Pino Scotto, storico leader dei Vanadium, ritorna con il nuovo progetto Fire Trails, presentando il primo album Third Moon dopo aver prodotto il tributo agli stessi Vanadium nel 2002. A parlare a RockLine.it è Pino in persona, che ci illustra alcuni aspetti del nuovo full-lenght...
L.C. - Come prima domanda mi incuriosisce chiedervi come mai avete optato, in questa seconda uscita, che segue il tributo ai Vanadium, per un hard rock dalle tinte decisamente epiche. Forse ci si aspettava di più un album di hard rock quadrato e classico, non credi?
Pino - Premettendo che quando io e Steve ci siamo messi a scrivere il materiale di Third Moon non c’è stato nessun calcolo stilistico, ho comunque sempre avuto la pretesa di sorprendermi con qualcosa di nuovo ogni volta che realizzo un nuovo album.
L.C. - Third Moon è un concept album; volete sviscerare bene quale sia la trama della storia presentata nel CD ed in particolare i momenti salienti?
Pino - Third Moon narra di un bimbo guerriero nato sotto l'influsso della terza luna e venuto al mondo per purificare gli animi e riscattare l'umanità dalle proprie paure. Gli step principali:
- Third Moon rappresenta la nascita dell'innocenza;
- Silent Heroes rappresenta la crescita, nonché la scoperta dell'esistenza di eroi silenziosi che si sono sacrificati per gli altri senza chiedere nulla in cambio;
- Sailor and Mermaid ripercorre la saga di Ulisse che perso nella vastità del mare con il suo equipaggio si fa attirare dal canto delle sirene. Ovviamente mi sto riferendo in senso simbolico all'umanità che si fa attrarre da realtà ingannevoli.
L.C. - L’orchestrazione e i momenti più speed, quasi neoclassici, del CD sonovisti in un’ottica di avvicinamento al gusto di qualche particolare platea oppure sono frutto di un istintivo progresso di creazione dei brani?
Pino - Come nella prima domanda: è tutto frutto del nostro istintivo processo creativo.
L.C. - Chi ha scritto i testi e chi si è occupato in particolare della musica? Quali sono state le principali fonti di ispirazione per il concept?
Pino - Beh, della musica si è occupato Steve, e per i testi e le melodie guarda un po’ ... io. Le fonti di ispirazione derivano prevalentemente da un percorso autobiografico.
L.C. - Attualmente nella band, se non erro, è presente un giovane batterista. Volete presentarcelo? Come vi siete trovati con lui sino ad ora?
Pino - Hai ragione, si chiama Mario Giannini e sinora non c‘è nulla da dire sull’impegno profuso e sull’energia dedicata alla band.
L.C. - I Fire Trails presentano nella propria line-up musicisti che arrivano da epoche molto diverse e che rappresentano anche generazioni lontane di decenni. Come vi trovate a livello di amalgama umana considerando queste differenze?
Pino - E' proprio l’amalgama il vero punto di forza della band, ci dà spinta creativa e grande energia propulsiva. Quando c’è feeling e si lavora in sinergia non contano generazioni ed epoche.
L.C. - Porterete i Fire Trails ancora dal vivo? Potete anticiparci delle date?
Pino - Certo che porteremo i Fire Trails dal vivo, e il più possibile! Per le date, ma anche per altro, visitate il nostro sito www.firetrails.it. Tra l'altro il sito è fatto molto bene, mi piace un casino!
L.C. - On stage suonerete per intero il concept di Third Moon oppure inserirete nel set anche canzoni del primo CD?
Pino - Faremo entrambi le cose, senza dubbio.
L.C. - Steve suona magnificamente il proprio strumento, con un tocco spesso decisamente neoclassico. A suo avviso quali sono oggi i punti di riferimento più importanti per un chitarrista?
Pino - Innanzitutto la musica classica, poi bisogna ascoltare oltre ai grandi chitarristi rock, anche strumentisti di generazioni precedenti, legate a jazz, blues e rock n’roll.
L.C. - Domanda ovvia per te, Pino: come ci si sente in questa nuova ripartenza mettendo in gioco tutto l’entusiasmo che ti ha sempre contraddistinto?
Pino - Mi diverto un casino! Sono davvero felice di avere una band fatta oltre che da ottimi musicisti, di persone eccezzzziuunali veramente. Grazie ragazzi.
