Agoraphobic Nosebleed
(James Randall)
di: 
Jacopo Prada
24/09/2006



 

RockLine.it scambia qualche battuta con James Randall, voce degli Agoraphobic Nosebleed nonché ex membro degli Isis. Il musicista e compositore americano si rivela un vero innovatore, molto disponibile per giunta. Non mancano comunque diverse frecciatine qua e là…

J.P. - Ciao James, benvenuto su RockLine.it. Grazie per averci dedicato parte del tuo tempo! Come va?

James - Ciao Jacopo! A dire il vero sono un po' nervoso, ma non saprei dirti il perché.

J.P. - Presenta innanzitutto la band a coloro che ancora non vi conoscono.

James - In parole povere, se può piacervi una voce incazzata che sovrasta un muro sonoro fatto di mitragliatrici, allora noi siamo il gruppo che stavate cercando!

J.P. - Cominciamo con un paio di domande sul vostro presente. La Hydra Head Records vi ha contattato prima di ripubblicare PCP Torpedo? Avete avuto un ruolo attivo nel progetto?

James - Di tutte le uscite con cui abbiamo avuto a che fare fino ad oggi questo, devo ammetterlo, questa è stata quella che mi ha coinvolto di più. A dire il vero, Aaron ed io avevamo già in mente di ristampare PCP Torpedo con qualche contenuto extra. Quando stavamo lavorando sulla prima raccolta, Discography Vol. I, dal momento che questo nostro lavoro, il più breve, sarebbe rimasto lontano dagli scaffali dei negozi, abbiamo pensato a come fare per rimetterlo in commercio. Non volevamo aggiungere bonus track o cose del genere, perché il disco era veramente perfetto soltanto così. Ho pensato quindi che proporre qualche bizzarro remix in aggiunta al lavoro originale sarebbe stato un buon modo per ripresentarlo al pubblico senza rovinarlo. Ero davvero coinvolto, anima e corpo, e guarda caso mi ci sono voluti ben nove mesi per un solo remix!

J.P. - Hai ascoltato ad alcuni remix del secondo cd? Personalmente approvi la singolare idea di remixare pezzi Grind? Secondo me alcuni sono veramente stupendi…

James - Questa nuova musica digitale mi affascina molto, oltretutto mi sono sempre interessato di Speedcore, un genere poco conosciuto negli U.S.A., e perciò ho deciso di contattare alcuni esperti in materia. Abbiamo lavorato con gente del calibro di Justin Brodrick e James Plotkin, con i quali abbiamo fatto un bel salto dal nostro Grindcore alla musica elettronica. Anche per il grande Merzbow io e Aaron proviamo un grande rispetto! Fortunatamente abbiamo avuto a che fare con delle persone veramente in gamba, le quali hanno dato il massimo in questo progetto. Ne sono nate canzoni che definire remix pare riduttivo, sono brani veri e propri! Tutto ciò dimostra inoltre che le brevissime tracce degli Agoraphobic Nosebleed sono molto più di ciò che sembrano, basti pensare che da sei minuti di Grindcore ne abbiamo tirato fuori sessanta e passa di frenesia elettro - digitale.

J.P. - Per molti gli Agoraphobic Nosebleed suonano Cybergrind. Sei d'accordo?

James - Cazzo, odio il termine Cybergrind, mi sembra di far parte di Matrix o di qualche stronzata simile. Non mi trovo quindi per niente d’accordo con le persone che affermano ciò. Noi suoniamo semplicemente l'Hardcore del 2006. Se altri lo suonano come se fosse ancora il 1985 non vuol dire che per noi, dediti ad una proposta più sperimentale, si debba inventare un nuovo termine per indicare lo stesso genere. Un tempo Hardcore significava evoluzione ed ora invece è puro e semplice menefreghismo, uno stupido modo per rivivere i vecchi tempi. Il passato è passato ed infatti l'Hardcore non dovrebbe essere solo un pietoso tentativo di rivivere i bei giorni andati per sempre.

