Garretti
(Lucio)
di: 
Marco Lorenzi
18/09/2007



 

Nati nel 2002 a Venezia, i Garretti si sono fatti notare con il primo full-lenght in studio, dal titolo Prima Che si Spenga la Luce. Lucio, bassista della band, ci parla del disco e del progetto Garretti, con uno sguardo al futuro...

M.L. - Ciao ragazzi, benvenuti su Rock Line. Cominciamo con le presentazioni di rito: quando, dove e come è nato il progetto Garretti?

Lucio - I Garretti si formano a Venezia nel 2002. Un po’ di anni fa come tanti altri gruppi siamo stati travolti dalla musica di band come Nofx e Lagwagon. La voglia era quella di non rimanere passivi e semplici ascoltatori, ma di riuscire a mettere in piedi un progetto che ci coinvolgesse totalmente; di poter dire la nostra, insomma. Negli anni abbiamo cercato di cambiare un po’ alla volta le nostre sonorità e di proporre idee quanto più possibili personali. Il settembre scorso è stato pubblicato il nostro nuovo disco Prima Che si Spenga la Luce per la NoReason Records in Italia e la Antstreet Records in Germania.

M.L. - Toglieteci una curiosità, ora. Perché il nome Garretti? Che significato ha?

Lucio - Il nome Garretti è venuto fuori per scherzo da me e Gino, quando eravamo a scuola. Non ha un significato particolare! Ci piaceva qualcosa che si potesse ricordare facilmente e che non suonasse banale.

M.L. - Prima Che si Spenga la Luce è il vostro primo lavoro in studio. Un disco che, a nostro modo di vedere, condensa diversi stili musicali. Volete parlarci di come è nato il vostro album?

Lucio - Credo che l’idea forte che abbiamo avuto su questo disco sia stata quella di rimanere legati su ogni pezzo all’idea di “canzone”, cioè a qualcosa di melodico e di facile assimilazione. Di volta in volta alcune parti sono più o meno distanti tra loro secondo il gusto di ognuno di noi, stando però sempre attenti a lasciare una certa coerenza di fondo.

M.L. - La cosa che sorprende, e che alla fine dei conti vi caratterizza, è il cantato in italiano. Tutte le tracce contengono testi nella nostra lingua. Perché avete scelto di contrapporvi alla corrente generale di band che cantano in inglese?

Lucio - Tanti motivi più o meno collegati tra loro. La possibilità di essere più immediati, anzi tutto; poi il non appiattirsi su testi in inglese, oppure il fatto, appunto, di proporre un qualcosa di originale. Più in generale, oserei dire: per avere un potente mezzo in più per spiegare la nostra idea di musica. Ecco tutto.

M.L. - Rimaniamo in tema. Le liriche del vostro disco sono spesso dei riflettori puntati su tematiche importanti. In Un Istante, ad esempio, affiora anche il tema dominante del vostro disco, con la citazione del suo titolo. Volete raccontarci qualcosa in merito?

Lucio - Prima Che si Spenga la Luce è una riflessione su quanto sia importante avere uno spirito critico sulle cose che vediamo o ascoltiamo; di non rimanere fermi e passivi e accontentarsi di criticare e basta. E’ proprio un’esortazione ad agire, partendo da noi stessi. Il titolo del disco prende una frase di Hobsbawm che descrive lo scoppio della prima guerra mondiale, quando le luci e i lumi della ragione iniziarono a spegnersi un po’ alla volta su tutta l’Europa. Pensiamo che questo passo continui a descrivere molto bene il periodo storico di guerra e paura che stiamo vivendo anche adesso.

M.L. - Riuscireste a definire il vostro disco usando tre aggettivi?

Lucio - Ci provo: facile, difficile, immediato.

M.L. - Nel vostro full-lenght vi sono tracce in particolare che amate più di altre o alle quali sono legati ricordi e aneddoti particolari?

Lucio - La risposta standard è che siamo ugualmente legati a ogni nostro pezzo. In verità almeno io sono più legato a “Diverso da Ieri” perché è quello che è generalmente più apprezzato da chi ci vede a vedere.

M.L. - Quali sono state le fonti d’ispirazione musicali e non che hanno contraddistinto composizione e registrazione di Prima Che si Spenga la Luce?

Lucio - Credo che Adriano abbia sviluppato un modo di cantare un po’ atipico per il nostro genere e quindi lui più degli altri pesca da gruppi distanti dal nostro. Io debbo molto a gruppi come Boysetsfire e Thursday, soprattutto nel lato più melodico e morbido della produzione di queste due band.

M.L. - Parliamo di live. Che ne pensate della scena del nostro paese? Trovate che sia dato sufficiente spazio a band emergenti e desiderose di mettersi in luce?

Lucio - La scena italiana è strana… apparentemente contraddittoria. Mi è capitato pochi giorni di fa di assistere a un concerto a Catania dove si respirava un aria che qui da noi non esiste. Credo funzioni molto a circuiti, a zone. Generalmente ce la passiamo maluccio in questo periodo. Gli spazi ci sono, ma abbiamo un po’ perso la cultura della musica (soprattutto se non è gratis).

M.L. - Apprendiamo dal vostro My Space che avete condiviso il palco con diverse band nel corso di questi anni. Quale esperienza vi ha appagato maggiormente, tra queste?

Lucio - Il confronto con le altre band è sempre molto positivo. Abbiamo avuto la fortuna di aprire per la Banda Bassotti un paio di anni fa. Loro sono un pezzo importante della scena italiana, per noi è stato un vero onore!

M.L. - Con quale band, invece, sognate di dividere il palco in un prossimo futuro?

Lucio - È da parecchio tempo che vorremo incrociare i Seed ‘n’ Feed, ma non ci è mai capitato di suonarci insieme. Un’altra band che ci piace parecchio sono i The Death Of Anna Karina con i quali risuoneremo molto volentieri.

M.L. - Avete da poco concluso una serie di date estive. Avete in programma un altro tour di concerti per il prossimo autunno e inverno o vi fermerete magari per scrivere nuovi pezzi?

Lucio - Penso sia arrivato il momento di fermarsi un attimo a fare il punto della situazione. Qualche pezzo nuovo c’è, ma credo che prima sia importante capire tra noi cosa sarà la band nei prossimi tempi.

M.L. - Avete comunque in programma un seguito per Prima Che si Spenga la Luce, nei prossimi tempi?

Lucio - Di sicuro si. È tutto ancora da pensare, tuttavia. Vorremmo affrontare il disco nuovo con più calma e con già un’idea globale di quello che sarà alla fine. Credo che sia anche importante capire quello che ha funzionato in Prima Che si Spenga la Luce e iniziare da lì il nostro lavoro.

M.L. - Negli ultimi tempi avete registrato anche una versione acustica di “Diverso da Ieri”, comparsa nella compilation Six Strings Revolution di NoReason Records. Come vi trovate con loro?

Lucio - Nel tempo sempre meglio. Abbiamo avuto una fortuna enorme ad incontrare i ragazzi della NoReason. E’ trovare persone come loro che ti fa capire quanto conti veramente la passione aldilà di mode o tornaconti.

M.L. - Ok ragazzi, siamo ai saluti finali. Nel farvi un grosso “in bocca al lupo” per il futuro, RockLine.it vi ringrazia per la disponibilità e vi concede di concludere l’intervista come meglio volete! Ciao e grazie!

Lucio - Un sincero grazie per lo spazio e un invito a tutti i lettori: tornate a sostenere la scena, perchè in questo momento ce n’è un gran bisogno!

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