I Blackfield con il secondo capitolo discografico hanno sfornato uno degli album più interessanti del 2007 a cavallo tra Progressive Rock, Alternative e Pop. A parlarne a RockLine.it durante la conferenza stampa tenutasi a Milano in occasione del loro concerto, sono Aviv Geffen, mente del progetto, e Steven Wilson, celeberrimo leader degli inglesi Porcupine Tree...
F.D.B. - Ciao Steven, ciao Aviv, prima di tutto una piccola introduzione: potreste spiegarci in cosa consiste il progetto Blackfield, magari per qualcuno che non ha mai sentito parlare di voi, e dirci qualcosa sul vostro secondo album?
Steven - I Blackfield sono qualcosa di diverso rispetto alle mie altre produzioni, soprattutto perchè ci focalizziamo nel creare canzoni Pop di tre minuti circa dallo stile molto sofisticato, che cerchiamo comunque di evolvere in qualcosa di un livello più alto. Riguardo il nostro nuovo album avevamo già in mente come plasmarlo: è più lineare in confronto al precedente, nel quale abbiamo composto i brani senza avere qualcosa di preciso in mente. Per questo abbiamo anche formato una line-up e siamo proprio una band. Le nostre canzoni hanno un appeal commerciale, sono canzoni dal forte potenziale, melodiche, pop/rock.
F.D.B. - Aviv, qual è la cosa che ti piace di più nelle vostre canzoni?
Aviv - Vengo dall'Israele, una terra ricca di spiritualità, di simboli...adoro filtrare un po' della mia cultura all'interno dei testi dei nostri brani. Attualmente stiamo già scrivendo il materiale per il terzo album e Steven andrà per sei mesi in Israele per trovare spunti interessanti.
F.D.B. - Alcuni pezzi di Blackfield II erano già stati proposti in sede live durante il vostro primo tour; da allora, fino al processo di registrazione, quelle canzoni sono cambiate in qualche modo?
Steven - Quali abbiamo suonato?...Miss You e Where Is My Love...sono cambiate? A dire il vero no, sono rimaste uguali, abbiamo voluto mantenere una certa fedeltà a ciò che abbiamo proposto al pubblico.
F.D.B. - Steven, con i Blackfield hai voluto sperimentare qualcosa che non hai potuto fare con i Porcupine Tree?
Steven - A dir la verità no, la musica dei Porcupine Tree è spesso anche malinconica, dark...un artista lavora di subconscio: è un processo particolare, che viene da dentro e lascia fluire tutte le emozioni, non è mai intenzionale. Io scrivo maggiormente testi che riguardano disturbi mentali, la negatività, la tristezza, rabbia...sono tutti argomenti ricollegabili; per me il songwriting è una specie di esorcismo...comunque devo anche dire che i testi che generalmente riguardano la felicità, le cose positive, il sole e cose simili...sono alquanto depressivi (ride N.d.R.), semplicemente perchè trovo che i testi che riguardano esperienze negative della vita siano quelli più realistici.
F.D.B. - C'è qualche connessione tra i testi che scrivi per i Porcupine Tree e quelli per i Blackfield?
Steven - Penso debba esserci. La produzione è completamente diversa e lo stesso vale per i vocaboli e gli argomenti: le canzoni dei Blackfield puoi riascoltarle e riascoltarle tante volte e trovare una parte di loro diversa ogni volta; sono canzoni che parlano di relazioni umane, d'amore...nascono anche in un modo molto più naturale, sono sentimenti che lascio fluire su carta.
Aviv - Alcuni testi riguardano anche temi religiosi, come l'ultima canzone del nuovo album: parla di Dio. Io non credo in Dio, credo che sia solo merda. Io credo nella musica. Per questo ci sono molti argomenti che i Porcupine Tree non tratterebbero mai.
F.D.B. - Da dove proviene il nome della band?
Steven - Da dove ho scritto le canzoni per i Blackfield: un campo nero, in Inghilterra.
F.D.B. - Trattate spesso la malinconia, l'amore e sentimenti collegati ad essi...non avete paura di perdere l'ispirazione? Oppure pensate che sarete sempre in grado di comporre testi del genere senza essere mai monotoni oppure non saper più usare le parole giuste?
Steven - Ne ho sempre paura. Con i Porcupine Tree abbiamo abbandonato l'odio e abbiamo optato per testi ironici...non perchè non andessero bene certi tipi di testi, semplicemente per voglia di cambiare, perchè 'quello l'hai già fatto nel disco precedente'.
F.D.B. - Puoi spiegarci il significato della cover di Blackfield II?
Steven - E' molto bella, ha un bel concept: da l'idea di quello che sono i Blackfield; questa scritta così grossa, bella, definita, in mezzo a quella desolazione. Come se fosse una grossa pietra che emerge da una rovina.
F.D.B. - Potete dirci qualcosa a proposito del vostro incontro?
Aviv - Ho ascoltato un cd di Steven circa 3 anni fa...andai a Londra ad incontrarlo ed ero convinto di voler suonare con lui; cominciammo a parlarne e buttammo giù le prime idee per quello che sarebbe stato Blackfield qualche tempo dopo...Steven ha composto i testi e qualche sample, così abbiamo cominciato a registrare...è stato tutto molto naturale, mi sembrava di essere come tra Gilmour e Waters, una grande combinazione: belle canzoni e grande produzione.
F.D.B. - E per quanto riguarda la tua esperienza, Steven?
Steven - La prima volta che visitai l'Israele ne rimasi molto affascinato...quindi avevo una scusa per ritornarci (ride N.d.R.)...e da lì il progetto Blackfield cominciò a concretizzarsi. Nello stesso periodo ho visitato tanti di quei posti, conosciuto tante culture e persone, spesso l'opposto di quella della mia terra, l'Inghilterra, anche dal punto di vista ambientale. I tramonti sono eterni, il clima è stupendo e il cibo è ottimo, inoltre lì c'è davvero gente che vive con passione, ama chi ha intorno...e tutto ciò è davvero strano per una persona che viene da un paese come l'Inghilterra.
F.D.B. - Steven, in termini di tempo materiale, hai difficoltà nel creare musica per i tuoi progetti e produrne dell'altra per altre band?
Steven - Ultimamente sta diventando davvero difficile. Negli ultimi due anni ho smesso di produrre musica per altri gruppi, ho davvero poco tempo. Adoro fare il produttore, ma quando la tua band principale comincia ad essere conosciuta in ambito mondiale, devi darti da fare con la promozione e impegni correlati...purtroppo è il prezzo da pagare per i propri successi.
F.D.B. - Va bene, abbiamo finito! Grazie per averci concesso il vostro tempo, ci vediamo stasera allo show!
Steven - Grazie a voi.