J.P. - Che cosa significa per te suonare Grindcore?

James - Chiaramente credo che dipenda da persona a persona, non a caso quello che prova Scott è diverso da ciò che provo io. Per me suonare Grindcore significa affondare il coltello nel cuore dell’Heavy Metal e dell'Hardcore, perché la cosa che più odio è quando l'evoluzione si ferma e la musica inizia a ripetersi all'infinito; morite piuttosto, basta che vi leviate dal cazzo! Una parte di me disprezza con tutto il cuore quel tipo di musica ed i cinquanta milioni di coglioni che oggi la ascoltano. Con il passare del tempo ho sviluppato un vero odio verso la musica tradizionale, quella sempre uguale, e verso tutto il panorama Heavy Metal in genere. Ha un'aria estremamente finta, a me fa semplicemente cagare. Non capisco come ci siano ancora persona in grado di ascoltare quella merda oggigiorno…

J.P. - Esiste davvero un'attitudine Grind?

James - Non saprei. Io la considero più l'attitudine di Boston, quella che nasce da persone sfrontate come me o Seth Putnam degli AC, gente del Nordest insomma. Lì fa tutto schifo e perciò alle persone del Nordest non gliene frega niente di niente. Da questo credo nasca quella che tu chiami attitudine Grind.

J.P. - Come trovi l'ispirazione per scrivere un brano?

James - Ahh, fumo tanta di quella Maria... fumo tutto il giorno prima di sedermi a scrivere o registrare qualche pezzo. Proprio come diceva il vecchio motto dei Brutal Truth: "sleep, smoke, grind"!

J.P. - Ti piacciono gli splatter o comunque cose di questo genere?

James - A me no, ma so che Scott ne va matto, adora in particolar modo i vecchi b-movies italiani.

J.P. - Come scegliete i vari artwork per i dischi che scrivete? I vostri sono piuttosto diversi rispetto a quelli delle altre band in ambito Grind, non trovi?

James - Beh, qui negli Stati Uniti ho due studi dove faccio tatuaggi, e poi l'arte ha sempre fatto parte della mia vita; di conseguenza scelgo personalmente chi curerà l'aspetto grafico dei nostri dischi, per me è davvero un fattore molto importante. Non troverai mai qualcosa di simile sulle copertine delle altre band, se non qualche somiglianza con quella di Altered States of America, dal momento che Jeff Gaither volle rappresentare perfettamente un album del genere: perverso e sovversivo in tutto e per tutto. Oggi è Florian Bertmer (Bestial Machinery) ad occuparsi generalmente della nostra "propaganda". Per PCP Torpedo e Frozen Corpse, comunque, Aaron Turner ha voluto qualcosa di più psichedelico e meno diretto del solito, come appunto si nota in modo chiarissimo. Fortunatamente Aaron e Florian, oltre ad essere due dei miei artisti preferiti, sono anche miei buoni amici, e quindi molto probabilmente lavoreranno ancora per gli Agoraphobic Nosebleed.

J.P. - Che genere di musica ascolti nel tempo libero? Ora come ora quali sono le tue band preferite?

James - A dire il vero non ascolto band emergenti o comunque musica attuale. Amo le cose vecchie in stile DRI e Gang Green. Dedico molto del mio tempo anche alla musica elettronica giapponese, come ad esempio i Kazumoto Endo, ma amo pure Drokz e lo Speedcore in genere. La tua Italia ha in questo campo artisti fantastici. Ti consiglio vivamente di ascoltare qualcosa di Frazzbass, Komprex e Rotello, io sono un loro grande fan!

J.P. - Perché il nome Agoraphobic Nosebleed? Sai se ha un significato particolare per Scott?

