Dopo L’uscita del loro ultimo album Transgression, i Fear Factory decidono di tornare a suonare in Italia e, dopo lo show tenutosi a Bologna, approdano dopo svariati anni di assenza, qui a Milano. La tensione per il loro ritorno è altissima e Byron Stroud, bassista della band, è lieto di poter concedere questa intervista ai lettori di RockLine.it, poco prima che il concerto abbia inizio...
M.M. - Ciao Byron, come va?
Byron - Bene, grazie. Sono solo un po’ stanco perché ieri, a Bologna, è stato davvero casino allo stato puro!
M.M. - Spero sia lo stesso qui a Milano…
Byron - Puoi contarci!
M.M. - Allora, vediamo di parlare del vostro ultimo album, Transgression, dove possiamo vedere che è nettamente diverso dai precedenti album soprattutto per quanto riguardo lo stile. Detto questo, come qualificheresti il vostro stile musicale?
Byron - Penso che il nostro stile sia aggressivo, molto aggressivo cercando, però, di rimanere allo stesso tempo molto Heavy come era il sound dei primi Fear Factory.
M.M. - Siete reduci di un mega show come il Gigantour. Come è stato?
Byron - E’ stato grande! Bellissimo! Sai, stare in mezzo a tutta quella gente, avere a che fare con gruppi molto professionali come ad esempio i Dream Theater è stato molto molto cool. Sai, anche se le bands presenti, non era tutte raggruppabili sotto un unico genere, anzi, molte fanno generi completamente diversi, è stato ugualmente molto interessante e divertente. Mi è sembrato che anche il pubblico abbia apprezzato questo mix di sonorità.
M.M. - Pensi quindi che bands di generi diversi, messe insieme, possano dare vita ugualmente a un bello show?
Byron - Sì, sicuramente. Anche perché penso che un gruppo non rispecchi mai un genere al 100%. Penso che il sound di una band sia il miscuglio di influenze diverse, messe tra loro insieme.
M.M. - In quale Paese, preferisci suonare? Sempre se ne hai uno…
Byron - Ti dirò quale non preferisco… penso all’Italia…ahahaahahahaha!!!! (se la ride di gran gusto ndr). No, a parte gli scherzi, penso che un posto dove è sempre bello suonare, sia l’Australia. E’ uno Stato bellissimo.
M.M. - E’ vero. Credo che il senso di libertà che si provi in Australia, non lo si provi da nessun’altra parte…
Byron - Sì. E’ difficile da spiegare, bisognerebbe esserci fisicamente. Ogni volta che suono in Australia, provo una sensazione stranissima. Di assoluta libertà sia mentale che fisica…non so cosa sia. Anche la gente è molto disponibile e aperta mentalmente. E’ la mia terra promessa!
M.M. - Durante la tua esperienza di musicista, pensi che il pubblico europeo, differisca in qualche cosa da quello americano?
Byron - Sì, qualche volta. Penso che negli States il pubblico sia un po’ meno omogeneo. Nel senso che magari in stati come il Texas o la California, per esempio, trovi persone che seguono più un determinato genere rispetto ad altri che vivono nell’Oregon o in altri stati. Qui in Europa, trovo che bene o male, i generi seguiti siano sempre gli stessi ovunque. Non so se questo sia un bene o un male. Dipende.
M.M. - Quali sono le vostre influenze musicali maggiori?
Byron - I Fear Factory hanno iniziato ascoltando molto bands come Deep Purple, AC/DC che erano i gruppi che andavano per la maggiore in quel tempo. Io personalmente, sono cresciuto ascoltando gruppi più pesanti come i Morbid Angel e tutto quel filone che si può accostare al Death metal classico; soprattutto perché ero molto attratto dalle sonorità del basso che, alla fine, è quello che mi interessava, dato che suonavo il basso. Ultimamente, però, credo di aver creato un mix mio personale che è poi quello che ho portato nei Fear Factory e nel mio gruppo principale, ovvero gli Strappino Young Lad.
M.M. - Sappiamo che, dopo l’addio di Dino Cazares, Christian ha deciso di passare dal basso alla chitarra. Come descriveresti questo passaggio? Pensi sia stata una cosa naturale o più un qualcosa imposto dalla necessità di continuare a far “vivere” i Fear Factory?
Byron - Mah, guarda, penso che sia stata una cosa naturale e che se la cavi più che bene. Tecnicamente non ha l’abilità di un vero e proprio chitarrista, anche perché nasce come bassista, però ha molte idee che riesce a mettere giù con una facilità che non sempre un chitarrista è in grado di fare.
M.M. - Pensi quindi che volesse passare a suonare la chitarra o no?
