Gli Espers hanno caratterizzato il filone più contemporaneo del Folk psichedelico e il loro album del 2006 Espers II l'ha dimostrato. A parlarne in un'esclusiva intervista a RockLine.it è la mente della band della Pennsylvania, Greg Weeks...
M.P. - Ciao Greg! Come va? Grazie per averci concesso quest’intervista.
Greg - Ciao, tutto bene, grazie a voi per il supporto.
M.P. - Con Espers II vi siete impetuosamente gettati nelle orecchie di chi ama questo tipo di sound e che non vi conosceva da prima. Avete avvertito un cambiamento da parte di coloro che vi hanno sempre seguito dall'inizio?
Greg - È vero che Espers II è un po' più intenso, ma non poi così distante dal sound e dallo stile di Espers I. Credo che la maggior parte della gente a cui è piaciuto quell'album senta che il seguito è una logica conseguenza del sound del primo.
M.P. - Nell'ultimo anno che è appena finito si è parlato molto dei Tenhi: penso tu li conosca, sono scandinavi e hanno un sound che si avvicina molto al vostro. Comunque sono diversi in alcuni punti, ed è questo che identifica il vostro sound. La domanda è: vi hanno influenzato o vi hanno fatto cambiare?
Greg - Non ho mai sentito parlare di questa band. Forse Helena che è svedese li conosce, ma non penso, perchè probabilmente ce ne avrebbe parlato. Quindi no, credo sia solo un altro esempio di quanti gruppi come noi abbiano cominciato questi genere di musica in isolamento, solo per trovare molti altri come loro in giro per il globo. Forse questo crea un vero e proprio movimento folk.
M.P. - Da fuori la coesione del tutto è una delle caratteristiche che risiede nella vostra musica. Avete tutti gli stessi gusti musicali?
Greg - Noi tutti abbiamo una vasta gamma di gusti musicali che abbraccia un ampio orizzonte. Sono sicuro che ciò ci faccia capire da dove proveniamo, musicalmente parlando.
M.P. - Sfortunatamente non ho mai avuto il piacere di partecipare ad uno dei vostri concerti, ma ho letto commenti entusiasti dei vostri live. Secondo voi vi esprimete meglio sul palco o in studio?
Greg - Penso che siamo egualmente incisivi in entrambi gli elementi. Forse per ragioni diverse.
M.P. - Nel vostro genere sta diventando sempre più difficile sfondare per voi artisti: essere in grado di eccellere sta diventando un grande risultato, che il pubblico si aspetta. Cosa ne pensi della situazione? Tutto ciò incide nella vostra musica?
Greg - È abbastanza semplice incontrarsi e fare musica quando non esiste una pressione esterna, ma quando l'aspettativa del pubblico aumenta (e la conseguente pressione della label cresce a dismisura) diventa piuttosto difficile bilanciare le prospettive abbastanza miserabili degli artisti e la necessità di sopperire a questa povertà con lavori, che in cambio tolgono tempo e flessibilità. È facile per il pubblico non capire questo punto cruciale, e così diventano impazienti o infastiditi. Cerchiamo di fare il nostro meglio.
M.P. - Ci potresti dire come procedete nella scrittura della tue canzoni? Voglio dire: come proponete qualcosa, come organizzate il lavoro, eccetera.
Greg - Un singolo propone alla band uno scheletro di canzone di solito, e il resto del gruppo reincarna questo scheletro.
M.P. - Avete due date in programma per l'inizio di questo nuovo anno, entrambe negli USA. Avete intenzione di tornare in Europa nel 2007?
Greg - Saremo a Londra, e suoneremo tre date in Scozia tra qualche mese. Una volta che un nuovo album sarà uscito torneremo, e faremo un tour europeo. Speriamo di arrivare a Roma stavolta.
M.P. - Le statistiche dicono che il gruppo che compone la musica non la gradisce tanto quanto un ascoltatore esterno, cioè in parole povere, ai vostri fan piace la vostra musica più che a voi. Sei d'accordo?
Greg - Assolutamente no. Amo la nostra musica, e capiamo che abbiamo un ruolo in qualcosa di speciale
M.P. - Soffermiamoci un momento sul vostro ultimo artwork, quello di Espers II. Ci vuoi dire qualcosa a riguardo? Specialmente cosa significhi e chi l'abbia dipinto.
Greg - Brooke, uno dei nostri chitarristi acustici, realizza tutte le nostre copertine. Il significato è aperto ad interpretazioni, ma i mandala hanno avuto una grande influenza, e anche la psichedelia e il black metal.
M.P. - È tutto. Grazie mille per la tua disponibilità. Vi auguriamo un grande successo. Puoi concludere l'intervista come meglio vuoi! Ciao da RockLine.it!
Greg - Grazie. È stato piacere mio. Salutatemi Mauro Pelosi da parte mia se lo vedete. O chiunque della gang di Saint Just, Biglietto Per L'Inferno, Osanna, New Trolls, PFM, Banco, Dalton, Goblin...