Disillusion
(Andy Schmidt)
di: 
Massimiliano Barbieri
26/01/2007



 

Forti dell'ultima uscita Gloria, i Disillusion si raccontano a RockLine.it in una lunga intervista telefonica attraverso il leader Andy "Vurtox" Schmidt, mente del progetto Industrial che ha rinnovato un 2006 già segnato da altre importanti pubblicazioni nel genere...


M.B. - Ciao Andy! Innanzitutto grazie mille di avere accettato l’intervista con RockLine.it!

Andy - Grazie a voi!

M.B. - La prima cosa che volevo chiederti è di presentare i Disillusion per chi non ha mai sentito parlare di voi.

Andy - I Disillusion sono un gruppo tedesco che ormai esiste da una decina di anni e che ha da sei anni una line up stabile. Da poco è uscito il nostro secondo album, Gloria. Quello che cerchiamo di fare sono album innovativi, dunque è difficile descrivere quello che facciamo in generale, è più una questione di album che di stile in generale.

M.B. - Gloria è molto diverso da Back To Times Of Splendor, direi quasi opposto, il vostro primo album pur essendo innovativo si muoveva su un terreno molto più classico del metal con atmosfere sognanti, strutture complesse, a mio avviso sembravate il fratello luminoso degli Opeth, Gloria invece punta tutto sul groove, va ad esplorare terreni che il metal fino ad adesso non si sognava nemmeno di toccare, le strutture sono più semplici ma le canzoni sono più complicate come concezione e innovative. Com’è avvenuto questo cambio che vi ha portato ad un sound cosi moderno, ad un album cosi urbano? È stato un qualcosa di pianificato o è avvenuto spontaneamente?

Andy - È stato sicuramente in qualcosa di spontaneo, ci sono stati quasi due anni tra i due album dunque c’è stato molto tempo per sviluppare il nostro sound; pensare anzi, sentire quello che volevamo fare dopo. E la prima cosa che abbiamo sentito dopo aver fatto Back To Times Of Splendor, è stata la voglia di fare un album urbano. Abbiamo sentito quell’impulso molto presto dopo aver creato un album paesaggistico e pittoresco come Back To Times Of Splendor, e poi abbiamo avuto parecchi mesi per pensare a come far prendere forma a quello che avevamo in mente.

M.B. - In Gloria il tutto sembra molto cinematografico, sembra che l’album sia stato scritto per un film, e il video di Don’t Go Any Further conferma questa impressione, cosa avete in mente da quel punto di vista?

Andy - Devo dire che quando abbiamo fatto Back To Times Of Splendor e abbiamo sentito il risultato finale abbiamo pensato che fosse assimilabile ad una colonna sonora di un film. Ci sembrava che l’album avesse quasi più a che vedere con delle immagini che con della musica, e ora con Gloria è successa la stessa cosa. Perché è successa la stessa cosa, è stato un caso (ride) non era premeditato. Sembra che i Disillusion facciano questo: creare immagini…puoi chiamarlo un nuovo tipo di colonna sonora o più semplicemente musica arricchita di immagini. Semplicemente è capitato, non so, non era veramente una cosa prevista… dopo, quando ci siamo resi conto che era successo di nuovo, naturalmente abbiamo cercato di fare in modo che l’artwork rispecchiasse la musica contenuta nell’album, insomma, di dare immagini che con la musica favorissero l’immaginazione il film che era stato creato. Naturalmente abbiamo cercato di fare in modo che tutti questi elementi si unissero bene ma non è stata una cosa prevista.

M.B. - Gloria sembra essere un melting pot musicale pur restando molto omogeneo ed avendo uno stile tutto suo. Sembra impossibile riuscire a capire tutti gli stili e le influenze che avete fatto convergere in quest’album. Personalmente ci sento sicuramente Rammstein e Nine Inch Nails, potresti soddisfare la mia curiosità dicendo che altro ci avete messo dentro?

Andy - È difficile fare nomi, quello che cerchiamo di fare è praticamente di ascoltare e concentrarci su uscite moderne, attuali. Ascoltiamo molta produzione tedesca, qualche gruppo underground senza contratto e poi cerchiamo di unire gli elementi interessanti con lo stile proprio dei Disillusion. Ma non prendiamo ispirazione da qualcuno, non mi piace per niente il paragone con i Rammstein, l’unica cosa che ammiriamo di quel gruppo è il loro modo di comunicare la loro arte.

M.B. - Il fatto è forse che Gloria potrebbe essere definito Prog Industrial, quindi spesso il passaggio da Industrial a Rammstein è breve.