James - Scott soffre di queste tremende perdite di sangue dal naso, lo vedo spesso chinarsi sul lavandino mentre il sangue inonda l'intero bagno. Agoraphobic deriva invece dal fatto che, a livello musicale, facciamo tutto in casa: scrivere, registrare e mixare. Ciò implica un costante impegno e necessita soprattutto di molto tempo. Di conseguenza siamo sempre rinchiusi, non vediamo mai il sole né respiriamo l'aria che gli uomini liberi respirano. Da qui Agoraphobic, che unito alle perdite di Scott, dà appunto Agoraphobic Nosebleed.

J.P. - Altered States of America contiene ben cento canzoni, probabilmente un record. La mia domanda è la seguente: come diavolo fate a dare vita a cento brani? Deve essere un processo lunghissimo!

James - Di per sé scrivere quei cento pezzi non stato è un processo lungo. Per realizzare l'album però abbiamo impiegato moltissimo tempo, specialmente a livello organizzativo (ordine delle tracce, durata, ecc.).

J.P. - Cosa ci puoi dire riguardo alla tua esperienza con gli Isis?

James - E' stato un vero onore poter far parte degli Isis, una band che ho amato dal primo all'ultimo istante e che amo tutt'ora. All'epoca gli Isis erano davvero micidiali, un gruppo con un potenziale da capogiro, con una voglia di creare del tutto straordinaria. Io stesso ero molto ispirato a quel tempo! Ancora oggi la mia esperienza con gli Isis rimane una delle soddisfazioni più grandi della mia vita. Insieme, oltretutto, abbiamo dato vita ad alcuni pezzi veramente eccezionali, come la cover di Streetcleaner, brano scritto originariamente dai Godflesh!

J.P. - Per quale motivo lasciasti la band? Fu una decisione comune?

James - Per me era impossibile continuare a fare il pendolare da casa mia fino a Boston quattro notti a settimane per le prove, tre giorni per i tour, il tutto mentre mi portavo dietro un equipaggiamento tecnico da diecimila dollari. Mi resi conto di non essere la persona giusta per una vita del genere. Io preferisco sedermi e scrivere con estrema tranquillità, piuttosto che muovermi freneticamente da una parte all'altra del paese per esibirmi on stage.

J.P. - So che suoni anche negli House of Low Culture con Aaron Turner e Jeff Caxide degli Isis. Ci puoi dire qualcosa in più riguardo a questo progetto?

James - Ho collaborato sia con gli House of Low Culture che con gli Old Man Gloom, due progetti a cui voglio assolutamente riprendere parte. Mi sono sentito veramente a mio agio con gli Old Man Gloom, dal momento che nella band siamo innanzitutto amici di vecchia data. Inoltre, penso si tratti di uno dei più creativi gruppi attualmente in circolazione. Dentro di me spero di poter entrare a far parte degli Old Man Gloom in pianta stabile, ufficialmente però non mi è stato ancora chiesto. Dopotutto sono stato uno dei pochi con esperienze Hardcore alle spalle ad interessarsi al Noise nell'area di Boston. Inoltre, ho introdotto diverse persone, fra cui Aaron stesso, alla scena Noise nipponica, molte delle quali hanno poi assimilato elementi di questa per riproporli con il rispettivo gruppo. Ciò mi appaga davvero tantissimo, anche perché personalmente credo di aver avuto una parte rilevante in questo processo, seppur minima. Per quanto riguarda invece gli House of Low Culture, beh, secondo me siamo di fronte ad uno dei complessi più interessanti degli ultimi anni, sono senz'altro da tenere d’occhio, fidati. Non so come quel pazzo di Aaron trovi il tempo di fare tutto ciò che fa, ma la cosa più sorprendente è che tutto ciò che fa gli riesce sempre fottutamente bene!

J.P. - James, l'intervista è finita, grazie ancora per essere stato con noi. Salutaci pure come preferisci. Tanti auguri per il futuro da parte mia e di tutta RockLine.it. Ciao!

James - Grazie a te Jacopo! Mi hai fatto delle domande veramente interessanti, mi sono divertito tantissimo a rispondere. Complimenti oltretutto per le tue conoscenze e per la passione che trasmetti! Ciao a tutti i lettori di RockLine.it!

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