Dopo la pubblicazione di The Big Dirty per la Ferret Music, gli americani Every Time I Die rilasciano un'intervista a RockLine.it per parlare della nuova uscita e per raccontare alcune curiosità riguardo ad una delle realtà più interessanti in campo Metalcore del nuovo Millennio...
J.P. - Ciao ragazzi, come state? Benvenuti su RockLine.it e grazie per quest’intervista! Cominciamo col parlare del vostro ultimo full length, The Big Dirty: ne siete completamente soddisfatti?
Keith - Sì, siamo tutti molto contenti. Le canzoni sono decisamente più divertenti da suonare dal vivo.
J.P. - Secondo voi, che cos’ha in più rispetto alle vostre release precedenti? Quante copie avete già venduto?
Keith - Ha molto più groove dei dischi precedenti, ma per quanto riguarda la vendita dei cd, è come parlare di chi hai votato. Non si fa e basta.
J.P. - Mi piacerebbe sapere qualcosa di più sull’artwork dell’album, che ritengo molto bello e originale. Chi l’ha ideato? E’ stata un’idea tua? Ha un significato particolare?
Keith - E’ preso da un film chiamato La Montagna Sacra che si ricollega anche agli argomenti dei testi. Trovare l’illuminazione accettando le tue colpe.
J.P. - Il vostro stile musicale è un mix di Hardcore Metal e Southern Rock, concordi? Secondo te, qual è il genere a cui vi sentite più affezionati?
Keith - Credo di essere più affezionato al rock perché è con quello che sono cresciuto. Ma quando ho raggiunto l’età formativa mi sono interessato all’hardcore. Non sono mai stato un grande fan del metal se non per quello che I miei cugini più grandi mi hanno fatto sentire.
J.P. - Siete una delle poche band Metalcore con una componente Southern Rock/Metal. Da cosa deriva quest’aspetto del vostro sound? Dal vostro background personale o forse dalla tradizione Rock americana in generale?
Keith - Direi dal rock americano in generale. Ma a dir la verità sono cresciuto ascoltando bands inglesi, i Led Zeppelin, i Pink Floyd, i Beatles. La maggior parte dei gusti di mio padre era “d’oltreoceano”, Ma a tutti i miei zii piacevano Ted Nugent John Cougar.
J.P. - Quali band hanno influenzato in questi anni gli Everytime I Die? Che tipo di musica ascolti nel tuo tempo libero? Ascoltate tutti gli stessi generi?
Keith - No, abbiamo tutti gusti differenti ed è per questo che la nostra musica è quello che è. Abbiamo tutti qualcosa di diverso da mettere in gioco. Ad esempio a me piacciono molto cose fatte da Tom Waits.
J.P. - Avete già confermato alcuni show negli USA. Verrete anche in Europa? Generalmente, preferisci il pubblico americano o europeo?
Keith - Verremo sicuramente in Europa, ma non così presto come speravamo. Probabilmente a marzo. Spero che possiate aspettare così tanto! Effettivamente non ho un preferenza per il pubblico finché ognuno si diverte.
J.P. - Fate parte della Ferret Music da moltissimo tempo e tutti I vostri album sono usciti con loro. Che rapporto avete con la vostra etichetta? Ci sono altre band alla Ferret che vi piacciono particolarmente?
Keith - Abbiamo un gran bel rapporto con la Ferret, sono stati nostri amici per anni. Da quando hanno cominciato, credo che il nuovo disco dei Poison The Well sia uno dei dischi migliori che abbiano mai prodotto.
J.P. - Cosa ne pensate delle band Metalcore che firmano per una Major? Non credete che potrebbero perdere credibilità? E voi? Avete mai pensato di firmare per una Major?
Keith - Non penso che le band perdano credibilità firmando per una grande etichetta. Un paio di anni fa erano come di un’altra specie. Era solo un modo per permettere alle band di fare soldi, mentre ora è l’unico modo per essere di rilievo e poter competere con gli altri milioni di band che si formano.
J.P. - A dir la verità, la scena Metalcore è molto statica. Siete una delle poche band che effettivamente provano ad offrire qualcosa di diverso. Qual è il futuro della musica Metalcore secondo voi? Ascoltate per esempio i Between The Buried And Me? Cosa ne pensate?
Keith - Credo che i Between The Buried And Me siano i futuri Dream Theater, il che è una cosa meravigliosa per loro. Band come quella stanno veramente personalizzando il Metalcore. Non rendi giustizia a nessuna “scena” se non provi a ridefinirla.
J.P. - C’è una domanda che mi piacerebbe molto farti: vi sentite parte della scena underground o gli Every Time I Die sono diventati un mainstream per il loro incredibile successo?
Keith - Facciamo ancora parte della scena underground. Tutto quello che ci è capitato in termini di successo è stato fatto assolutamente come lo volevamo noi, non abbiamo mai cercato di essere accettati, facciamo solo quello che vogliamo fare.
J.P. - Un’ultima curiosità, da cosa deriva il nome della band Every Time I Die? Che significato ha per voi?
Keith - L’illusione della stabilità.
J.P. - Che progetti avete per il futuro? Puoi anticiparci qualcosa?
Keith - Sto lavorando a un paio di cose differenti al momento, uno è un progetto elettronico con Chris degli Underoath che si chiama The Roman Carnival of 1510. Un’altro è un progetto molto più lento e rilassato che si chiama The Warm Jets con un mio amico di Buffalo. Ci ubriachiamo e registriamo con una chitarra acustica.