Andy - Si in effetti suona Prog Industrial, il fatto è che la fase compositiva si svolge nel modo opposto, ci diciamo “abbiamo un riff, cosa possiamo fare con questo riff?” ci lavoriamo su e solo dopo, una volta finito tutto ascoltando quello che abbiamo composto ci diciamo “questo può essere messo nell’industrial, questo può essere confrontato con qualcosa”. Ma è più questione di pensare a cosa è attuale, cos’è stato fatto nel 2006, quali sono le sensazioni che vuoi trasmettere e condividere.

M.B. - Too Many Broken Cease Fires è la canzone che inizialmente rimanda più a Back To Times Of Splendor, e inoltre finisce con il respiro affannoso che era l’inizio di Alone I Stand In Fires e che viene zittito da degli spari. Era un modo per dire che lo stile di Back To Times Of Splendor non tornerà più?

Andy - No no, per niente, è un pensiero interessante il tuo (ride) ma il fatto è che Too Many Broken Cease Fires è stata scritta insieme a Back To Times Of Splendor ma non è stata inclusa in quell’album. Dunque è proprio una canzone di quell’album ma era stata scritta in sei ore circa, la sua genesi è stata molto veloce e suonava totalmente diversa dalle altre canzoni di Back To Times Of Splendor, e per questo abbiamo deciso di non includerla e tenerla in vista di un album le cui atmosfere fossero più consone. Per quel che riguarda gli spari era perché la canzone è alla fine dell’album e volevamo un stacco improvviso. Inizialmente quegli spari dovevano essere in Avalanche ma stavano meglio verso la fine dell’album e dunque è li abbiamo messi. Non so se faremo un Back To Times Of Splendor parte seconda. Al momento di fare un nuovo disco dopo Back To Times Of Splendor, sentivamo che non sarebbe stata una buona idea per noi. Eravamo svuotati in quel momento, quando l’ultimo riff è stato registrato, l’ultima canzone mixata sentivo di non avere più molto da dire con quelle sensazioni. All’idea di scrivere un riff che vertesse ancora su quelle emozioni sentivo che non ne sarebbe uscito nulla di buono. Magari in futuro quell’alchimia tornerà, non te lo so ancora dire per ora.

M.B. - Siete stati molto coraggiosi a non fare un Back To Times Of Splendor 2, che sarebbe stata un modo facile di ripetere il successo di quell’album.

Andy - No, non sarebbe stato facile.

M.B. - Alla luce di quanto detto prima effettivamente non lo sarebbe stato per voi, ma generalmente il modo più facile per bissare il successo è quello di riproporre lo stile che il pubblico ha amato no?

Andy - Il fatto è che per fare Back To Times Of Splendor ci sono voluti sette mesi di prove e registrazioni e non facevamo nient’altro in quel momento, eravamo totalmente al verde, non avevamo niente da mangiare. La mente era totalmente fissata su quello e dopo non potevamo continuare. Ci sono moltissime variabili per riuscire a rientrare in quell’atmosfera, quell’umore. Amiamo moltissimo quell’album e non voglio assolutamente sciupare quell’esperienza, sarebbe stato fare uscire il nuovo disco e magari dire che è bello come Back To Times Of Splendor, ma chi se ne frega di quello.

M.B. - In Gloria si possono trovare alcuni elementi tipici del vostro vecchio sound, quale il ritornello di Dread It o il climax iniziale di The Hole We Are In, perché la scelta della preview del vostro nuovo album è caduta su Don’t Go Any Further che è forse la traccia (dopo Aerophobic) più alienante per gli ascoltatori metal classici?

Andy - Non lo so! (ride) E devo ammettere che non penso sia stata una buona idea. Col senno di poi…in questo momento direi che sarebbe stato meglio fare promozione con un’altra canzone dell’album, sono cose che succedono.

M.B. - Trovo la tua voce clean splendida e il growl molto intenso…in Gloria sono state usate molte voci effettate e il risultato è ottimo ma come mai non avete dato più importanza alle clean vocals e al growl?

Andy - Penso che sicuramente ritorneremo a quel tipo di canto. È stato un qualcosa che semplicemente è successo. Durante le prime cinque o sei settimane in cui abbiamo incominciato a lavorare su Gloria abbiamo utilizzato moltissimi effetti sulla voce, in fondo stavo solo giocando con gli effetti e a un certo punto non si poteva più fare a meno degli effetti e usare la voce clean normale, perché ormai la musica e la voce effettata, già prima di incominciare a registrare, andavano totalmente di pari passo e dunque non si poteva più dividere le due cose. Ormai la voce effettata era parte della musica e ho dovuto fare i conti con quello. Detto cosi suona quasi come se non mi piacesse quella voce, mi piace e alla fine è Gloria, ma penso che nel prossimo album ci sarà molto più canto normale.

