero interessanti e penso che queste siano il nucleo portante, il fulcro dei valori dei My Dying Bride. Le nostre radici si basano su questi valori e naturalmente scegliamo di riscoprirli ogni volta che ne sentiamo il bisogno.
E.B. - A quale traccia del nuovo album ti trovi particolarmente legato?
Aaron - Sono veramente orgoglioso di tutte, ma la mia preferita rimane sempre I Cannot Be Loved, sebbene non abbia un rapporto “personale” con questa canzone. Mi piace solo tantissimo.
E.B. - Chi ha realizzato l’artwork della copertina? Cosa significa?
Aaron - E’ stato realizzato da Matt Vickerstaff ed è una rappresentazione della nostra musica, contenente nobiltà, oscurità e malvagità.
E.B. - Dopo la realizzazione del video di Deeper Down avete intenzione di filmarne di nuovi?
Aaron - Sì, dopo il video e singolo di Deeper Down stiamo per pubblicare un secondo video-singolo per I Cannot Be Loved, e stiamo meditando riguardo la possibilità di registrare un nostro live show nel 2007.
E.B. - Come vi siete sentiti a pubblicare il vostro primo boxset e a collegare in una sola opera tutte le canzoni della storia dei My Dying Bride?
Aaron - Il boxset è stato importante per noi perché ci ha dato l’opportunità di attaccare tutti nostri momenti preferiti dei nostri sedici anni di storia. E poi è un’efficace indicazione ai fans, che segnala quali sono i pezzi che preferiamo tra tutti quelli scritti. E’ una grande cosa poterlo avere fra le mani, perché rappresenta la parte migliore di noi.
E.B. - I Paradise Lost, gli Anathema e voi siete state le tre bands che hanno portato a grandi livelli il Doom in Gran Bretagna. Ora queste due altre formazioni hanno perso il loro feeling prettamente Doom e sono diventate più sperimentali. Per quanto riguarda i My Dying Bride, pensi che andrete avanti a suonare il vostro stile o lo cambierete radicalmente?
Aaron - Abbiamo tentato la via sperimentale quando abbiamo scritto 34.788%...Complete e abbiamo apprezzato quest’esperienza, ma preferiamo il solito sound Gothic/Doom/Death che permea i nostri dischi fin dall’inizio. Potremmo, in futuro, fare qualcos’altro di sperimentale (sono sicuro che sarà così) ma la nostra direzione non cambierà completamente.
E.B. - Ho appena letto della vostra partecipazione al Frozen Rock Open Air qui in Italia.
Aaron - Ah, ne sai molto più di me Edoardo, dato che non ho sentito niente riguardo a show in Italia, ma forse perché non guardo mai la pagina News su www.mydyingbride.org. Ora comunque rimedierò.
E.B. - Bene, cosa ti aspetti dai fans italiani? Qual è il tuo rapporto con il nostro Paese?
Aaron - Abbiamo avuto sempre un rapporto solidissimo con l’Italia poiché i fans hanno iniziato a contattare i My Dying Bride (anche prima delle mail) scrivendoci fin dagli esordi nel 1990 e dopo la pubblicazione del nostro demo Towards The Sinister. Abbiamo poi suonato in diverse città italiane lungo gli anni ed abbiamo costantemente ricevuto consensi entusiasti. Su un piano strettamente personale, il nostro chitarrista Andrew è fidanzato da otto anni con una deliziosa ragazza italiana e quindi visita il vostro Paese nelle vacanze. Tutta la band è infine venuta in vacanza in Italia qualche anno fa e l’ha apprezzata veramente. Per quanto riguarda me, penso che Roma sia la città più bella del mondo e ho visitato centinaia di città. E’ un luogo stupendo, che mi ha sempre ispirato parecchio.
E.B. - Qual è il ricordo più bello che porti con te da membro dei My Dying Bride?
Aaron - Aver visitato dei luoghi grandiosi in tutto il mondo, che è una cosa veramente eccitante, e l’aver giocato nell’Iron Maiden Football Team nel 1995. Abbiamo giocato contro una squadra italiana a Milano ma abbiam perso 6-3. Un altro ricordo bellissimo è il tour negli Stati Uniti con Dio perché abbiamo visitato luoghi fantastici.
E.B. - Perfetto, direi che possiamo finire l’intervista con una domanda riguardo la Peaceville Records. Per quanto concerne il boxset e il DVD, siete stati costretti dalla Peaceville per motivi commerciali o avete considerato queste due uscite come dei piccoli regali ai vostri fans?
Aaron - I fans continuano a richiedere maggiori pubblicazioni e, mi spiace, generalmente non li ascoltiamo. La casa discografica invece lo fa e quindi se sentono che è giunto il momento per produrre qualcosa, a volte troviamo una soluzione insieme. Considerando il fatto che siamo stati in giro da diciassette anni, non abbiamo davvero pubblicato una grande quantità di prodotti e poi alcuni Paesi hanno i diritti di produrre cose che non abbiamo mai visto! Sto parlando per esempio di Picture Discs, cassette, vinili, bootleg, live eccetera. Tuttavia troviamo davvero divertente cercare di collezionare tutto questo materiale.
E.B. - Grazie mille per il tempo concessoci. Ti auguro un futuro ricco di ulteriori successi con i My Dying Bride. Puoi concludere l’intervista come preferisci, un saluto da RockLine.it!
Aaron - Grazie per l’infinito supporto, è sempre caldamente apprezzato. Siamo in giro da tanto tempo ma non stiamo ancora scomparendo. Ci sono ancora da trovare bagliori di luce nell’oscurità più profonda di ogni luogo. A presto!