Last Days
(Graham Richardson)
di: 
Paolo Bellipanni, Annarosa Moroni
18/02/2008



 

Graham Richardson parla a RockLine.it dei Last Days, svelando tutti i retroscena e le idee per il futuro di un progetto che, attraverso These Places Are Now Ruins del 2007, si è dimostrato come uno dei più interessanti acts ambient di quest'ultimo periodo...

P.B. - Ciao Graham, benvenuto su RockLine.it: cominciamo l’intervista con un paio di domande semplici. Puoi parlarci di com’è nata la band? E’ solamente un progetto solista di Graham Richardson o qualcosa di più?

Graham - E’ un progetto solista. Mi sento più a mio agio chiudendo la porta e lavorando da solo. Si tratterà sempre di un progetto solista ma per il prossimo album coinvolgerò un violoncellista e qualche singer. Sento di avere veramente bisogno di incrementare il mio sound per il prossimo album, quindi, affinché ciò accada, mi serve l’esperienza di altre persone. Ho cominciato a registrare nel 2000 quando ho avuto i miei primi computer e la chitarra. Non potevo fare a meno di sperimentare nuove melodie e alla fine ho ottenuto della musica che sarebbe potuta piacere anche ad altri.

P.B. - Credo che These Place Are Now Ruins sia uno degli album più interessanti del 2007, e anche altre magazine e webzine hanno apprezzato il tuo lavoro. Speravi in un tale successo prima che l’album venisse pubblicato?

Graham - Ti ringrazio molto, speravo che sarebbe piaciuto alla gente ma non ero sicuro della reazione perché non è un album facile da ascoltare come Sea; penso che alcune persone siano rimaste deluse ma sembra che la maggior parte abbia cose molto positive da dire a riguardo, il che è molto gratificante per me. Ho creato qualcosa che mi ha reso felice, e ciò è molto importante…poi se piace anche a qualcun altro allora ne sono ancor più contento.

P.B. - Vedi These Places Are Now Ruins come una continuazione di Sea o come una nuova dimensione musicale?

Graham - Non è una continuazione. La prima cosa che faccio prima di cominciare a comporre è decidere di cosa tratterà l’album. Provo a creare i sound adatti alle tematiche di ogni cd. Cerco solo di essere onesto mentre lo faccio. Non sono partito con l’intenzione che These Places Are Now Ruins suonasse come una nuova dimensione ma mi sono accorto che è leggermente diverso da Sea. Non voglio che ogni cd si assomigli e sto pianificando il prossimo lavoro perché sia diverso dai precedenti.

P.B. - Quali sono, secondo te, le maggiori differenze tra i due album?

Graham - Sea era calmo, una sorta di “posto sicuro” quindi ho cercato di creare un tipo di musica che riflettesse queste tematiche, These Places Are Now Ruins parla invece della delusione e della disperazione quindi è più sgradevole e astratto. Ritengo che These Places Are Now Ruins sia più profondo e vario, ma entrambi hanno un senso di speranza alla fine.

P.B. - La fuga dal mondo, la solitudine, la malinconia, la meditazione, la necessità di fuggire verso nuove prospettive di vita. Perché hai scelto questi temi per la tua musica?

Graham - Non credo di averli propriamente scelti, fanno tutti parte di me e mi trovo a mio agio a scriverne e ad esplorarli. E’ più semplice metterli in musica che parlarne. Penso che molti artisti abbiano difficoltà ad esprimersi verbalmente o si sentano incompresi, quindi il loro lavoro è una sorta di voce. Certe volte sento il bisogno di fuggire e la mia musica è un modo inconscio di comunicarlo.

P.B. - Il tuo stile è ricco di elementi presi da diverse sfere musicali: è una necessità stilistica o un modo di accrescere il valore della tua musica?

Graham - Non mi rendo conto di utilizzare elementi presi da altre sfere musicali, so che a volte può capitare ma non sto cercando di creare un arazzo che includa più stili. Amo molti tipi di musica ed è inevitabile che venga influenzato da alcuni di questi. Se la mia musica ha un qualche valore allora spero che la gente capisca che è onesto e che riflette le speranze e i fallimenti che tutti sperimentiamo.

