Morse, Neal
di: 
Leonardo Cammi, Edoardo Baldini
17/10/2005



 

In un’intervista telefonica il carismatico ex-cantante degli Spock’s Beard ci svela i segreti dell’enigmatico “?”, nuovo album solista dell’autore, che, nell’arco di un pugno di anni ha già sfornato una miriade di dischi...

L.C. - Ciao Neal, come va? Prima di tutto voglio farti i complimenti per il nuovo album, veramente ottimo!

Neal - Grazie Leonardo. Qui va tutto bene, sono con il mio amico Markus; stiamo mangiando qualcosa insieme, spero non ti infastidisca… inoltre ti ringrazio del complimento perché credo molto nel nuovo album.

L.C. - Ok, allora Possiamo iniziare con l’intervista proprio partendo dal titolo del nuovo cd: come mai il punto interrogativo come titolo?

Neal - Il titolo enigmatico del disco deriva proprio dal fatto che in questo cd affronto il tema dei “Misteri”. E’ un album che presuppone una ricerca da parte dell’ascoltatore, una scoperta.”

L.C. - Nel cd si possono ascoltare strumenti particolari come il sassofono, una sezione di corni, le percussioni, cori…

Neal - Sì, e molto altro ancora. Era mia intenzione rendere le composizioni ricche e colme di significato, che si potessero legare il più possibile ai testi. Come sai anche questo cd è un concept e l’unione di testi e musica è importantissima.

L.C. - Di che cosa tratta il concept?

Neal - Di come l’uomo si avvicini al Tabernacolo, al Tempio di Dio, di quali siano le difficoltà da affrontare e l’enorme gioia di ritrovarsi insieme nell’amore di Dio. Il tutto attraverso la scoperta dei misteri che vanno interpretati da ognuno di noi.

L.C. - Puoi spiegarci quale sia il significato dell’artwork della cover del nuovo album? Anche a livello di colori utilizzati è molto diversa da quelle dei precedenti, che erano stracolmi di luce e di bianco. Qui invece abbiamo questo rosso fuoco che acceca e quella capanna…

Neal - Sì, l’immagine è molto diversa da quelle usate precedentemente anche perché l’album è diverso, ahahah. La capanna rappresenta un po’ l’umanità che in ogni momento della sua storia è legata a Dio ma magari non lo sa, deve scoprirlo, scoprire i misteri.

L.C. - Certo che risulta incredibile la prolificità con cui componi! In pochissimi anni hai registrato Testimony, One e ora ?. Qual è il tuo segreto?

Neal - Ahahah…nessun segreto. Semplicemente sento di aver molte cose di cui parlare alle persone; per me la testimonianza di Dio è ora la cosa più importante. Quando mi sono convertito potevo anche smettere di suonare, ma ho sentito dentro di me che era giunto il momento di testimoniare, di diventare “Ministro” e di parlare di questi argomenti.
A livello musicale sto attraversando un ottimo momento di ispirazione che si miscela benissimo ai concetti ed alle tematiche che voglio esprimere. Questo è il segreto.

L.C. - Neal, il genere di musica che proponi viene etichettato come “Christian Progressive Rock”. Sei d’accordo con questa definizione? Puoi spiegarci perché hai deciso di proporre queste tematiche dal punto di vista lirico?

Neal - Oh, guarda…per quanto riguarda la definizione del genere direi che sono d’accordo con l’aggettivo cristiano, per il resto ti dico solo che tempo fa ho scritto una canzone intitolata Don’t Label Me, proprio perché non ho familiarità con le definizioni dei generi; per me la musica è un grande universo.
Invece, per quanto riguarda i testi posso dirti che l’idea di scrivere di tematiche cristiane arriva dopo la mia forte conversione avvenuta intorno al ’98, quando mia figlia si ammalò. Tutta la nostra famiglia fu vicina e soffrì molto. La situazione cambiò gradualmente e sentimmo qualcosa era anche cambiato in noi. Io mi sono convertito in modo forte e deciso proprio allora. Da quel momento ho deciso che avrei suonato per testimoniare la mia fede e l’amore di Dio per gli uomini.