M.B. - Come tutti gli album innovativi Gloria è un album che o si ama o si odia, che feedback avete avuto dalla critica e dal pubblico?

Andy - Hai già risposto nella domanda! (ride) È bianco o nero, o lo ami o lo odi. Ci sono state pochissime recensioni che dicono che l’album è carino, o è una schifezza totale o l’album dell’anno. Dunque è difficile farsi un’idea, penso che l’album stia andando molto bene, da un paio di giorni è entrato nella top ten della Metal Blade. Sapevamo che questo album avrebbe diviso il pubblico ma sentivamo di doverlo fare.

M.B. - Qual è il tuo background da musicista?

Andy - Quand’ero un teenager ho iniziato facendo un po’ di techno, poi quando avevo 15 anni circa ho cominciato a suonare la chitarra totalmente da autodidatta e a 16 anni ho trovato il mio primo gruppo, ed eccomi qui, sono rimasto l’unico membro di quel gruppo gli altri sono cambiati.

M.B. - Entrambi i vostri album sono stati prodotti da te e credo che il fatto che suonino cosi personali sia in parte dovuto anche a quello, porti avanti una carriera da produttore?

Andy - Ho uno studio qui e sinceramente ci sto pensando, ma per ora non so ancora. So come i Disillusion devono suonare ed è questo quello che so fare meglio, non altro. Ci sto lavorando. Ma è una cosa intessente, ormai i Disillusion esistono da dieci anni e il primo demo che abbiamo registrato risale al 1996, e già allora non abbiamo registrato in studio, abbiamo fatto tutto in sala prove. Da allora non siamo mai andati in uno studio a registrare. Non so se è una cosa che ci favorisce o ci penalizza ma sono contento perché almeno cosi abbiamo un nostro sound personale.

M.B. - Venite dalla Germania dell’est, in che modo la vostra provenienza influenzata la vostra musica?

Andy - Penso che lo faccia molto. Tutti noi eravamo teenager quando è caduto il muro, e in quel momento c’è stato un profondo cambiamento nel modo di pensare e tutto il resto. Questo vale per intere generazioni qui. Ma la cosa più importante è che qui dove viviamo, nella nostra generazione, c’è molta energia, la volontà di costruire qualcosa di proprio. Qui a Lipsia trovi ovunque questa volontà, ci sono sempre nuove imprese che aprono. Si lotta sempre per la propria affermazione ed è un qualcosa di intrinseco del posto, non vedo lo stesso fermento in altre parti della Germania.

M.B. - L’artwork di Gloria sembra essere molto iconografico, puoi spiegarci cosa rappresenta quell’uomo con il turbante?

Andy - No, non posso spiegarlo! (ride di gusto) Quando abbiamo iniziato a lavorare su Gloria, abbiamo deciso di lavorare con altre due persone, un designer e una persona che è appassionata di tutto quello che riguarda i film e che ha la passione per le colonne sonore sperimentali. Il designer ha fatto i trailer, il layout e il video. Insomma, eravamo un team e non abbiamo discusso tutto, ognuno aveva la sua autonomia. Non facevamo troppe riunioni per decidere le cose, era più del tipo, uno ha un’idea e la porta avanti. Quello che voglio dire è che, beh non sono nemmeno sicuro che lui stesso sappia cosa vuol dire quell’artwork (ride con ancora più gusto).

M.B. - Dunque la scelta è stata del tipo: è bello, teniamolo.

Andy - Esatto!

M.B. - So che è un po’ presto per chiederlo, ma che direzione pensate prenderà il vostro sound in futuro?

Andy - Non te lo so dire. L’unica cosa che so, è che ogni volta che ho iniziato a scrivere qualcosa, alla fine veniva fuori qualcosa diverso da quello che avevo immaginato. Una volta scritte cinque o sei canzoni si inizia a capire come potrebbe suonare l’album. Credo comunque che il prossimo album sarà anch’esso artigianale. Non ti biasimo, io stesso mi chiedo come sarà (ride).

M.B. - State pensando di venire a fare dei concerti in Italia? Mi piacerebbe moltissimo vedervi live.

Andy - Si, ci stiamo organizzando ma non è ancora tutto ben definito. Dovremmo fare un paio di date in Italia, verso fine primavera, dunque tenete d’occhio il nostro sito per eventuali novità.

M.B. - Bene questa era l’ultima domanda, ti ringrazio ancora per il tempo che ci hai concesso, puoi finire questa intervista come meglio credi.

Andy - (imbarazzato) No, ehm…non saprei cosa dire. Grazie a voi, Gloria è uscito da abbastanza tempo (fingendo commozione) grazie per averci dato un’altra opportunità per promuoverlo.

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