P.B. - A cosa pensi mentre stai registrando? Componi solo quando ti trovi in un determinato stato d’animo?

Graham - Non accade molto spesso che sia qualcosa di specifico a farmi comporre. Mi siedo al computer e vedo cosa succede, non programmo troppo le cose. Se scopro una melodia che mi piace allora continuo con quell’idea e do forma a qualcosa di reale. Non ho bisogno di sentirmi in un certo modo prima di cominciare una canzone, se la musica mi trasmette qualcosa vado avanti e sviluppo l’idea di base, se non mi trasmette nulla la cancello. A quanto pare scrivo la maggior parte dei miei pezzi in inverno, quindi al momento sono molto impegnato!

P.B. - Quanto conta per un musicista il fattore emotivo?

Graham - Tutto quello che compongo riguarda le emozioni. La mia musica tratta di caratteristiche molto personali, ma so che altre persone possono ritrovarsi in quello che provo ad esprimere, quindi ritengo che molte persone si sentano come me e capiscano le emozioni che cerco di trasmettere.

P.B. - Che progetti hai per il futuro? Credo che i tuoi fans stiano già aspettando un nuovo album!

Graham - Subito dopo aver terminato These Places Are Now Ruins ho lavorato al nuovo album e mi aspetto che sia pronto per l’estate. Il processo è differente, sto scrivendo una storia riguardo a una giovane ragazza che si chiama Alice e i suoi genitori; più o meno come un film, ogni canzone sarà una scena della storia. Per aiutare quest’idea a prendere forma sto anche scrivendo alcune parti parlate e userò anche un cantante per una o due tracce, sia il parlato che il cantato saranno le voci dei personaggi della storia. Ho un artowrk per l’album di cui vado molto orgoglioso, sarà diverso dai precedenti e spero anche di poter girare qualche video per accompagnare la musica.

P.B. - Hai altri side-projects oltre ai Last Days?

Graham - A dir la verità no, ho cominciato un progetto chiamato St Kilda quasi un anno fa quindi potrei sperimentare idee ancora più astratte ma non ci ho lavorato molto recentemente. Credo che concentrerò tutte le mie energie sui Last Days.

P.B. - Che tipo di musica ti piace principalmente?

Graham - Tutto ciò con cui mi posso identificare. Ascolto musica simile alla mia ma anche generi come classica, elettronica, pop, lo-fi, folk e sperimentale. Di solito cerco nuovi generi, mi sembra di avere una connessione più diretta con artisti che ho scoperto da solo rispetto ad altri che mi sono stati consigliati. Comunque la maggior parte dei generi mi deve comunicare qualcosa.

P.B. - Quali sono i generi, le band o gli aspetti naturali che hanno maggiormente influenzato la tua musica?

Graham - Credo che, proprio perché vivo così a nord, il clima e la geografia costituiscano delle influenze. Qui ci può essere freddo ed essere buio ed è vicino alle colline e al mare. Può essere una grande fonte di ispirazione e c’è molto spazio per stare soli e assorbire ciò che arriva dall’ambiente esterno. Negli ultimi anni ho sviluppato una predilezione per la musica che mixa sound elettronici e strumenti veri e propri come Tenniscoats, Khonnor, Epic45 ecc. Un artista che mi ha insegnato molto è Jasper TX, mi piace molto il modo in cui impedisce alla sua musica di suonare troppo grande o pomposa e non ha paura di distruggere pezzi che magari sono meravigliosi, questo è quello che io intendo per coraggio ed è ciò che provo anch’io a fare certe volte.

P.B. - Grazie mille per la disponibilità che ci hai concesso, Graham. Tanti saluti da tutta RockLine.it! Buona fortuna per il futuro, aspettiamo il tuo nuovo album! Ciao!

Graham - Grazie a voi. A presto.

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