L.C. - In molte occasioni, come anche in quest’ultimo album, hai lavorato fianco a fianco con Mike Portnoy dei Dream Theater. Come puoi descriverlo? Come ti sei trovato a lavorare con lui?

Neal - Mike è incredibile. Porta avanti mille progetti in parallelo, è una furia scatenata. Può sembrare un po’ disordinato per come si comporta, ma in realtà il suo atteggiamento nasce da una genialità di fondo. Inoltre è un grandissimo batterista e un amico, mi trovo benissimo a suonare con lui.

L.C. - Beh…anche tu non scherzi in quanto a progetti e super attività…

Neal - Ahahah… vero, hai proprio ragione.

L.C. - Ma parlando ancora di ospiti come Mike… beh… anche in questo tuo nuovo cd ci sono personaggi del calibro di Jordan Rudess, sempre dei Dream Theater (tastiere), Alan Morse degli Spock’s Beard (chitarra), Roine Stolt dei The Flower King (chitarra), Steve Hackett dei grandissimi Genesis (chitarra)… possiamo anche aggiungere il saxofonista Mark Leniger. Insomma… un vero stuolo di nomi famosi… come mai in vece di una band preferisci suonare con tanti personaggi famosi?

Neal - Perché è divertente. Tutti i musicisti che hai citato sono dei geni nel suonare il loro strumento, dei perfezionisti e dei professionisti che possono dare il massimo sempre. Per me è un onore, un piacere e un grande divertimento poter suonare con loro i brani che compongo.

L.C. - Tuo padre era un direttore di coro. Questo ti ha aiutato, ispirato per entrare nel mondo della musica?

Neal - Assolutamente sì. Prima ho seguito il suo lavoro e l’ho apprezzato, la musica classica mi ha colpito, poi, più grandicello, ho assistito a concerti dei Deep Purple, che all’epoca erano per me fra i migliori; in seguito sono rimasto folgorato dagli Yes, che hanno per sempre cambiato i miei gusti, con quel sound ricchissimo di influenze.
Certamente aver vissuto per tanti anni immerso nella musica ha fatto si che anch’io sviluppassi un forte amore verso quest’arte; mio padre mi ha fatto respirare la musica sin da piccolo, quando cantavo le cose più bizzarre.

L.C. - Come descriveresti ora la tua esperienza con gli Spock’s Beard?

Neal - Una grande esperienza, che mi ha dato tantissimo. Però dopo la mia conversione ho capito che dovevo esprimermi anche in un altro modo e non potevo farlo nella mia band madre. Sono comunque rimasto in contatto, Alan suona con me su ?.

L.C. - Hai sentito quello che hanno prodotto dopo la tua uscita dalla band? Che ne dici?

Neal - Sì, ho ascoltato e da amante della musica devo dire che mi è piaciuto tutto anche se sento che non ci sono più io… eheheh… qualcosa è cambiato ovviamente ma la professionalità e la qualità della musica è sempre altissima.

L.C. - Ritieni che in futuro potrebbero esserci delle possibilità di un tuo ritorno nel gruppo?

Neal - Per ora sicuramente no, sono tropo impegnato, ma chi può dirlo per il futuro?

L.C. - Hai deciso di partecipare ad eventi come ProgAID e The Tsunami Project; come mai? Puoi dirci qualcosa circa queste esperienze?

Neal - Ho deciso di partecipare perchè si trattava di aiutare chi sta peggio di noi. Da diversi anni a questa parte ho deciso di far musica per testimoniare la fede in Dio e per aiutare il prossimo. Non potevo certo farmi sfuggire queste occasioni che umanamente mi hanno dato molto; nel futuro ripeterò sempre, appena possibile, queste partecipazioni.

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