Byron - Sì, sì, è stata una sua libera scelta che il gruppo ha accettato unanimemente.
M.M. - Secondo te, quali sono state le difficoltà iniziali per il gruppo, nel trovare il giusto equilibrio tra sonorità Metal, Techno e elettroniche?
Byron - Non riesco a risponderti in modo appropriato, dato che non faccio parte della band sin dagli inizi. Penso, però, che sia stato piuttosto naturale, una cosa naturale soprattutto per Burton che è un appassionato di musica techno.
M.M. - Secondo te, cosa è cambiato nel business musicale da quando i Fear Factory hanno iniziato a farne parte nei lontani anni ’90?
Byron - Penso che rispetto a quegli anni, oggi, ci sia molta più attenzione riguardo ai dettagli… non so come spiegarti. Oggi il pubblico è molto più esigente, cosa che prima, seconde me, non era. Anche ai concerti c’è un pubblico diverso; se non fai un bel concerto anche a livello di intrattenimento, il pubblico ti sdegna mentre una volta solo il fatto di portare della musica in mezzo alla gente, creava di per sé un fatto eccezionale che accontentava in modo straordinario le persone. Per questo credo che oggi ci sia molta più attenzione ai particolari piuttosto che alla musica in sé… era come se i musicisti fossero una sorta di grande famiglia, oggi invece ci si odia a vicenda, col risultato che abbiamo tante piccole famiglie.
M.M. - Riguardo all’altro tuo gruppo, gli Strapping Young Lad, c’è qualche novità?
Byron - Sì, stiamo per registrare il nuovo disco e ti posso dire che è davvero pesante. Un gran bel disco! È stato tutto piuttosto spontaneo. L’abbiamo scritto in un mese e lo registreremo in un mese. Uscirà verso luglio di quest’anno. Ora aspetto di finire il tour con i Fear Factory e poi volo subito agli studio per registrare le mi parti di basso. Non vedo l’ora!
M.M. - Non credi, allora, che suonare in due band diverse come i Fear Factory da una parte e gli Strapping young lad dall’altra, possa influenzare il tuo modo di suonare?
Byron - Oh, certo! Assolutamente. Infatti questo nuovo disco degli Strapping Young Lad è completamente differente da quelli che abbiamo fatto in passato. Questo penso sia proprio dovuto al fatto che, ad esempio, suonando con altri gruppi, le mie idee possano essere state influenzate parecchio, pur mantenendo le radici sonore che mi caratterizzano. Questo però mi piace!
M.M. - Qual è stato l’episodio più divertente che ti sia capitato durante un concerto?
Byron - Ce ne sono state tantissime! Ahahahah!!!! Preferisco non dirtele e chiudere la risposta qui!! Ahahahah!!!
M.M. - Va bene… cambiando discorso, cosa significa per te la musica?
Byron - E’ la mia vita! Non riesco a pensare la mia vita in modo diverso da come è adesso. Penso di essere nato per fare musica.
M.M. - Riguardo a Transgression, pensi che lo stile presente in questo cd, differisca da quelli precedenti con cui i fan dei Fear Factory sono cresciuti?
Byron - Sì, assolutamente. Penso che non sia il più bello in assoluto ma, sicuramente, è l’album che segna una vera e propria svolta nel sound dei Fear Factory. Sicuramente il prossimo disco sarà più heavy, magari con sonorità più fedeli al vecchio stampo Fear Factory ma con la presenza anche delle sonorità che troviamo in Transgression.
M.M. - Qual è, secondo te, il segreto per poter rimanere così tanto nell’industria musicale come hanno fatto e continuano a fare i Fear Factory?
Byron - Penso non ci sia un segreto vero e proprio, solo stare uniti nella band. Non avere drammi talmente pesanti da poter distruggere un gruppo; sai, i Fear Factory hanno avuto dei problemi in passato e anche ultimamente con Dino Cazares, ma non così pesanti da cancellare una band e l’esempio è che siamo ancor qui, in giro per il mondo, a portare la nostra musica.
M.M. - Pensi quindi che questa lineup possa stare unita senza problemi nel futuro?
Byron - Sì, sì, penso non ci siano problemi. Anche perché ci divertiamo molto a suonare insieme.
M.M. - Come è lavorare suonare e far parte dei Fear Factory?
Byron - Molto bello! È una sorta di famiglia.
M.M. - Bene. L’intervista è finita. Se vuoi dire qualcosa ai lettori di RockLine.it…
Byron - Sì, volevo dire di venirci a sentire numerosi e di aspettarsi nuove grandi sorprese. Non dimenticate, a luglio, di andare dal vostro rivenditore di fiducia a chiedere il nuovo album degli Strapping Young Lad e…. stay tuned, mates!